di Patrizia Maccotta
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Il 27 luglio, alle 19, Israele entra con noi nello spazio, incorniciato sul lato del grande viale delle terme dell’imperatore Caracalla, concesso alla Festa dell’Unità di Roma.
La prima impressione è di mestizia: siamo lontani, infatti, dalle Feste Nazionali dell’Unità fondate come momenti di coesione nel 1948… l’anno della fondazione dello stato d’Israele! Scorrendo le foto conservate negli archivi del PCI, si può osservare la differenza: quanta folla a Roma nel 1948, che assembramenti a Livorno nel 1969, per non parlare di Torino con un giovane Berlinguer sul palco!
Festa dell’Unità a Torino, 1971, con un giovane Berlinguer
E così via fino a… che anno in realtà? L’anno dello scioglimento del PCI, dopo settanta anni esatti, nel febbraio del 1991, e della nascita contestuale del Partito Democratico della Sinistra o più tardi? Un palco per la musica ed i dibattiti, pochi stand, tutti culinari, tavoli e panche per cenare. L’organizzazione è ben gestita, in verità.
Ma c’è uno stand con dei libri presentati con cura a ricordare il carattere culturale delle vecchie feste: lo Spazio Libreria, ed è quello lo spazio scelto da Angelo Di Capua, socio fondatore e presidente dell’Associazione Culturale “Pace in Medio Oriente”, di concerto con Guido Laj, segretario del PD del II Municipio.
Pace in Medio Oriente è un’associazione recente che combatte ogni forma di razzismo e di antisemitismo (un razzismo che ha una sua specificità), che vuole educare le giovani generazioni al rispetto dei valori umani e che cerca di contribuire con visibilità ( letture, incontri, partecipazione a manifestazioni ) ad un dialogo di pace in Medio Oriente.
In un doloroso momento di stasi di questo processo di pace tra Israele e Palestina cerca di alimentare, dal basso, la fiammella accesasi a Oslo trenta anni fa che si fa sempre più debole. A tal fine è entrata a fare parte di ALLMEP, alleanza che raggruppa 160 Ong israeliane, palestinesi, americane ed europee impegnate a portare avanti progetti concreti di cooperazione e di sviluppo in campo agricolo, sanitario ed idrico.
L’evento consiste nella presentazione di un libro scritto da Fabio Nicolucci dedicato, come recita il titolo “In Memoria di Yitzack e Leah Rabin: Israele e la Sinistra”.
Presentazione molto attuale anche se l’autore si ferma al 2013, data della pubblicazione, perché aiuta a capire la situazione in cui si dibatte la democrazia israeliana.
Fabio Nicolucci. Sinistra e Israele. 2013. Salerno Ed.
Fabio Nicolucci è un analista politico dal curriculum molto denso: ne citerò solo alcune parti. È esperto del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale; è stato in missione in Sahel, Mali; è Senior Gulf Analyst presso la Nato Defense College Foundation; Ha lavorato alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati, al Ministero del Commercio Estero, al Ministero della Giustizia e al Ministero dell’Istruzione e del Merito. È anche editorialista del Messaggero, del Mattino, del Foglio e di Tg Com 24. Parla varie lingue tra cui l’arabo e sta studiando il Bambara! Confesso che non sapevo assolutamente che lingua fosse! Ma siccome si chiama pure Bamakan, per analogia al nome della capitale del Mali, Bamako, non sono stata poi così sorpresa nello scoprire che è la lingua mandingo del Mali e che è parlata da ben 14.200.000 persone!
Il testo è stato presentato da Luigi Maccotta in un fitto e vivace dialogo con Fabio. Ma di Luigi non dirò nulla – se non che è vissuto in due momenti diversi e lontani in Israele, fine anni sessanta da studente e inizio anni ottanta da diplomatico e che è uno studioso appassionato di ebraismo – perché è mio fratello!
Fabio Nicolucci e Luigi Maccotta (a sin. nella foto)
La presentazione è risultata ancora più coinvolgente a causa delle proteste che scuotono Israele e le lunghe e affollate marce di questi ultimi tempi, soprattutto dopo l’abolizione – nella prima fase della discussa riforma della giustizia – il 24 luglio scorso, da parte del governo di destra di Benjamin Netanyahu , del principio di ragionevolezza che la Corte Suprema poteva avanzare di fronte ad alcune decisioni per bloccarle, minando pertanto il potere della Corte stessa e , di conseguenza, la democrazia. Israele, in effetti, non si è dotata di una costituzione scritta: vi opera un solo ramo parlamentare, la Knesset (Assemblea) di 120 deputati. Legislativo e esecutivo si sommano e privare la Corte Suprema di alcune sue funzione indebolisce il sistema di pesi e contrappesi.
Davanti ad un pubblico mano a mano più numeroso ed interessato, Luigi ha sottolineato la ricca documentazione ed il rigore imparziale del testo, anche se Fabio ha osservato che, pur nell’imparzialità, ogni analisi presenta comunque tra le pieghe il punto di vista di chi la scrive.
Ha fatto presente che lo stato d’Israele nasce dal connubio tra sionismo (nazionalismo) e socialismo e ha cercato di colmare i dieci anni intercorsi tra il 2013 (quando la sinistra italiana era prevalentemente sospettosa , se non ostile al sionismo in quanto considerava Israele un avamposto dell’imperialismo statunitense con mire colonialistiche) e l’anno in corso. Fabio ha ricordato che l’Intelligence, ossia lo “Stato Profondo” che include i servizi di sicurezza e l’esercito, che è poi il popolo in mobilitazione permanente, è prevalentemente a favore della pace.
§Si è parlato delle difficoltà che incontra la sinistra israeliana, che è divisa e, pertanto poco incisiva, come in Italia d’altronde, sottolineando che proprio questa divisione ha consentito a Netanyahu il suo terzo mandato nel 2022 (1996-99 / 2009/21) consegnandolo, tuttavia, nelle mani degli ultra nazional religiosi.
Vengono sollevate tante tematiche: il carattere occidentale di Israele che coinvolge l’Occidente, anche in conseguenza della Shoah, in tutte le sue manifestazioni politiche; la forte ma non esclusiva valenza della religione nell’identità ebraica; i pericoli per la modernità del paese molto avanti tecnologicamente ed economicamente (già si colgono segnali di disinvestimenti, fughe di capitali, crollo della Borsa ed indebolimento della valuta nazionale, lo Shekel) ma che potrebbe subire una regressione se diventa uno stato teocratico; le forti polarizzazioni interne che potrebbero, come evento estremo, condurre ad una guerra civile o anche alla scomparsa dello stato come lo conosciamo ora.
Ci si è interrogati se difendere Israele è difendere il concetto di “Israele Terra” o di “Israele Popolo” – dato che i fondamentalisti religiosi e gli ultra-nazionalisti danno la preminenza al concetto “terra” – e ci si è interrogati pure sulla forte presenza di ebrei americani tra i coloni. Ovviamente si è affrontato l’argomento degli arabi israeliani e dei Palestinesi che non sono, purtroppo, rappresentati da leader credibili e autorevoli che li possa guidare e lavorare ad un processo di pace lasciando così spazio ad Hamas e a dei giovani armati pronti a tutto.
Si è analizzato l’influenza che potrà avere il comportamento della diaspora americana, l’unica veramente influente, che consiste in 6.000.000 di ebrei.
Start-up Nation – The Story of Israel’s Economic Miracle è un libro del 2009 di Dan Senor and Saul Singer sull’economi di Israele
Il crepuscolo scendeva lentamente ed eravamo tutti ormai, con la mente, in Medio Oriente.
Tra noi, erano presenti Daniele Regard, capolista di Ha-Bait, della comunità ebraica di Roma e Massimo Bon consigliere UCEI. Il pubblico lentamente si era ingrossato di curiosi ed interessati: si è fermata ed è intervenuta l’eurodeputata (Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale) Daniela Rondinelli, appena tornata per le sue funzioni, da una visita proprio in Israele.
Gemma Vecchio, presidente di casa Africa, alla fine, ha ricordato a tutti che la pace è necessaria per vivere sopra la terra e non sotto la terra. Come darle torto?
Gli argomenti ed il calore con il quale sono stati discussi ed accolti hanno arricchito tutti i partecipante in una serata romana finalmente più fresca, ma certamente non lieve per via di tutti i temi trattati e per la sensazione che le soluzioni non sono certo dietro l’angolo. Fabio ha perfino ipotizzato la possibilità di un referendum.
Non posso che terminare osservando che parlare di Israele ad una festa che è simbolo della sinistra è stato un bell’esempio di apertura culturale e ringraziare, pertanto, tutti coloro che si sono adoperati per consentire questo importante momento di riflessione e di partecipazione!

Patrizia Maccotta
31 Luglio 2023 at 15:52
Ho ricevuto sulla mia posta i seguenti apprezzamenti per l’articolo su Israele. Mi sono chiesta se non ero troppo immodesta a renderli pubblici, ma Sandro (Russo) mi ha incoraggiato a farlo. Poi mi sono risolta: scriverlo mi è costato impegno! È un argomento politico… non mio genere dopo tutto!
Eccoli:
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Un ringraziamento particolare a Patrizia Maccotta che ha saputo raccontare con puntuale cura ogni dettaglio della serata di giovedì 27 luglio alla festa dell’unità sul tema Israele e la Sinistra.
Angelo Di Capua
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Grazie Patrizia del tuo bellissimo e dettagliato articolo, la cui diffusione consentirà di far conoscere a tante persone le importanti analisi e riflessioni che abbiamo potuto ascoltare.
Fiorella Castelnuovo
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Un articolo scritto molto bene che merita di essere letto.
Roberto Maggi
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Complimenti anche da parte mia @Patrizia Maccotta. Grazie!
Guido Laj
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Ciao, letto. Mi colpisce la lucidità e l’articolazione del tuo articolo. Non ti è scappata neanche una virgola di ciò che si è detto! Complimenti
Arturo Casoni