Racconti

Il silenzio d’a cuntrora

di Francesco De Luca

 

E’ difficile conquistare il silenzio dei pensieri nell’estate che tutto macina nella bolgia ogni giorno approntata per soddisfare le richieste dei turisti. L’isola è la meta dove star lontano dal subbuglio della vita giornaliera. Ci si viene per scaricarsi e ritrovare la gioia di vivere, per un periodo almeno, lontano dalle oppressioni del lavoro e della vita sociale.
Si confida sull’apporto della natura, a portata di mano e conciliante, anzi no, amica. Il paese, da parte sua, è a disposizione. Sollecito ad ogni invito. Con un costo, certo, ma questo è nel conto.

Il mare non aspetta che d’essere goduto. Le grotte, i sottopassaggi, gli incavi con i coralli, le cale dove le occhiate ispezionano in cerca di un pasto. Tutto è cristallino, perlaceo, azzurro-mare o verde smeraldo.
I pensieri, in questo silenzio, si scambiano confidenze con l’acqua che solletica gli scogli. E poi, col favore del mattino, i pensieri si calano nel fondo del mare. Lì davanti: immobile, eterno.

Le morti dei migranti non riescono ad imporre la loro tragicità, e nemmeno i pasticci della classe politica. È il favore che si cerca nelle vacanze. Ponza, con l’aiuto dell’estate abbonda di tale grazia. Lo faceva già quando noi si era piccoli, ed era stato scelto come il periodo in cui sui pensieri si stendeva una coltre di silenzio immaginativo.
‘A cuntrora era il pomeriggio  (quando le ore ritornano sui loro passi). Noi lasciavamo di soppiatto le case per ritrovarci dietro la Caletta e lì, all’ombra, si imbastivano giochi poco chiassosi. O, sdraiati sulla fine sabbia, si dava libero sfogo ai pensieri.

Ponza esprimeva la vita di un paese dove la marineria e la pesca eseguivano gli obblighi economici. Ma l’animo cresceva all’interno di solide mura: la famiglia, la fede, il lavoro.

Non voglio cadere nei rimpianti. Non era un ‘tempo d’oro’. Litigi, sotterfugi, crucci, cause penali ce n’erano a bizzeffe, ma i rapporti interpersonali per lo più venivano stimati se erano improntati all’onestà.
Sono pensieri che mi vengono nella controra bruciante di questa giornata. La vista è rotta da natanti che si godono il pomeriggio e nelle orecchie arrivano i gridi di chi nei tuffi trova divertimento.
Elucubrazioni, direbbe Paolo Palazzi. Spero che siano giudicati diversamente.

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