riceviamo da Guido Del Gizzo e pubblichiamo
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Gentile Redazione,
trovo bellissimo e, permettetemi, emozionante, l’intervento di Rosanna Conte sull’archivio storico del Comune di Ponza (leggi qui).
Farò di tutto per seguire o registrare il podcast.
In queste occasioni mi pongo sempre la stessa domanda: ”Perché una persona di questo valore non fa il Sindaco?”
Segnerebbe davvero la differenza.
Fra i molti mestieri che ho fatto, quello al quale attribuisco più senso è la progettazione dello sviluppo locale, perché riguarda un territorio e chi ci abita: e non si può fare un buon lavoro se non ci si “impregna” della cultura e della storia dei luoghi, per capire quale possa essere la direzione da prendere per uno sviluppo possibile.
Il rischio che si corre sempre, però, è quello di innamorarsi a tal punto delle tradizioni e delle storie, che si scivola nella nostalgia del “bel tempo andato” e si immagina che le soluzioni che cerchiamo, per il presente, consistano nel convincere “quelli che non l’hanno capito, perché non l’hanno mai vissuto e nemmeno immaginato” e riproporre modi e tecniche di vita del passato.
Non funziona mai.
Viene in nostro soccorso un aforisma di Mahler – o di Jaurés, la questione è controversa – che recita: “la tradizione non serve a custodire le ceneri, serve a custodire il fuoco”.
Io preferisco adattarlo al mio lavoro, pensando che la tradizione non serva a venerare le ceneri, ma a trasmettere il fuoco.
Perché la storia del progresso che conosciamo, è una storia di tradizioni superate e di saperi trasmessi, di culture contaminate da altre: e sorrido, ogni tanto, quando leggo nei commenti le affermazione di chi, a Ponza, non vuole essere colonizzato, come se i Ponzesi non avessero diffuso tecniche e attività in tutto il Mediterraneo, nell’ultimo secolo e mezzo.
E’ previsto, per il prossimo sabato 10 giugno, un convegno, sull’isola, organizzato dalle organizzazioni industriali, dal titolo immaginifico “ARIA”, che è l’acronimo di “Accoglienza, Risorse, Infrastrutture, Ambiente”.
Vi assisterò per varie buone ragioni, la prima delle quali è la grande curiosità per la visione che soggetti esterni, e variamente interessati, hanno dell’isola, delle sue prospettive e del suo potenziale: poi sarà interessante ascoltare l’Amministrazione Comunale e comprendere gli orizzonti luminosi del suo piano parcheggi, appunto a proposito di accoglienza, ambiente, infrastrutture e risorse.
Al convegno è previsto l’intervento anche dell’Assessore Ciacciarelli, il responsabile regionale del Piano dei Porti, di cui avete recentemente riportato le dichiarazioni sul tema.
Per quel poco che ci capisco, Ponza ha un potenziale enorme: non per diventare “la Capri del prossimo secolo”, ma per essere un modello virtuoso di come si possano risolvere problemi arcaici sviluppando innovazione, che poi diventa competenza da vendere e condividere.
Pensando soprattutto ai giovani ponzesi – ho due figlie poco più che ventenni – che non conosco ma che immagino simili ai giovani di questa età: fondamentalmente sradicati, abituati a frequentare più personaggi che persone, rifugiati, per la maggior parte del tempo, in orizzonti ampi quanto lo schermo di un computer o, peggio, di uno smartphone, anche perché le forme e i modelli di incontro e confronto, da decenni, avvengono solo nell’ambito di format progettati e venduti da altri.
Viviamo in un tempo, nel quale entusiasmo ed esuberanza vengono guardate con sospetto, mentre il modello di convivenza assomiglia sempre più alla clinica psichiatrica di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, con l’infermiera Mildred che controlla tutto…
Cordialmente
Guido Del Gizzo
P.S. Qualcuno della redazione sarà presente al convegno?
Biagio Vitiello
9 Giugno 2023 at 18:46
Credo che Del Gizzo stia un pochino esagerando, specie con il suo ultimo articolo: ma ce lo deve dire lui chi candidare ed eleggere a sindaco di Ponza?
Quando si cominciano a fare certi nomi, specie da parte di chi non è addentro alle dinamiche della nostra collettività, si rievoca ciò che avviene per il Conclave: si entra papa e si esce cardinale!
Del Gizzo è molto attento a determinati problemi che interessano la nostra isola: con quali finalità?
Un problema di primaria importanza che assilla noi ponzesi è la sanità. Su questo sito, nessuno tratta di questo problema vitale, sia pure in maniera accennata.
Ultime notizie in proposito: non si sa quando verrà l’ortopedico; mentre il radiologo (per le ecografie) verrà forse a luglio.
Mi chiedo:
– Ma Ponza a quale Stato appartiene?
– Ma il sindaco di Ponza (primo responsabile della sanità pubblica del paese) si interessa del problema sanitario della collettività che amministra?
vincenzo
10 Giugno 2023 at 11:01
Biagio ti ricordi quel detto ” ha perso le pecore ora cerca la lana”.
Per riottenere “la lana” ogni argomento è buono.
Io invece penso che questo Sindaco deve fare un “piano di rientro” per risanare il bilancio comunale e che toccherà, ancora una volta, ai residenti, accollarsi le spese.
Abbiamo avuto padroni e padroncini ad occupare il Comune di Ponza e che cosa hanno saputo fare? Solo debiti.
Chiedo all’attuale Sindaco di fare conoscere ai cittadini il contributo che hanno dato, nel tempo le varie amministrazioni,(Balzano, Vigorelli, Ferraiolo, Ambrosino) ad incrementare il debito pubblico.
Redazione
10 Giugno 2023 at 16:04
Il dottor Biagio Vitiello ci informa che oggi l’ortopedico è arrivato: e questa è un’ottima notizia, molto attesa, per tutti i ponzesi. Dati i giorni che l’isola ha appena cominciato a vivere per i festeggiamenti in onore del patrono San Silverio, potremmo definirlo un “piccolo miracolo”. Sappiamo bene che in un’isola tutti gli accadimenti si ingigantiscono: nel male, ma anche nel bene.
Guido Del Gizzo
11 Giugno 2023 at 07:57
Gentile Redazione,
abuso della vostra cortesia, ma devo raccontare una storia.
Una decina d’anni fa, tornando a vela dal Dodecaneso, scoprimmo per caso Monemvasia – nome greco di Malvasia – una rocca sul mare, collegata alla terra ferma appena da una lingua di terra, all’estremità meridionale, lato est, del dito orientale del Peloponneso.
Monemvasia era una colonia veneziana, distrutta dagli Arabi prima di Lepanto (1571).
Di essa, fino al 1970, non restavano che le rovine e, a stento riconoscibili, il perimetro delle case.
Il caso volle che l’intera rocca venisse acquistata da una famiglia greca, composta da una madre archeologa, un padre ingegnere ed un figlio architetto.
Così, mentre nel resto del Mediterraneo, tra il 1970 e il 1980, da Gibilterra a Messina, da Atene a Cipro, le coste venivano devastate dalle operazioni immobiliari più dissennate, loro ricostruirono Monemvasia rispettando perimetri e volumi del 1500.
Ricostruirono 47 luoghi di culto, tra chiese e cappelle, e tutto il paese medievale, con i materiali del posto.
E, in anticipo sulle mode, dotarono gli interni della domotica più avanzata per l’epoca.
Monemvasia è un luogo delizioso, sembra Positano in fondo all‘Egeo ed è diventata uno dei luoghi più esclusivi ed a più elevata redditività immobiliare del Mediterraneo, Malvasia e olio di oliva di buona qualità a parte.
Quello che voglio dire a Biagio e Vincenzo è che la cultura fa la differenza.
Cultura, competenza ed intelligenza costituiscono ciò che noi chiamiamo ”sapienza” e la sapienza serve.
Siamo abituati a pensare di dover essere governati da chi rappresenta ciò che siamo, ma è sbagliato.
Dobbiamo essere governati da chi rappresenta, almeno, il meglio di ciò che siamo e, possibilmente, ciò che vogliamo diventare.
Non conosco la professoressa Conte, non ho mai pensato di avere titolo a candidare qualcuno ad alcunché, ma penso, ed è quello che ho scritto, che è il genere di persone che sarebbe bene che governasse questo tempo.
Vivremmo tutti in un modo e in un mondo diversi e sono convinto, Biagio, che funzionerebbero meglio anche i servizi sanitari.
E, Vincenzo, non ho perso proprio nessuna pecora.
Cordialmente
Guido Del Gizzo