Editoriale

I miracoli non esistono… o non ci crediamo più

di Sandro Russo

 .

Ho letto con perplessità crescente l’ultima epicrisi di Franco (leggi qui).
Forse non ho colto tutti i profondi risvolti del suo pensiero, ma per quel che sono riuscito a capire dissento totalmente.
Contemporaneamente penso di dover dare alcuni chiarimenti ai lettori: a titolo personale – non della Redazione che a quanto si dice è popolata da fantasmi (!?) – da redattore impegnato a tempo pieno nel sito, nonché socio fondatore, insieme al solo Giuseppe Mazzella (l’avvocato), tra i componenti della redazione attuale.

Dissento soprattutto sull’affermazione: “Ponza e la sua realtà fisico-umana c’è ben poca nel Sito”.
Affermazione palesemente contraddetta dall’elenco successivo che enumera circa la metà degli articoli a tema isolano. Cui bisogna aggiungere i due di suo pugno, di maggior pregnanza sulla “realtà fisico-umana”: non inclusi nell’elenco (leggi qui e qui). Perché? Eppure facevano parte dei pezzi della settimana!

E ancora no! …non è vero che “il Sito è popolato dai fantasmi. Del tutto lontani dalle finalità costitutive del Sito”.
Perché almeno relativamente a questo aspetto, del sito possiamo dire: “Missione compiuta”.
Abbiamo raccontato la storia e ogni minimo aspetto del nostro mondo ponzese, la formazione comune della nostra generazione e tutta l’isola “com’era”. E in questo va riconosciuto il grosso apporto fornito dallo stesso Franco come contributore esterno: Su Ponza ha raccontato e racconta tuttora tanto…
Irrilevante che poi alcuni di noi abbiano avuto una vita e una storia fuori da Ponza: l’imprinting culturale è rimasto.

Annetto al sito una vitalità e una resilienza, una essenza propria che risiede sostanzialmente nella sua memoria: per quanto ha ponza-raccontato in dodici anni e mezzo di attività e in oltre quindicimilacinquecento (!) articoli.

Ma al di là delle parole, ferali e contundenti, non riesco a vedere in Franco De Luca un nemico del sito (…e sì che ne abbiamo avuti nel corso degli anni, e altre volte abbiamo nuotato controcorrente); caso mai un fratello maggiore che ha esagerato in critiche per la troppa sollecitudine.

Preoccupazione che per alcuni versi è anche la nostra – di tutti i redattori intendo – per il declinare delle forze, il moltiplicarsi degli impegni extra-sito e la mancanza di ricambio generazionale.
È stato, quel mondo, quella Ponza, un sogno solo nostro? Bella, quella vita, anche se purtroppo quei tempi non torneranno…
A parte che allora eravamo giovani, il fatto è che ora il mondo è un po’ (parecchio) più brutto; l’isola più consumata, gli entusiasmi spenti.
Forse è per questo che quelli che sono giovani adesso si sentono impari all’impresa di raccontare la loro parte (da giovinezza – di isola – di mondo)? Di esprimere la propria testimonianza, lottare per affermare le proprie idee?

È un dato di fatto che tra defezioni, disimpegni e mancato ricambio rimarremo sempre di meno come corpo redazionale operativo. Meno teste a pensare, meno occhi a guardare, meno tempo “sul pezzo”.
Per forza di cose il numero e la varietà degli articoli si ridurranno, i tempi di attesa dei contributori saranno più lunghi, ridurremo le collaborazioni esterne. Anche la ricerca di quanto succede, si vede o si scrive su libri e giornali, di interessante per- / intorno a- l’isola, si ridurrà. Le conseguenze si renderanno palesi a breve.
Pochi saremo – forse non più di due – ma irriducibili nel credere che questo sia un buon progetto, vitale per l’isola come il respiro. Veramente a credere questo sono in tanti, tutti, ma ad operare concretamente molti di meno.
Che succederà allora?
I lettori ci abbandoneranno?
O dalla difficoltà contingente trarranno stimolo a svolgere parte attiva lettori anziani o dell’età di mezzo o perfino giovani – e davvero sarebbe il caso di parlare di “miracolo”! – per un apprendistato in “Partecipazione-&-Comunicazione che potrebbe avere aspetti entusiasmanti.

Perché il sito è fatto da chi ci scrive e ci crede; “è” di quelli che lo costruiscono pezzo per pezzo, giorno dopo giorno.
La visione del mondo che ne traspare per forze di cose riflette le vite, le scelte, la scala di valori degli Autori. Nel lungo periodo sono essi che determinano l’orientamento del sito; e l’epicrisi settimanale ne è il fulcro.

In questo condividiamo le (poche) parole positive e di speranza dello scritto di Franco: “un appello affinché ci si impegni di più”.
Mentre la gran parte di quel che ha scritto non ci ha fatto piacere. Non per ideologia o per il fastidio di essere stati contraddetti  – abbiamo passato quell’età – ma perché non ci conforta e non ci aiuta nel lavoro che ci attende.

Gli americani sempre magniloquenti e un po’ retorici parlano di “mission” per ogni impegno o grande progetto. Noi ribadiamo di non credere ai miracoli ma l’idea di agire per un bene comune ci prende ancora, così come quella di aggregare quanti ancora credono che ogni cosa –  perfino l’isola, nel vasto mondo -, possa migliorare per l’effetto di tante piccole azioni.

1 Comment

1 Comment

  1. Daniela Sialbani

    31 Maggio 2023 at 13:04

    Ho letto tutto, e quest’aria di disfatta l’avevo sentita ogni anno; ogni momento di riflessione sul sito vi ha portato tutti a difenderlo, ma non ad impegnarvi di più personalmente.
    Non saprei cosa proporre, ma certo il mondo chiuso dell’isola ha trovato luce da questo sito. Fate di tutto per salvarlo perché in un mondo “di naviganti, pescatori, contadini e poeti” c’è ancora molto da scoprire!

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