Racconti

La ricerca del parente confinato a Ponza

riceviamo in Redazione da Bianca Nischio e pubblichiamo

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A seguito di un precedente contatto – e articolo sul sito: leggi qui – abbiamo qui, grazie a Bianca Nischio, il racconto di come è nato l’interesse per la ricerca del parente scomparso e dei passi che hanno portato al ritrovamento.

Gent. Redazione
Buongiorno, grazie per l’interesse dimostrato alla mia storia.

Sono nata e cresciuta a Genova nel quartiere Foce e in casa fin da bambina ammiravo questo quadro in ricordo di Nischio Tito, caduto per la libertà, corredato di foto della lapide e foto della persona. Dai miei genitori cominciai ad apprendere che si trattava dello zio di mio padre (fratello di mio nonno) che si oppose al fascismo e lottò per i suoi ideali, e che in una via vicino a casa esisteva una sezione del PCI dedicata a lui.
Crescendo e studiando come tutti, appresi cosa fosse il fascismo e l’ importanza dei partigiani.

Quando i miei genitori morirono io ero ancora molto giovane, dovetti cambiare casa e portai con me quel quadro.
La foto in mio possesso è vecchia e non nitida ma con pazienza e armata di ogni mezzo di ingrandimento riuscii a leggere che Tito morì a Ponza.

Attraverso internet finalmente mi si aprì un mondo scoprii che Tito Nischio era un dirigente metallurgico, sindacalista e che fu confinato a Ponza per le sue idee politiche e perché ritenuto persona pericolosa. Scoprii che insieme a lui era confinato il nostro amato ex presidente Sandro Pertini il quale in un suo scritto nominava il mio parente (v. sotto un suo articolo pubblicato su l’Avanti! del 25 apr. 1970).

In me cresceva sempre più il desiderio di recarmi su questa lapide ma non avendo certezza della reale ubicazione  (nemmeno su  internet trovai foto) continuavo a rimandare.

Quest’anno, approfittando di un periodo di ferie, ho organizzato il viaggio Gaeta e Ponza, con l’idea che anche se non avessi trovato ciò che cercavo, avrei comunque visitato dei bei posti.

Il 23 marzo sono stata sull’isola di Ponza, ho preso un monolocale attraverso l’Agenzia Maridea e ho mostrato subito la foto del monumento, ma il personale dell’agenzia, sul momento non ha saputo darmi informazioni certe. Mio marito ha cominciato a chiedere agli anziani dell’isola, finché la proprietaria del negozio “Confinato a Ponza” ci indicò Giovanni Pacifico, falegname, il cui nonno conversava con Pertini durante il confino. Egli mi disse che la lapide si trovava al cimitero e, in quel momento, mi arrivò una telefonata da parte del personale dell’agenzia Maridea i quali che si erano prodigati per avere l’esatta ubicazione della lapide confermando che si trovava al cimitero e precisamente già alla “Batteria”.

Il mattino seguente mi sono subito recata al cimitero (un bellissimo cimitero sul mare) e dopo qualche giro finalmente la lapide apparve ai miei occhi pieni di emozione e orgoglio.
Allego foto

Ringrazio tutti gli abitanti di Ponza che hanno contribuito a realizzare questo mio desiderio, ho trovato  gentilezza e disponibilità veramente ineguagliabile.

Bianca Nischio

Il quadro a casa dei miei

 

Nota della Redazione
Il racconto di Titì, il cane amico dei confinati, si può leggere anche sul sito (leggi qui)

1 Comment

1 Comments

  1. Rosanna Conte

    4 Aprile 2023 at 16:57

    La difficoltà dei ponzesi, se non l’esistenza della stessa stele, a ricordare l’ubicazione della stele ci suggerisce che sarebbe opportuno, se non necessario, che ci fossero cerimonie pubbliche, come quelle che si svolgono per il 4 novembre col ricordo dei caduti della prima guerra mondiale. L’ANPPIa, che ha eretto quella stele nel 1968, quest’anno tornerà sull’isola per deporre le sue corone sia alla stele posta nel cilmitero sia alla lapide posta fuori al camerone Manciuria in via Roma. La cerimonia, parte del programma del primo Viaggio della Memoria che si svolgerà a Ponza dal 12 al 14 maggio, prevede, ovviamente la presenza del sindaco. Sarà l’occasione per ricordare coloro che sacrificarono la loro libertà e la loro vita per lottare contro il regime fascista. Se la signora Bianca ne avrà l’occasione, potrebbe ritornare nella nostra isola e, questa volta, potrà visitare il monumento alla presenza di un folto numero di persone.

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