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Battaglia persa, questa settimana, riportare ad un quadro unitario i pezzi usciti sul sito, tanto sono dispersi e frastagliati, perciò tentiamo un altro approccio – cabalistico, si può dire? – per tenerli insieme.
La realtà è eterogenea di suo, le sue interpretazioni diverse: piuttosto che tentare una ricomposizione, tanto vale ricorrere alle arti magiche! Non che ci si creda, ma un gioco vale l’altro.
A volte il caso e il c… (sempre di quattro lettere) vengono in aiuto. Infatti la prima coincidenza è – come si può vedere dall’elenco sottostante, cliccare per ingrandire -, che gli articoli risultano perfettamente equipartiti, tra le voci ponzesi (in azzurro) e quelle aliene (in rosso mattone).
Nella settimana appena trascorsa, pareggio: Ponza – Resto del mondo, 13 a 13.
Procederemo quindi nel modo più classico, ricordando alcuni articoli; gli altri sono comunque citati con il titolo preciso e i lettori interessati possono facilmente recuperarli.
Perché a qualcosa serva questa lettura, voglio sottolineare, con l’esperienza del redattore di vecchia data, che ho utilizzato, per un pezzo in particolare – La poesia trascurata –, le informazioni aggiuntive che potevamo venire dalla ricerca degli articoli precedenti. In quindicimila e passa articoli c’è una ricchezza incommensurabile a portata di mano) e il riquadro “Cerca nel sito” è lì apposta per poterne fruire.
E di poesia sul sito si è scritto molto, con approfondimenti per niente banali. Mi chiedo se qualcuno appassionato abbia mai cercato le poesie pubblicate quelle dedicate al mare [cercare nelle categorie “Poesia” (692 voci sul sito) e “Mare-letteratura” (380 voci)]; anche le categorie hanno un apposita finestra per la ricerca.
Ce ne sono di perle, in quel mare!
Sono perle, quelli che erano i suoi occhi: Those are pearls that were his eyes
Perché il sito è molto più di un giornale – è quasi un forziere che conserva memorie che abbiamo dimenticato; tanto che i giornali seri, stanchi che sentirsi dire che “il giorno dopo sono buoni solo per incartarci in pesce” hanno un sito che li fiancheggia – e serba la memoria di quel che vi si è scritto. Integrando la ricerca con Google e Wikipedia – abbiamo scritto delle vere elegie per Wikipedia: leggi qui e qui – vi si può trovare praticamente tutto lo scibile umano. L’importante è sapercisi districare, imparare a distinguere il vero dal falso, fare una sintesi utile.
La vasta sapienza/memoria del sito mi ha anche aiutato per il ricordo di Iacovitti e per il francobollo di Ponza.
Perché il nostro pensiero, e la scrittura come sua espressione, si nutrono di rimandi, a tutti i livelli, tanto che Franco De Luca titola un suo pezzo Come i ‘Malavoglia’ e a tutti viene in mente la storia raccontata magistralmente da Verga e poi trasposta in film da Luchino Visconti (La terra trema, del 1948).
Altri rimandi e connessioni. Con il sito abbiamo conosciuto una cantante brava: Michela Gazzolo, amica di Monica Conversano, abitué ed entusiasta di Le Forna (musicista di professione e appassionata di poesia).
E il caso ha portato a far coincidere un amico ritrovato, un’esperienza diretta dell’Africa e una intensa vena poetica.
Intanto a Ponza dopo una fugace parentesi di maletiempe, questo fine settimana festeggia San Giuseppe, una ricorrenza che mobilita e unisce tutta la gente Santa Maria e trascina il resto dell’isola: continueremo a seguirne le cronache e i foto-racconti da Martina.
Per chiudere questa breve ma densa epicrisi, cito la versione completa della formula citata nel titolo, ispirata dal libercolo dell’amico Renato Ribaud: Aglio, fravaglie, fatture ca nun quaglie, corna, bicorna, cape ’e alice e cape d’aglio”.
Mi è anche rimasta in testa un particolare della tradizione napoletana per tener lontano il malocchio: l’uso di mettere fuori dalle abitazioni gomitoli di lana arruffata o vecchie scope capovolte per impedire a streghe, spiriti e presenze di entrare in casa. La leggenda vuole infatti che simili espedienti siano in grado di catturare l’attenzione delle entità malevole che, compulsivamente intente a sbrogliare le matasse o a contare le setole della scopa, passano tutta la notte a “lavorare” senza poter entrare nelle case.
Immagine suggestiva, ma la rovescerei in positivo.
Vedo me e chi mi legge intenti ad acquisire cumuli di informazioni, a ripetersi (o creare) poesie che allargano il cuore e la mente, a raccontarsi storie per “tutta la notte”: in modo da rimanere occupati. Divergendo quindi l’attenzione da una realtà sgradevole che non riusciamo a cambiare con i mezzi a disposizione, per ora disbrogliamo matasse e contiamo le setole delle scope. Adda passa’ ’a nuttata!

Patrizia Maccotta
19 Marzo 2023 at 12:40
Simpatica, vivace la tua epicrisi, Sandro! Se vuoi gomitoli di lana per respingere le streghe – anche noi abbiamo i nostri banshees e pure Ponza è un’isola – ne ho tanti, di tutte le dimensioni e di tutti colori dopo il loro uso. Lavorare con i ferri e contare i punti è terapeutico. In questo periodo ha sostituito lo scrivere. Ma!