Attualità

Destra, sinistra, centro

di Pasquale Scarpati

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Il riferimento di questo articolo di Pasquale è alla questione, dibattuta su queste pagine, dell’esagerato astensionismo ponzese, con precedenti interventi di Silverio Tomao, Rosanna Conte, Enzo Di Giovanni e Sandro Vitiello (cfr). Problema generale, che a Ponza ha assunto una rilevanza particolare.

Non so. Quando il mondo era “ristretto” nei confini del proprio Paese, chi aveva “l’occhio lungo”, riusciva ad amministrare le masse. Oggi che il mondo è divenuto realmente piccolo, queste si sono “dotate” di una certa autonomia. O almeno ci provano.
Nel secolo XIX i reazionari erano fermamente contrari al progresso nei trasporti e nelle comunicazioni. Perché sapevano bene che queste ‘diavolerie’, nel bene e nel male, sarebbero state foriere di nuovi pensieri. Ma c’è stato anche chi, con acume ed intelligenza, ispirandosi al Regno Unito (nazione all’avanguardia in quel momento) pur nel conservatorismo, seppe cavalcare queste ‘novità’.

Oggi che tutti hanno aperto gli occhi sul mondo da cui prendono ciò che vogliono e viaggiano in lungo ed in largo, virtualmente e praticamente – anche i figli che vanno a lavorare all’estero, portano nuove esperienze – sembrano/sembriamo non aver bisogno di “intermediari”.
Però si avverte la percezione che il nostro Paese sia ancora ancorato a qualcosa di vecchio, di ammuffito, di stantio.
Io ho la sensazione:
a) che tutto ciò che si dice, si sbandiera sui mass-media, sui social o dove volete, sia solo di facciata;
b) che mentre il Mondo galoppa, noi caracolliamo su una schiena di mulo che lentamente arranca in salita – eppure il mulo è forte e la salita non gli dovrebbe essere troppo di peso! Ma è vecchio –
c) che nei fatti concreti, reali, se vogliamo quotidiani, si è fatto e si fa poco o nulla oppure nulla di sostanziale che vada a interagire con il cittadino per farlo sentire tale; d) che spesso si sprecano i “nostri” soldi per cose inutili!

È pur vero che per la nostra storia siamo stati abituati ad essere sudditi più che cittadini ma ora, con gli occhi per il mondo, penso che le persone vogliano partecipare; però nello stesso tempo accusino una certa “stanchezza” perché hanno la sensazione di combattere contro i “mulini a vento”.
O forse la mia visione è offuscata da fatti personali di scarsa rilevanza. Potrei fare qualche esempio tratto dalla mia esperienza. Prenotazioni di esami diagnostici alle ASL: tempi biblici! Se non farraginosi! Si dice meno burocrazia: ma quando mai!? Forse io non faccio testo e magari la maggior parte delle persone ha esperienze migliori della mia in ogni settore. Ma io mi attengo a ciò che vivo quotidianamente dire e che si dibatte intorno a me: sarà questo, sarà quello; per colpa di tizio o caio. Il problema è chesi ripropongono gli stessi problemi  e si sentono le stesse lamentele sia quando ha governato la destra, sia quando ha governato la sinistra. È cambiato poco. Quel poco però è stato reso come evanescente o nullo effetto di cavalcare il… mulo e che pertanto come se non fosse mai avvenuto. Ma questi sono solo “volgari” (da vulgus: popolo) esempi.

Pertanto penso che si diviene scettici, non si crede più a ciò che viene sbandierato a destra e a manca (è proprio il caso). Spariti i valori di una volta, ci si affida a quegli uomini (uomini, non idee) che in quel momento sembrano – dico sembrano -, dare più garanzia di un vero cambiamento.
Così è successo con i 5 Stelle così è successo con FdI. I primi che sbandieravano radicali cambiamenti, sono stati fagocitati dal “sistema” e quasi quasi stritolati (si son salvati per il “rotto della cuffia” o meglio per il reddito di cittadinanza); ora con i secondi si sta in attesa, come stette don Abbondio, ossequiente in attesa della ‘paternale’, davanti al cardinale Federico Borromeo.

Io (non so altri) sono “in attesa” ma non come avveniva una volta, aspettando che dal cielo scenda ’u panariello ( in tutti i sensi) o che il governante di turno faccia… “l’elemosina” soprattutto appena prima di una tornata elettorale. Allora fioccavano stanziamenti e aumenti in busta paga. Tant’è che ironicamente dicevo: “Ci vorrebbe un’elezione almeno ogni anno!”; salvo poi “riprenderseli” sotto altra forma in un secondo momento.
Attendo, pertanto, strumenti veramente efficienti affinché ognuno, anche nel proprio piccolo, ci si possa sentirsi a suo agio ( inteso anche e soprattutto in senso lato): cittadini e non sudditi.
Faccio ancora degli esempi.
Tutti da sempre hanno affermato ed affermano (trovatemi chi abbia mai detto il contrario): “Stiamo vicino a pensionati, lavoratori, famiglie ed imprese; bisogna incrementare le nascite”. Va benissimo. Poi però accade che quando vado a fare la spesa faccio i conti della… serva! Trovo che quel poco di aumento sulla pensione è stato rosicchiato da aumenti generalizzati in tutti i settori. Devo rimetterci il resto o devo tirare la cinghia: devo vedere come risparmiare per non ‘sforare’ il budget familiare. Penso che ne soffrano tutti: chi compra e chi vende ed anche chi dà servizi (turismo ed altro).
Accade:
a) che i genitori (obbligati a lavorare entrambi o separati o divorziati) non sanno dove portare i neonati se non in costosi asili nido privati;
b) per fortuna, a volte ma non sempre, pur con i loro acciacchi ci sono anche i… nonni!
c) che i pannolini costano un botto!
d) che se i bambini stanno male i genitori non sanno che pesci pigliare! Una persona spendeva il suo stipendio interamente per la baby sitter!

È facile dire: procreate! Non è più il tempo del “crescete e moltiplicate”: quando c’erano le fasce che ripetutamente si lavavano e si riciclavano; quando i pantaloni del più grande passavano ai più piccoli fino a quando non divenivano pezze; quando le bambine portavano i calzettoni fino alla pubertà ed anche oltre; quando la palestra era una… gratuita via o piazza polverosa.
Bisognerebbe, a mio avviso, muovere meno carte e più soldi. Attraverso sistemi efficienti e trasparenti. Quando si sbaglia la giustizia si deve muovere rapidamente e non invischiare tantissime persone, insieme, ma ognuno con le proprie responsabilità, anche perché “tanti galli a cantare non fa mai giorno”.
Meno grovigli per aprire industrie e fare opere pubbliche, le quali a loro volta devono veramente servire, essere di utilità alla popolazione (anche il solito rifacimento marciapiedi o rotonde! Ma non solo), ed essere portate a termine.
Penso che si è stanchi di chiacchiere. Noi avanti nell’età e quelli più giovani sentiamo, vediamo se non verifichiamo che altrove ci si muove in altra maniera e ci chiediamo il perché e soprattutto ci chiediamo perché mai non facciamo come i Romani che prendevano il meglio (per loro) dalle popolazioni con cui venivano a contatto (dall’arco, al gladio ed altro).
Oggi siamo a contatto con il mondo intero e nascondersi dietro “non si può fare” sembra un non senso. Pertanto mi chiedo, ad esempio, perché mai qualsiasi innovazione che si faccia (anche lodevole) immediatamente la si rende farraginosa se non addirittura si trova e si attua il “rovescio della medaglia”! Super bonus e reddito di cittadinanza, insegnano!
Infine mi chiedo perché si frappongono ostacoli alla ricerca. Mi rallegro ma nel contempo sto male quando sento di scienziati che hanno avuto riconoscimenti internazionali per il loro operato ma prodotto all’estero perché da noi hanno trovato poco spazio. Mi chiedo: c’è, di converso, qualche scienziato straniero che abbia ottenuto qualche riconoscimento internazionale operando in Italia? C’è qualcosa che non va!
Per me queste sono alcune delle cause della disaffezione verso la politica e del voto “ondivago”! O forse in questa cacofonia si è ripetutamente insoddisfatti e non si sa più a che cosa aspirare! Per fortuna che si può andare a votare liberamente!
– Alla prossima! – dice Pasquale

Immagine di copertina. Vignetta di Mauro Biani (a cura della redazione)

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