Canzoni

Una canzone per la domenica (235). Tananai e il suo ‘Tango’ per l’Ucraina

di Luisa Guarino

Magari più che “Tango” potevano intitolarla “Non è mai lunedì” la canzone con cui Tananai, giovane artista milanese 27enne, si è classificato quinto all’ultimo Festival di Sanremo, il 73° nella storia della più longeva kermesse musicale italiana. Per la cronaca, è la prima volta che nella manifestazione canora più nazional-popolare della Penisola la rosa dei vincitori non è più di tre cantanti, ma di cinque. Questo brano molto romantico, composto anche  dallo stesso Tananai (che nella vita si chiama Alberto Cotta Ramusino) oltre che da Paolo Antonacci (figlio di Biagio nonché nipote di Gianni Morandi), ha conquistato subito il pubblico, anche se tutti si sono chiesti il significato del ritornello quando dice “Amore tra le palazzine a fuoco / La tua voce riconosco / Noi non siamo come loro”. Una storia d’amore struggente, tutti d’accordo: ma qui da noi di palazzine a fuoco non ce ne sono.

Poi sono arrivate le serate successive, e nell’ultima il cantante si è presentato sul palco con in mano una rosa gialla e una azzurra; nel frattempo sui social ha cominciato a spopolare il video del brano, ispirato a una coppia di giovani ucraini separati dalla guerra, lei con la figlia in Italia, lui lontano, a combattere in patria: la commozione sale alle stelle. Tananai ha compiuto una scelta di impegno civile e umano, la componente di drammatica attualità ha fatto il resto.

Ho notato il giovane cantante fin dal suo esordio nell’edizione 2022 del Festival di Sanremo: all’epoca si classificò all’ultimo posto con un pezzo piuttosto soft intitolato “Sesso occasionale” che subito dopo l’uscita ‘spaccò’, per usare un termine diffuso tra i più giovani.

A seguire, la scorsa estate “La dolce vita” cantata in trio con Fedez e Mara Sattei è stata uno dei tormentoni della bella stagione. Di entrambi a tempo debito ho scritto, poiché della musica cosiddetta leggera preferisco soprattutto l'”hic et nunc”, e oggi mi piace trovare conferma al detto “non c’è due senza tre”.

“Tango” è arrivata sul palco di Sanremo una decina di giorni prima del primo (e ci auguriamo ultimo) anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina. Tra paiellettes, fiori, colori, voci e strumenti musicali, Tananai ha fatto irrompere una vicenda triste e bellissima, dolce e drammatica, che si conclude con parole che riempiono d’angoscia: “Io tornerò un lunedì. Ma non è mai lunedì”.

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E’ perfino banale pensarlo e dirlo: quel lunedì dovrà arrivare, speriamo prima possibile. “Adda passa’ ‘a nuttata”: anche la notte infinita dell’Ucraina dovrà passare.

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