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L’epicrisi settimanale, l’abbiamo già detto qualche altra volta, è sempre il risultato di un rimescolamento, nella testa del redattore di turno, di quel che ha letto, sentito e pensato durante la settimana e degli articoli che ha letto sul sito.
Dal punto di vista di chi la scrive è qui l’interesse: la curiosità di vedere quel che il sito propone, tra i contributi originali e gli echi, di quel che succede a Ponza e nel mondo, nel suo vissuto. L’epicrisi ha quindi una componente oggettiva e una soggettiva.
Il dato di fatto, questo giro, è che su una trentina di articoli – settimana ricca, sì! – ben 19 sono focalizzati sulla realtà locale (e dintorni). Con buona pace di chi sostiene che sul sito si parla poco di Ponza.
Seguono a buona distanza altri due temi (più o meno con pari rappresentanza): la guerra (6 pezzi), che nostro malgrado ci è entrata nella vita e nel sentire quotidiano; e la cultura (5 pezzi), termine aborrito da ogni Giggino Sang’ ’i retunne che si rispetti [1].
Quindi c’è poco da inventare. I temi sono questi, definiti e ben esposti.
È qui si inserisce e si sovrappone la componente personale, e ci può essere qualche spazio di imprevedibilità e sorpresa che rende meritevole la lettura delle epicrisi (non solo di questa), al di là del puro sommario dei pezzi della settimana.
Ricordo quel che diceva un cinefilo d’antan come Enrico Ghezzi [2] che ha educato al cinema decine di appassionati (della mia età e anche più giovani). Nella sua rubrica “Fuori orario” e nelle sue maratone di cinema che teneva a orari impossibili (notturni e/o antelucani) su Rai 3 mandava film rari e sconosciuti ai più, che lo spettatore recepiva in una specie di dormiveglia di cui solo una parte era costituita dal film in onda; l’altra, forse la più interessante, era il film che si ricreava nella sua testa, in cui si mescolavano fotogrammi sparsi, del film, ma anche brandelli di sogno del fruitore, in un insieme inestricabile e assolutamente originale.
Questa settimana – d’abitudine libero da condizionamenti televisivi -, ho visto film, un paio di volte sono andato a teatro, occasionalmente ho assistito a un concerto, ogni giorno ho sfogliato almeno un giornale, qualche libro già letto (alla ricerca di qualcosa che mi frullava per la testa). Per il resto faccio cose (di campagna), vedo gente, parlo al telefono, sto al computer… insomma tutto come da classica citazione morettiana.
Ecco il plotone ponzese (in ordine temporale di pubblicazione, dai pezzi meno recenti a quelli odierni):
– L’agro pontino com’era – proposto dalla redazione, un articolo geografico-storico-antropologico ispirato ad Antonio Pennacchi e al suo ‘Canale Mussolini’.
– La scomparsa, in America, di Tristano Rivieccio – A cura della Redazione su segnalazione molto addolorata e partecipe di Maddy Del Ponte.
– Notizie dalla stampa su Ventotene: l’inizio difficile del neo-commissario Macioce, a cura della Redazione.
– Filippo ’u curallaro, le tre vite di un ex corallaro di Ponza, di Franco De Luca. Sul pericoloso lavoro dei corallari, specie quelli che lavorano in immersione, (ri)proporremo quanto prima uno scritto che ci ha inviato Silverio Tomao, che qui ringraziamo.
– Carnevale a Ponza, di Martina Carannante –“Non solo Viareggio” –, sarebbe da sottotitolare.
– Il Meteo (110). La settimana da lunedì 20 febbraio 2023, a cura della Redazione, dal lavoro oscuro ma prezioso di Sandro Romano e dei suoi giovani della Protezione Civile, con aggiornamenti spesso corredati da bellissime fotografie di Ponza.
– Elezioni regionali, parliamone, di Rosanna Conte, in risposta ad un articolo su qualche giorno prima di Silverio Tomao: (leggi qui). È il primo di una tripletta di articoli sulle Elezioni Regionali, che rispecchiano la posizione del sito, redatti oltre che da Rosanna, da Enzo Di Giovanni (in commento a Rosanna) e last but not least da Sandro Vitiello (vedi in seguito).
– Risposte, commenti e suggerimenti di Silverio Tomao. L’esordio di Silverio Tomao nella difficile arte dell’epicrisi (scherzo!), in cui dispensa pareri, giudizi, pagelle di merito. Pur nella diversità/divergenza di orientamento politico e di vedute, accettiamo il confronto. Alcuni scritti che ci ha mandato meritano di essere riproposti in migliore evidenza (v. sopra).
– Carnevale a Formia, circolazione sospesa per il 21 febbraio, la risposta formiana alle iniziative di Ponza (!?).
– Ponza, l’ultimo saluto dell’Amministrazione comunale al comandante Lauro. Il cordoglio dell’amministrazione che interpreta quello di quanti lo conoscevano.
– Cisterne Vemar ancora per due anni in servizio a Ponza.
– Post scriptum, di Franco De Luca, sulle motivazioni dell’Autore a scrivere di “personaggi” ponzesi della generazione precedente alla nostra, ormai consegnati alla leggenda.
– Gemellaggio Procida-Ponza: l’onda lunga di alcuni scritti e di una proposta di Rita Bosso.
– Posticipo corsa aliscafo Formia-Ponza.
– Pediatria specialistica sull’isola… o forse no? Articolo a cura della Redazione. Abbiamo problemi, qualche volta, con la stampa cartacea locale a confrontare le notizie riportate con la realtà dei fatti. Questo è un caso. Per informazione dei lettori affiliati a Fb segnaliamo una iniziativa del Comune di Ponza che sulla sua pagina Fb “Comune di Ponza Informa”, fa una sorta di Rassegna Stampa e prende articoli di diretta attinenza su Ponza da diverse testate e anche da Ponzaracconta.
– Quaresima, per Maddy Del Ponte, di Maria Conte da Padova. Nel commento di risposta di Maddy ho letto la frase più bella della settimana, quella che più mi/ci sprona a investire sul sito. Dove Maddy dice: “Ciao Maria, che sorpresa stamattina aprire la mia finestra quotidiana sul mondo, ovvero Ponzaracconta e trovare un tuo scritto per me”(…). Che Ponzaracconta possa essere “una finestra quotidiana sul mondo” è una frase da Nobel (…vabbè, da Wikiquote!).
– Le primarie del Pd anche a Ponza, di Rosanna Conte, con contributi di Paolo Iannuccelli e Vincenzo Ambrosino.
– Quel che resta delle elezioni, di Sandro Vitiello, sull’astensionismo alle Regionali, in generale e a Ponza in particolare.
– Dalla stampa, su Ponza e Ventotene, a cura della Redazione, con notizie sulla festa di San Silverio delle Forna e su Ventotene, in particolare con un riferimento interno all’articolo di Latina Oggi del 18 febbraio 2023 (leggi qui), su un supposto illecito compiuto proprio dal generale Macioce commissario straordinario (subentrato a Silvia Costa) per il recupero dell’ex carcere borbonico.
La Guerra
– Lo sguardo di Useppe. Scrivevo prima di aver assistito ad uno spettacolo teatrale. Era in un libero adattamento/riduzione dal monumentale romanzo La storia di Elsa Morante (leggi qui). Quello che soprattutto mi ha spinto a teatro è stato un vago complesso di colpa per avuto ‘per anni’ il libro della Morante sul comodino a fianco al letto e pur piluccando qua e là non aver mai avuto la determinazione e il coraggio di affrontarlo seriamente. Ma poi, durante lo spettacolo e dopo ripensandoci, oltre alla storia rappresentata, mi sono perso nelle analogie col presente e l’articolo per certi aspetti è un commento a un fondo di Barbara Spinelli che non ho del tutto condiviso.
– Prove di ritorno al passato, una proposta della Redazione ripresa da ‘Il Manifesto’ che mi ha particolarmente attirato quale lettore appassionato di fantascienza catastrofica in tempi non sospetti [3].
– Sulla guerra russo-ucraina, scrive anche Franco De Luca, cimentando le notizie ‘aliene’ dei media con lo sguardo ponzese.
– NO, un piccolo film di Marco Tullio Giordana, un breve filmato (meno di 5 min. di durata) che tutti dovrebbero vedere.
– La guerra, come la vedo io, di Pasquale Scarpati. Ammette, Pasquale, di non poter rendere l’esperienza viva della guerra – la paura, l’odore di sangue, di bruciato, di quanto sono roventi i proiettili… – per non averla vissuta, come tutti della nostra generazione. Io mi ero reso conto che era una cosa brutta proprio a Ponza, da bambino, quando vedevo correre e gridare Chicchino per la piazza, con movimenti scomposti e le mani sulle orecchie. Poi ne avevo avuto un assaggio quando ero in Somalia (nel 1977-’78, al tempo della guerra dell’Ogaden tra Somalia e Etiopia) e lì ho visto per la prima volta vere ‘cataste di morti’ (come si legge sui giornali): (leggi qui e qui). Ma per lo più della guerra mi sono fatto un’idea dai libri e dai film [4]. Che mi hanno segnato. Pasquale ci prova, a raccontarcela, ma la guerra vera (vissuta) è tutt’altra cosa.
– A chi giova questa guerra? di Biagio Vitiello che esprime il suo punto di vista, certo sensibilizzato e con notizie di prima mano dalla moglie e altri parenti di origine moldava. Ultimo articolo della settimana sul sito e sulla guerra.
La cultura
– ‘La storia’ di Elsa Morante, a teatro, Uno spettacolo coinvolgente e ammirevole per la regia e il lavoro degli sceneggiatori (lo stesso regista Fausto Cabra e Marco Archetti).
– Una canzone per la domenica (234). lan Anderson e i Jethro Tull, il mio reportage dal concerto del 12 febbraio all’Auditorium Parco della Musica cui ho assistito con mio fratello, grande estimatore della musica Prog.
– Gli anni ’90. Breve il tempo dei Nirvana (prima parte). Dice tutto Alessandro Alfieri, nella serie che attraverso Elvis Presley, i Beatles, i Queen e da ultimi i Nirvana, ci sta spiegando cose di quegli anni che “non avevamo capito e non abbiamo mai avuto il coraggio di chiedere”.
– In Argentina, alla scoperta di Annie Ernaux, di Maria Silvia Pèrsico. Un altro bell’incontro, all’altro capo del mondo, propiziato da Ponzaracconta. Una discendente di ponzesi che ci legge, è in sintonia con noi e spesso ci manda qualcosa delle sue attività e interessi.
– Tatiana Huezo alla Berlinale, il racconto di Lorenza, un film raccontato attraverso un’intervista di Lorenza, “la nostra corrispondente” (!) al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, che finisce proprio oggi (16-26 febbraio). Torna, Lorenza… ‘Sta casa aspetta a’tteeee…
– È in edicola InNatura di febbraio 2023, una bella rivista ‘sulla Natura’, giusto un po’ difficile da trovare, nelle edicole… Bisogna ordinarla. La seguiamo sin dai suoi inizi, nove anni fa. Ha cominciato poco dopo di noi che di anni (come sito) ne abbiamo appena compiuti 12! (leggi qui).
Beh! È stata una bella cavalcata, questa settimana! Oggi ricordiamoci di andare a votare per le primarie del Pd. Ce ne hanno parlato Rosanna Conte e Paolo Iannuccelli (e Vincenzo Ambrosino, che al solito ‘rema contro’: è il suo ruolo nel sito): leggi qui.
Buona domenica
Note
[1] – « Quando sento la parola cultura metto mano alla pistola », è una frase usualmente attribuita a Joseph Goebbels. È invece di Baldun von Schirac, capo della Hitler-Jugend. Sempre da quelle parti, comunque! [Stefano Lorenzetto: Chi (non) l’ha detto? (Marsilio Ed.; 2019)]
La copertina di Fuori Orario (con un’immagine da L’Atalante, di Jean Vigo)
[2] – Enrico Ghezzi (Lovere BG, 1952) è un critico cinematografico, scrittore, autore televisivo e conduttore televisivo. Eclettico, anche regista e attore, si ricorda, oltre che per Fuori orario per aver ideato nel 1989 Blob, striscia satirica quotidiana composta da montaggi di frammenti televisivi tuttora in onda nel preserale di Rai 3.
[3] – Qualche titolo, indelebile nella memoria. Un cantico per Leibowitz (A Canticle for Leibowitz, 1959) di Walter M. Miller; Cronache del dopobomba (Dr. Bloodmoney, or How We Got Along After the Bomb, 1963) di Philip K. Dick; La strada (The Road, 2006) di Cormac McCarthy (da cui anche il film del 2009 diretto da John Hillcoat, con Viggo Mortensen); oltre al più volte citato Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba (Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb) di Stanley Kubrick (1964) (leggi qui e qui).
[4] – Libri e film sulla guerra. Specie i libri (di guerra) li leggo malvolentieri . Proprio l’inderogabile, come si prende una purga. Comunque, nell’adolescenza, Niente di nuovo sul fronte occidentale, di Eric M. Remarque (1928), e (più da grande) Un anno sull’altipiano, di Emilio Lussu (1938) che mi ha fatto leggere con viva insistenza Gianni Sarro. Ma indimenticabili sono anche certe scene di film… come scordare il tremito delle mani di Tom Hanks in Salvate il soldato Ryan (Stephen Spielberg, 1995), sul mezzo da sbarco che porta i soldati alla spiaggia. E Orizzonti di gloria e Full Metal Jacket (sempre di Kubrick, rispettivamente 1957 e 1987).
Cita ancora, Pasquale nel suo articolo, la guerra fatta da dentro a un carro armato. Chi ha visto Lebanon di Samuel Maoz (del 2009, girato interamente all’interno di un carro) di quella sensazione disperata e claustrofobica può essersi fatto almeno un’idea.
Immagine di copertina: Una elaborazione dello stemma araldico della Trinacria. Per i tre piedi: la Sicilia non c’entra niente. La derivazione dello stemma è controversa: tre ninfe, tre promontori, tre punte… con al centro una testa di Gorgone e le spighe di grano simbolo di fertilità.
Pino Moroni
26 Febbraio 2023 at 12:54
Ciao Sandro, ho fatto una lettura di due ore di articoli di Ponzaracconta partendo dalla tua epicrisi.
Ultim’ora! Poi El eco ha vinto a Berlino come miglior documentario (o docufilm). Saprai già che un altro documentario Sur l’Adamant ha vinto per il miglior film.