Politica

Risposte, commenti e suggerimenti

di Silverio Tomao

 

Come avevo ampiamente previsto, la pubblicazione del mio modesto contributo sull’esito elettorale nell’isola di Ponza (leggi qui) non ha promosso alcun dibattito e convergenza/divergenza di opinioni. Me lo aspettavo in quanto ho potuto verificare più volte, anche leggendo Ponzaracconta, l’indifferenza e la diffidenza verso il ruolo e le potenzialità del dibattito politico nel promuovere lo sviluppo di una collettività, grande o piccola che sia. Lo avevo anche previsto in virtù dell’esito elettorale, come quando, leggendo una spiacevole notizia su un giornale, invece di riflettere sulla stessa, si preferisce girare pagina e passare a quella successiva (magari quella dedicata al calcio).

Devo però dire di aver condiviso i contenuti dell’opinione espressa da Vincenzo, e lo ringrazio molto, basata su un episodio di ordine sanitario ben rappresentativo delle dinamiche che possono portare ad un’affluenza e ad un esito elettorali. Credo che quanto da lui riportato esprima molto bene il sentimento diffuso, apparentemente irreversibile, della  distanza tra territorio, sue esigenze e risposte da parte della politica. Questa trasformazione ha colpito un po’ tutti ma soprattutto partiti che storicamente avevano in passato costruito il loro successo politico sul costante rapporto e confronto tra i vertici e la base. Come ad esempio il Partito Democratico, movimento ormai autoreferenziale, lontano dalle periferie e vicino all’alta-media borghesia, che cerca di vincere le elezioni senza proporre seri programmi ma utilizzando una campagna elettorale denigratoria degli avversari e cercando disperatamente alleati un tempo ritenuti inadeguati.
Infine, un altro rimprovero. Cara Luisa, non si può scrivere: “Delle regionali in realtà non ci siamo proprio occupati, neanche prima che avvenissero”. Ti sembra un argomento di poco conto? Non ho parole!

2) Ho letto poi, come da voi suggerito, l’articolo di Barbara Spinelli (leggi qui) e devo dire che sono rimasto molto colpito dai contenuti. Senza entrare nel merito dettagliato delle 5 domande scomode, osservo come, secondo la giornalista del Fatto Quotidiano, la principale responsabilità dell’inizio e della perseveranza della guerra in Ucraina sia da imputare agli Stati Uniti ed ai Paesi Europei che partecipano alla guerra per servitù volontaria nei confronti degli Stati Uniti. Ed elenca tutta una serie di motivazioni storiche e pseudostoriche che supporterebbe questa tesi.
Ho poi trovato sulla rete questo interessante riferimento ad un contributo su Twitter di Gianni Riotta “Ricordo sulla Stampa durante la guerra in Jugoslavia una Barbara Spinelli così ferocemente filo Nato e Occidente da firmare appelli in stile Henry Levy e Glucksmann sui nostri valori. Adesso scrive sul Fatto e diventa anti Usa e Occidente. Peccato! Suo padre non sarebbe d’accordo!“.
Interessante è anche il breve commento sul Foglio di ieri  da parte di  Andrea Marcenaro, che trovate in calce al presente articolo. Ma la realtà, incontestabile e inconfutabile, è che un Paese confinante, privo di qualsiasi scrupolo umanitario ma animato solo da mire imperialistiche, ha invaso senza alcuna motivazione plausibile uno Stato libero e sovrano, democraticamente eletto, sterminando decine di migliaia di civili ucraini, senza alcuna distinzione tra vecchi, adulti e bambini. Non vi può essere alcuna motivazione storica, politica ed umanitaria che possa giustificare tali crimini. Qualunque possa essere stato un accordo o una promessa retroattiva suggellata da terzi,  ogni Paese sovrano e indipendente deve essere libero di aderire ad una Alleanza precostituita tra altri Stati sovrani, a condizione di rispettare determinati parametri.

Durante la 59.a Conferenza sulla sicurezza di sabato a Monaco, Ursula Von der Leyen ha dichiarato che l’Europa dovrà raddoppiare gli aiuti militari all’Ucraina; sulla stessa linea il Segretario di Stato USA e la Vice Presidente Pamela Harris. Germania, Inghilterra, Francia e anche il Governo italiano condividono tale indirizzo, così come la quasi totalità degli Stati europei. Dalla  fine della seconda guerra mondiale in poi non vi è mai stato a livello internazionale un così ampio consenso su di una scelta di politica estera di tale portata.

Tutto il resto sono chiacchiere e, nonostante tutto, ad un anno dall’inizio della guerra la Russia non ha ancora raggiunto l’obiettivo programmato, ma ha solo realizzato un genocidio, di cui risponderà.

3) Infine, interessantissima l’intervista di Francesco De Luca a Filippo ‘u curallaro (leggi qui), che parla della straordinaria avventura, tutta italiana, della pesca, dell’artigianato e della commercializzazione del corallo rosso (ma anche nero). Per chi fosse interessato a leggere un meraviglioso articolo dedicato a tale tema, vi allego il relativo .pdf, riferito ad un contributo di Gianni Roghi, straordinario giornalista e fotografo subacqueo, pubblicato negli anni 60 sulla rivista Mondo Sommerso. E’ il più bell’articolo di mare che abbia mai letto. Un MUST imperdibile!

1 Comment

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  1. vincenzo

    21 Febbraio 2023 at 07:25

    Il nostro Presidente degli USA e delle Colonie Europee è andato finalmente a Kiev. Una visita improvvisa, ad un anno dall’inizio della guerra. Ha anticipato la visita del nostro capo tribù che voleva fare anche Lei una passeggiata a Kiev.
    Con questa visita, il nostro presidentissimo Biden ha voluto dire, per chi non l’avesse ancora capito: “E qui comando io, questa è casa mia, un bel dì lo capirete…”
    Speriamo che alle prossime elezioni americane possiamo votare anche noi. Vorrei anche io scegliere chi veramente decide nel mio paese e del mio futuro.
    https://www.ilpost.it/2023/02/20/joe-biden-kiev/

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