Politica

Le cinque domande scomode di Barbara Spinelli

segnalato dalla Redazione

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Riteniamo giusto seguire le diverse opinioni sulla guerra in Ucraina. Su Il Fatto quotidiano di ieri c’è un’analisi di Barbara Spinelli (*) che merita la nostra attenzione.

Il Fatto Quotidiano – Venerdì 17 febbraio 2023 – Esteri
Cinque Domande Scomode

CHI HA UCCISO LA PACE IN 12 MESI DI GUERRA
di Barbara Spinelli

La nostra servitù. Vincere per gli Usa significa neutralizzare Mosca in vista dello scontro con Pechino. L’ex premier israeliano Bennett tentò una mediazione, ma fu scavalcato da Biden. L’Europa resta nel mezzo

Invece di insistere come ebeti su una distinzione del tutto scontata – il 24 febbraio 2022 ci fu un aggressore e un aggredito in Ucraina – converrebbe cominciare a porsi qualche domanda magari scomoda ma utile.

La più ovvia concerne l’opportunità di inviare a Kiev armi sempre più offensive, che troncano ogni trattativa.
La risposta a questa domanda è negativa: è ormai evidente che accrescere l’armamento ucraino non genera tregue, ma aumenta il numero di morti e la possibilità di un conflitto nucleare. Per le industrie belliche occidentali è una manna, ma non per i cittadini, né aggrediti ucraini né europei, che pagano il prezzo della guerra.

La seconda domanda
riguarda le ragioni del conflitto. Dopo i negoziati con Gorbaciov del 1991 e negli anni che vanno dalla Rivoluzione delle Rose in Georgia nel 2003 a quella Arancione in Ucraina del 2014, è stato fatto tutto il necessario, per rassicurare Mosca che pure aveva sciolto l’Urss aprendosi all’Occidente? Niente affatto, visto che dopo poco tempo l’Occidente decise, per volontà degli Stati Uniti e dell’Est europeo, di espandere la zona di influenza Usa-Nato fino alle porte russe. La menzogna più dura a morire è quella che ritrae Vladimir Putin nelle vesti di zar imperiale. I veri imperiali sono gli occidentali, guidati da Washington. È ormai palese che l’ottocentesca dottrina Monroe (nessuna interferenza è tollerata nelle aree attorno agli Usa) si applica oggi all’Europa sino alle frontiere russe. Non aver capito che tale estensione ha non solo infranto le promesse fatte a Gorbaciov nel ’91, ma ha rappresentato una micidiale provocazione è il peccato originale dell’Occidente. Mosca è l’aggressore e Kiev l’aggredito, ma questo non implica che la guerra fosse “non-provocata” e inevitabile.

Terza domanda
, legata alla seconda: i giornali europei mainstream hanno fatto abbastanza per capire le radici della guerra cominciata nel 2014 in Donbass, ben prima del febbraio 2022? La risposta è no. I media scritti e parlati non fanno il loro mestiere di cani da guardia. Non sono al servizio dei cittadini-lettori, ma degli interessi geo-strategici Nato. Esercitandosi in censura e autocensura giungono sino ad accusare di disinformazione uno dei massimi giornalisti occidentali – Seymour Hersh, premio Pulitzer, noto per aver rivelato la strage di My Lay del 1968, i retroscena dell’assassinio nel 2011 di Bin Laden, le torture nelle carceri di Abu Ghraib nella guerra in Iraq – che l’8 febbraio ha svelato con dovizia di fonti gli autori – governo Usa, aiutato da Norvegia e Svezia – del sabotaggio che nel giugno scorso ha distrutto i due gasdotti Nord Stream. Fu un atto di guerra preparato molti mesi prima del 24 febbraio ’22, e scatenato non solo contro Mosca, ma anche contro la Germania e contro i rapporti energetici Europa-Russia (uno degli obiettivi è facilitare la dipendenza Ue dal gas liquefatto Usa). Le rivelazioni sono occultate non solo da giornali e Tv, ma anche da Facebook, dove la notizia viene segnalata come fake news (segnaliamo che il fact checker di Facebook per l’Italia è Open di Enrico Mentana). Hersh è accusato di nascondere le fonti. Sappiamo che fine farebbero queste ultime, se rivelate: la fine di Snowden e Assange. La domanda da porsi dentro questa terza domanda è se i cittadini siano pronti a proteste massicce, come fecero per il Vietnam e un po’ per l’Iraq (non per le guerre di Corea o Afghanistan). La risposta è no, anche se i popoli europei sono ostili all’escalation militare. I cittadini che non si sentono più rappresentati smettono oggi di votare, forse immaginando che il messaggio sarà compreso. Non lo sarà. Il non ascolto dei cittadini è oggi la norma gradita da Nato, Ue, governi e lobby militari.

Quarta domanda: l’Europa si è impegnata sovranamente nel conflitto, oppure partecipa alla guerra per servitù volontaria nei confronti degli Stati Uniti? Tutto fa propendere per la seconda ipotesi. Una decisione che sia sovrana in stato di emergenza, cioè libera di difendere i propri interessi geo-strategici, implica un calcolo dei danni che possono derivare da un impegno bellico prolungato: crisi economica, prezzi energetici devastanti, crisi della rappresentanza democratica, impossibilità di un accordo mondiale sul clima. Nell’ottica Usa questa guerra è intesa a facilitarne altre, a cominciare da quella con la Cina su Taiwan (già programmata per il 2025, ha annunciato il 27 gennaio il generale dell’aviazione Usa Minihan).

Infine la quinta domanda
, cruciale. Ci si è sforzati in Europa di capire le motivazioni degli Stati Uniti, così lontani dalla zona di guerra? Vincere, per i neocon Usa, significa neutralizzare Mosca in vista dello scontro decisivo con Pechino, e per riuscire Washington ha bisogno di rianimare l’Alleanza atlantica e accrescere il peso nell’Ue di Stati più atlantisti che europei (Polonia, Baltici, Nord Europa). Questa battaglia il governo Usa la sta vincendo. Sta adoperando gli europei come pedine nel suo Grande Gioco inteso a vendere armi, gas ed esercitare un’egemonia planetaria che produce solo caos. Lungo quest’anno è apparso che almeno in due occasioni Biden determinò l’escalation di un conflitto che poteva essere evitato, o quantomeno abbreviato. Abbiamo accennato alla distruzione dei gasdotti, che ha demolito i legami Russia-Europa. Ma c’è stato anche un costante boicottaggio dei negoziati. Lo ha rivelato l’ex premier israeliano Naftali Bennett, in un video del 4 febbraio scorso. Il 5 marzo 2022, Bennett incontrò Putin e ottenne il sì di Mosca e Kiev a una serie di condizioni. Putin disse che avrebbe rinunciato al disarmo di Kiev e alla denazificazione (dunque all’uccisione di Zelensky: Zelensky ne gioì e uscito dal bunker proclamò: “Io non ho paura!”). Zelensky offrì la non adesione alla Nato. La mediazione di Bennett fallì, nonostante l’evidente “pragmatismo di Putin che capiva totalmente le costrizioni politiche di Zelensky” e il pragmatismo parallelo di Kiev. Poi ci fu il massacro da Bucha e “a quel punto – così Bennett – non c’era più nessuno pronto a pensare in maniera non ortodossa (out of the box)”. Su spinta di Biden e Boris Johnson prevalse la “legittima decisione degli occidentali di continuare a colpire Putin (…), non so se avevano ragione (…). Hanno bloccato la mediazione (…). Pensai che era sbagliato (…). Dopo molti anni Biden ha creato un’alleanza contro l’aggressore: nella percezione generale i riflessi sono palesi su arene come Cina e Taiwan. Credo davvero che esistesse una chance per il cessate il fuoco”. Se Washington ha vinto questo primo round, non è così per l’Europa: del tutto incapace di sovranità, essa è la retroguardia degli Usa. E a dominare non è l’asse franco-tedesco, ma l’asse Polonia-Baltici-Usa (la “Nuova Europa” esaltata da Rumsfeld nella guerra d’Iraq). Quanto alla Russia, indebolita dalle sanzioni, dovrà tollerare la dipendenza da Pechino. Ma resiste più efficacemente di noi alle strategie punitive, come testimoniano i preziosi documentari girati per Tv Loft da Alessandro Di Battista nelle terre russe.

(*) – Barbara Spinelli (Roma, 1946: giornalista, saggista e politica. Nasce a Roma nel 1946, figlia delle personalità politiche Altiero Spinelli ed Ursula Hirschmann, pionieri del federalismo europeo. Lei stessa europarlamentare tra il 2014 e il 2019.
Tra i fondatori de la Repubblica (nel 1974), ha collaborato successivamente con varie testate; dal 2016 collabora con Il Fatto Quotidiano.

L’articolo in formato .pdf: Il Fatto Quotidiano17 Febbraio2023_19

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    18 Febbraio 2023 at 11:13

    Barbara Spinelli è la figlia di Altiero Spinelli colui che da Ventotene ha sognato di superare “gli Stati Nazionali Canaglia” per arrivare a costituire una FEDERAZIONE DI STATI Europei che avessero come obiettivo: lo sviluppo armonico solidale economico e sociale dei popoli d’Europa, la Pace e la fratellanza tra i popoli della Terra. Per ottenerlo bisogna costituire una vera Europa, fondarla partendo da una Costituente eletta democraticamente dai popoli europei.

    L’esperienza della tremenda guerra, ma soprattutto l’esperienza dello Stalinismo, del Fascismo e del Nazismo chiedevano che una avanguardia intellettuale – con grande lungimiranza – lavorasse per una vera federazione Europea, che diventasse punto di riferimento mondiale anche rispetto alla società Americana che rimaneva fortemente classista perché liberista.

    Intellettuali formatesi alle idee illuministe ma contaminati da idee socialiste e liberali dovevano fare il miracolo. “L’Europa maestra di dialogo est-ovest, nord -sud dove nessuno si doveva sentire ospite, ma tutti in grado di comprendere, attraverso il dialogo e il compromesso, le ragioni dell’altro. Dopo tutto sulla terra si ha tutti il diritto di continuare a viverci perché nati.”

    Ma dal 1941 (quando è stato scritto il Manifesto di Ventotente) ad oggi, di cose ne sono successe e la direzione che ha preso la nostra Europa è una direzione del tutta opposta.
    L’Europa oggi è un Mostro al servizio delle lobby economico-finanziarie che vogliono affamare i popoli e attraverso la Shock economy imporre le loro ricette e organizzazioni sociali ed economiche. Questa economia è stata applicata anche con vaccinazioni di massa e guerre. Le nuove azioni prevedranno, sempre attraverso l’inoculazione della paura, un nuovo stile alimentare e poi educativo/comportamentale.

    L’Italia ha pagato un prezzo altissimo a questa Europa: a pagare è stato il nostro sistema industriale con le privatizzazioni selvagge, e poi i nostri produttori di latte, i nostri pescatori, i nostri ortofrutticoli, i nostri diritti sociali, le nostre certezze democratiche. Ma non ce ne siamo accorti perché il tutto è stato fatto in modo subdolo: questa Europa ha tolto certezze e libertà con l’avallo dei governi democraticamente eletti. Di questo mostro, che va sotto il nome di Unione Europea, pochi hanno la percezione anche perché nel parlamento italiano ci sono ancora delle figure che si rinfacciano responsabilità e si additano tra loro come fascisti e comunisti per cui qualcuno ancora crede che ci sia una possibilità di alternativa politica. Infatti in Tv si dibatte, a Sanremo si canta e forse il Napoli vincerà lo scudetto: che vuoi più dalla vita?

    Bene, comunque il dato è tratto, pian piano sotto i colpi di bollette e di direttive Europee anche noi sperduti isolani stiamo cominciando a capire. Per cui voglio osare di inserire, in questo sito, una lettera che parla ai leader Ucraina che giocano a fare i John Wayne, ma non sanno che di fronte non hanno gli indiani con le frecce.

    Alessandro Orsini Lettera Aperta
    Podolyak nel tempo imbecille degli esseri inani
    di Alessandro Orsini

    Podolyak, consigliere presidenziale di Zelensky, dichiara che Kiev, con i missili a lungo raggio dell’Occidente, potrebbe uccidere il 30%-40% delle reclute che Putin sta ammassando al confine con l’Ucraina in vista della grande offensiva di terra.
    Caro Podolyak, chiedo con gentilezza, hai una mente abbastanza potente per porti la seguente domanda? Se Kiev uccidesse il 40% delle reclute russe con i missili americani, secondo te, Podolyak mio, poi la Russia che cosa fa? Si arrende, ti dà i soldi per ricostruire l’Ucraina e accetta pure la Nato in Donbass e i soldati americani in Crimea? Caro Podolyak, non ti viene in mente che, se tu uccidi il 40% delle reclute russe con i missili della Nato, poi la Russia ti squaglia pure la suola delle scarpe? Davvero la tua mente non riesce a concepirlo?

    Caro Podolyak, tu dici che tutti gli Stati sono liberi di fare quel che vogliono della loro politica estera e di sicurezza. Ti spiego una cosa: se l’Italia provasse a uscire dalla Nato per entrare nel blocco russo, del mio amato Paese non rimarrebbero nemmeno le cime di rapa. Il minimo che potrebbe capitarci è l’assssinio del nostro presidente del consiglio. Hai una mente abbastanza potente per capire che la gestione di uno Stato non è la gestione di un condominio? Davvero la tua mente è così limitata da impedirti di capire che l’Ucraina non può entrare nella Nato e l’Italia non può uscirne?

    Con la stessa gentilezza, chiedo: voi consiglieri presidenziali di Zelensky maneggiate concetti del tipo “alleanze strutturali”, “struttura delle relazioni internazionali”, “campi di forze oggettive”, “rapporti di forza”, “dilemma della sicurezza”? Senza offesa, voi consiglieri di Zelensky date l’impressione di avere le capacità cognitive di un bambino di tre anni. E noi rischiamo la terza guerra mondiale per un gruppo di uomini dal pensiero non pensato come voi? Siete esseri umani o esseri inani? Il problema non sono le dichiarazioni di Berlusconi, caro Podolyak, il problema sono certe facoltà intellettive ucraine e la mancanza di un microscopio atto ad osservarle.

    Non viviamo affatto in un tempo tragico; viviamo in un tempo imbecille. Se tornasse in vita, Platone non rifletterebbe sulla Repubblica dei guardiani o sui guardiani della Repubblica, bensì sulla Repubblica degli imbecilli e sugli imbecilli della Repubblica.

    La domanda platonica oggi non è chi controlla i controllori, bensì chi controlla gli imbecilli.

    Imbecilli nel Parlamento europeo.

    Imbecilli nella Commissione europea.

    Imbecilli nelle televisioni.

    Imbecilli nelle radio.

    Imbecilli nel Parlamento italiano.

    Il tempo imbecille è il tempo degli imbecilli dappertutto.

    Imbecilli dappertutto tranne che nella Casa Bianca, soltanto lì troviamo gli intelligenti: mi inchino davanti al genio strategico di Biden.

    Il Parlamento europeo è la vergogna d’Europa, luogo di corrotti nella mente prima ancora che nelle tasche che finanziano una guerra per procura contro la Russia in favore della Casa Bianca per l’autodistruzione dell’Europa.

    L’Europa contro la Russia è, in assoluto, l’idea più imbecille mai sorta in Europa negli ultimi settecento anni.

    Caro Podolyak, perdonami se ho scritto qualcosa di indelicato. Ti voglio bene come si può volere bene a una mente bisognosa di essere accudita.

    Avanzi l’Italia, avanzi la pace.

    Risorga il movimento pacifista.

  2. Biagio Vitiello

    18 Febbraio 2023 at 16:46

    Alle cinque domande di Barbara Spinelli (che in gran parte condivido), ne aggiungerei una sesta (o anche qualcuna in più): andranno a votare gli italiani per le prossime Europee?

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