Racconti

Eventi naturali e “artificiali”: rilievi e domande (prima parte)

di Pasquale Scarpati

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Nella commedia “Natale in casa Cupiello”, Lucariello, rientrando della cucina e constatando lo sconquasso provocato dalla figlia, esclama: “Pare Casamicciola!”.
La commedia è del 1931 e probabilmente la battuta si riferiva ad eventi luttuosi precedenti ma è sintomatica anche alla luce del luttuoso evento che ha funestato il piccolo comune ischitano. Se n’è parlato ampiamente, ponendo però l’accento soprattutto sull’abusivismo edilizio. Quest’ultimo aspetto ha tenuto banco, tanto che qualcuno se n’è chiesta la ragione. Perché dopo questo evento luttuoso? Forse l’ampio dibattito è propedeutico per un’inversione di rotta per quanto riguarda l’abusivismo edilizio e per tutto ciò che è ad esso correlato come le opere di urbanizzazione primarie? Oppure lo si è sottolineato in questo frangente come se l’abusivismo fosse prerogativa del Sud? O rimarrà soltanto una presa d’atto e/o polemica? Non saprei dare una risposta precisa alle domande poste dall’amico, ma qualche considerazione mi è frullata nella mente. Forse immaginarie, campate in aria: non so.
Qualcuno se vuole, può dare un’occhiata a queste “quattro” parole – le quali, come tutte le parole, hanno un peso (grande o piccolo che sia) e vanno a vengono simili all’andirivieni delle laboriose, affardellate formiche -, ed esternare, se vuole, il proprio pensiero in merito. Ciò che vado a dire, ovviamente non ha valore assoluto: non sono un esperto di statistica né un ricercatore ma scrivo, come sempre, di ciò che ho pensato e constatato con i miei occhi nel corso dei miei anni.
Pasq. S.

 Dalla parte dell’uomo
1) Se si confrontano vecchie foto dagli anni ’50 del secolo scorso con quelle di oggi, ci si accorge come il paesaggio urbano sia cambiato. Al posto degli orti, giardini e campagne sono sorti palazzi, palazzine e ville: alcuni muniti di licenza edilizia, altri abusivi. La domanda è: come mai?
La risposta mi pare ovvia e semplice. In primis aumento esponenziale della popolazione.

Fino agli anni ottanta ciò era dovuto all’incremento delle nascite (lo dimostravano, tra l’altro, le classi numerose ( dai 25 ai 30 alunni) e le sezioni che arrivavano, in alcune scuole che ho conosciuto, fino ai corsi “ M “ o “ N”). Sorgevano nuove scuole spesso allocate in edifici privati, oppure in vecchie strutture dismesse, alcune in aperta campagna. Avevano succursali. In seguito alcune di queste scuole ebbero il loro nuovo edificio (altro spazio sottratto alla campagna).
Potrei citare tantissimi esempi. A Ponza, tra l’altro, in quel tempo c’era una sezione di scuola media anche alle Forna! O no? A ciò si è aggiunto l’aumento dell’età media della vita per gli indubbi progressi della medicina e per il migliore tenore di vita. Così alle persone anziane, viventi, si sono aggiunti figli e nipoti, sani, ed anche coloro che, grazie a Dio e ai progressi della medicina, riescono a vivere nonostante le patologie più o meno gravi.

Una volta, nella casa genitoriale, rimaneva anche qualche figlio con la sua famiglia. Oggi i genitori tendono a restare per lo più da soli nella loro casa (le ragioni sono molteplici tra cui: il gran da fare dei figli, il miglioramento dei soccorsi, il progresso delle comunicazioni ed altre) mentre i figli sciamano altrove; vanno, cioè, ad occupare altri spazi. Così, per l’aumento dell’età della vita, non è più raro che una coppia festeggi le nozze d’oro (un ristoratore della mia età, però, ha sottolineato, non senza ironia: “Oggi si festeggiano tantissime nozze d’oro, pochissime nozze d’argento!”. Ma ciò esula da questo discorso); anzi alcuni riescono a raggiungere il traguardo anche delle nozze di diamante se non oltre (poco tempo fa in TV hanno fatto vedere una coppia di 96 anni che ha festeggiato nientemeno che gli… 80 anni di matrimonio!). Ma, anche se soltanto uno dei due genitori rimane in vita, costui tende a rimanere nella casa maritale anche da solo (e a volte anche in altra compagnia: nuova compagna/oppure badante). Raramente si trasferisce presso l’abitazione del figlio. Al limite si trasferisce o viene accompagnato in una casa di riposo; le quali, a loro volta, hanno occupato ed occupano ulteriori spazi dove, fino a non molti anni fa, c’erano orti e campagna.

A proposito di spazi
Fino agli anni ’50 una famiglia numerosa (anche di 8 o più persone) riusciva a vivere in poco meno di 50 mq. (pochi ambienti, poche  esigenze, pochi  arredi). Ad esempio il bagno era formato soltanto dalla “tazza” e, a Ponza, non esisteva neppure l’acqua corrente).
Oggi, invece una famiglia di 3/4 persone vive mediamente su 80/100 mq se non di più. Per non parlare di tanti nuovi locali adibiti a palestre, uffici, studi medici e altro. A ciò vanno aggiunti edifici di pubblica utilità: nuovi ospedali o ampliamento di quelli già esistenti, cliniche specialistiche o poli-specialistiche, chiese e scuole e capannoni ed ancora nuovi edifici che ospitano polizia, carabinieri e guardia di finanza e altri enti pubblici. Ed ancora quanti locali sono sorti sui cucuzzoli di colline o sui loro declivi? Così spesso si parla di cementificazione come se fosse piovuta dal cielo o come se fosse una iattura a cui addebitare tutte le catastrofi. Forse con un’attenta e soprattutto veloce pianificazione, molti problemi sarebbero potuti essere risolti o quanto meno tamponati.
Agli esperti “l’ardua sentenza”. Si è calcolato, ad esempio, quanta acqua si riversa sulle strade o nelle condotte fognarie dai sempre più numerosi ed ampi lastrici solari, tetti, balconi e terrazze? Essa, inoltre, va a miscelarsi alle cosiddette acque “scure”.  Ma penso che, in molte località, essendo la situazione incancrenita, non sarebbe male se si riesumasse la medioevale “vicinanza” cioè una corresponsabilità anche da parte degli abitanti del quartiere e/o della zona; forse molte cose potrebbero migliorare.

Evoluzione economica ed involuzione demografica
Il benessere economico degli anni ’80 ed i mezzi di trasporto più comodi e veloci e alla portata di tutti e le infrastrutture (non più “gomitoli di strade”, come le definì Ungaretti, ma matasse!) hanno fatto sì che alcuni hanno pensato bene di acquistare una seconda casa, altri di utilizzare, riordinare, riadattare vecchie case, ruderi o addirittura grotte una volta adibite a ricoveri attrezzi agricoli, per ottenere anche un riscontro economico. Vengono realizzati nuovi manufatti anche quelli da adibire a svago oltre al soggiorno. D’altronde se l’afflusso turistico è consistente (tutti noi ne siamo interessati: direttamente ed indirettamente), che si può fare? Mandar via i turisti perché non c’è la recettività? Si tenta, quanto più possibile, di accoglierli nel migliore dei modi.
Ciò è avvenuto sia in località turistiche note fin dall’antichità sia in paesi che si sono affacciati da poco al turismo di massa perché erano tagliati fuori da ogni via di comunicazione oppure non erano adeguatamente, frequentemente e sufficientemente collegati, anzi scarsamente collegati (come Ponza).
Paesi arroccati su colline o montagne, dove una volta gli stessi muli stentavano a salire ed i tempi per arrivarci erano biblici, sono raggiungibili oggi facilmente da colonne di auto.
Natanti veloci e di ogni dimensione “assediano” le isole (gli assedi, però, purtroppo e da sempre, hanno fatto sbriciolare mura ed abitazioni, quelle più deboli). Ma, se da una parte sono sorti alberghi e ristoranti e monolocali e ogni altro manufatto cementizio per accogliere turisti e/o avventori, dall’altra si è avuto lo spopolamento delle stesse campagne con il conseguente abbandono di tutte le opere atte a tutelare le coltivazioni e forse anche la casa rustica in cui una volta riuscivano a coabitare (per le ragione suddette): genitori, figli e nipoti. E se anche quest’ultima è rimasta per lo più per ricevere turisti, deve essere attrezzata adeguatamente: acqua corrente, scarichi, asfalto o cemento per accedervi. Opere che andrebbero adeguatamente realizzate ed anche… incanalate (sotto tutti gli aspetti).

 

[Eventi naturali e “artificiali”: rilievi e domande (1)Continua]

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