Ambiente e Natura

Il punto sulla caccia, dalla rivista dei Carabinieri #Natura

a cura della Redazione

 –

Recuperiamo il contatto con la redazione di #Natura, la rivista di ambiente e territorio dell’Arma dei Carabinieri – già Corpo Forestale dello stato – per affrontare un tema che non può non suscitare interesse tra i nostri lettori

#Natura TERRITORIO
15 anni fa il primo abbraccio
Nel 2007, auspice la nostra rivista (che al tempo si chiamava ‘II Forestale” cfr. n. 42), cacciatori, ambientalisti, agricoltori ed esperti si ritrovarono insieme per la prima volta a parlare pubblicamente di gestione della fauna e di caccia.
Gli animi degli opposti schieramenti erano stati fino ad allora sempre molto tesi, ma il ruolo super partes e l’autorevolezza di cui il periodico era espressione fecero sì che quella diventasse, per certi versi, una giornata storica.
A quindici anni da quel “primo abbraccio; NATURA ha nuovamente riunito gli attori di quell’incontro. Oggi il clima è più disteso, ma non per questo meno complessa è la questione che regola la materia. Molti i nodi ancora da sciogliere, i problemi rimasti insoluti e quelli nuovi da approfondire.
S. C.

Gestire la fauna
di Marco Angelillo

Le norme che regolano la caccia in Italia sono ancora attuali e compatibili con la tutela della biodiversità? A trent’anni dall’approvazione della legge, facciamo il punto con l’aiuto dei principali attori, per individuare prassi applicative e proposte correttive di un complesso di norme al tempo innovative

Per il Tenente Colonnello Simone Cecchini, Comandante del Nucleo Carabinieri Cites di Ancona, gli aspetti positivi della legge che ha introdotto in Italia i principi internazionali di tutela delle specie animali (uccelli e mammiferi), sono evidenti: “La 157/1992 è collegata a tutte le convenzioni sulle specie protette, per esempio la Convenzione di Berna, e ha posto il nostro Paese all’avanguardia rispetto ad altri Stati europei”, Tra i principi affermati, ce n’è uno fondamentale: “la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato”, un bene pubblico che va tutelato.
I dispositivi che limitano la caccia, per Cecchini, sono chiari e concreti: molti i divieti imposti, come uccellagione, reti, bocconi avvelenati, sparo da veicoli, commercio dei capi prelevati. Le armi ammesse sono solo fucile, arco e falco.
E ancora, la norma apre alle collaborazioni con le Guardie Zoofile. “Negli anni si è consolidato un buon rapporto, direi essenziale, con le Guardie Venatorie di molte associazioni”, afferma il Comandante. Nelle molteplici iniziative dei Carabinieri Forestali, come l’Operazione Pettirosso, i volontari di Lipu, Wwf, Legambiente e altri rilevano siti di bracconaggio e trappole illegali.
Cecchini valuta positivamente anche il rapporto con le Guardie Venatorie delle associazioni dei cacciatori: “sono preparate e costituiscono una grande risorsa, dice. Sta crescendo il numero dei cacciatori che prendono atto della necessità di proteggere la Natura. Inoltre, portano nel settore un indispensabile senso di legalità”.

Piero Genovesi, Responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica di Ispra, definisce la legge 157 innovativa, positiva, un punto di equilibrio tra molteplici interessi e ricorda che “la norma prevedeva l’istituzione dell’Ente che oggi è Ispra per una valutazione tecnica indipendente, super partes. Introdusse il legame cacciatori-territorio e il regime sanzionatorio”.
“La fauna selvatica – afferma ancora Genovesi – dagli anni Novanta a oggi è radicalmente cambiata: lupi, volpi, cinghiali, cervi, caprioli, stambecchi, istrici, tassi, erano specie in stato precario, ora sono popolazioni in straordinaria ripresa. Ci sono più boschi, più Aree Protette, l’abbandono della montagna ha riportato molte aree a uno stato naturale”. A 30 anni di distanza, suggerisce alcune modifiche per rendere più fluidi gli interventi, estendere la platea degli operatori e dare a Ispra un ruolo maggiore.

Articolati i pareri delle associazioni dei cacciatori.
Massimo Buconi, Presidente di Federcaccia, considera la legge “lungimirante perché risponde alle esigenze di tutela dell’ambiente e chiama alla corresponsabilità”. Ma, allo stesso tempo, ritiene che non sia più adeguata ai tempi: “la sovrappopolazione degli ungulati e il loro impatto sulle produzioni agricole – afferma – sono problemi emersi solo negli ultimi anni, la cui risoluzione risulta difficile applicando la 157, che ha strumenti insufficienti sia per la gestione della fauna che per la governance del territorio”. Buconi propone di utilizzare con più frequenza i cacciatori, “per la gestione e la salvaguardia ambientale. Noi cacciatori abbiamo tutto l’interesse a conservare l’ambiente naturale e siamo sempre a disposizione”. E lancia una provocazione: “perché non possiamo essere coinvolti anche nelle Aree Protette?”.

Anche Cristian Maffei, Presidente di Arci Caccia, parte dagli aspetti positivi della norma, “forse la prima legge europea che introduceva i concetti della tutela e della caccia sostenibile. Una norma fatta bene, con un impianto ancora attualissimo, perché difende un concetto fondamentale: la caccia popolare, la caccia di tutti”, a prescindere dalle condizioni di reddito. Maffei sottolinea poi la collaborazione con i Carabinieri Forestali: “la nostra convenzione su tutto il territorio nazionale è una delle cose di cui andiamo più fieri. Proprio in questi mesi, alcuni gruppi in Campania stanno collaborando in operazioni di prevenzione incendi”.

Sul fronte ambientalista, il Wwf Italia ha redatto recentemente il rapporto “Caccia e tutela della fauna selvatica. La legge 157/1992 a trent’anni dalla sua approvazione’. Domenico Aiello, Responsabile dell’Ufficio legale e legislativo dell’Associazione, ne sintetizza gli esiti: “una legge che dopo 30 anni sente il peso dell’età, frutto di grandi compromessi, non più efficace; il conflitto Stato-Regioni è molto forte. Si fa strada, purtroppo, la tendenza a ridurre la tutela degli animali”. Per Aiello, la governance degli ambiti territoriali di caccia è affidata in maniera squilibrata alle associazioni venatorie, che svolgono anche attività di pressione politica per indurre gli amministratori ad aprire la caccia anche a specie in declino e a non rispettare le date della migrazione. Le proposte di modifica alla norma sono puntuali e numerose. Ne elenchiamo alcune: più poteri allo Stato e a Ispra, meno alle Regioni; evitare pre-aperture o posticipi della stagione di caccia; diminuzione delle specie cacciabili; aumento delle sanzioni pecuniarie e dissuasive; divieto di utilizzo di richiami vivi e di detenzione di munizioni contenenti piombo.

Antonino Morabito
, Responsabile nazionale fauna e benessere animale di Legambiente, auspica ‘strumenti molto più decisi per tutelare gli animali. E la 157, purtroppo, tutela solo mammiferi e uccelli, che rappresentano solo il 2% delle specie viventi”. Morabito denuncia un limite della norma, scritta “più per trovare soluzioni alla caccia che per tutelare la fauna. I piani d’azione per salvaguardare le specie protette sono rimasti solo documenti tecnici”.
Un altro elemento critico, secondo Legambiente, è lo stravolgimento dell’impalcatura che doveva mettere insieme istituzioni locali, associazioni agricole, ambientali e venatorie: “la quasi totalità delle figure presenti nei comitati di gestione è costituita, di fatto, da cacciatori, che hanno come interesse primario il prelievo”.

Coldiretti
spinge per un maggior coinvolgimento degli agricoltori negli Ambiti territoriali di caccia.
Queste strutture, istituite dalla legge 157, per Stefano Masini, Responsabile dell’area ambiente e territorio di Coldiretti, “non hanno funzionato. Sono diventate appendici burocratiche o luoghi di spartizione di nomine. Andrebbero riformate riducendone anche le dimensioni territoriali”. Il problema della proliferazione degli ungulati, che devastano i terreni agricoli, “non si risolve perché non si riescono a introdurre nemmeno correttivi minimi alla legge. Per ristabilire un giusto equilibrio tra fauna selvatica e coltivazioni, potrebbero intervenire direttamente gli agricoltori”

[#Natura – Settembre-Ottobre 2022]

L’articolo in formato .pdf: #Natura n. 130. Articolo norme venatorie

Il link sottostante permette l’accesso alla consultazione on line della Rivista, sfogliandone le singole pagine:
https://www.carabinieri.it/media—comunicazione/natura/la-rivista/archivio-natura/anno-2022/natura-n-130-settembre-ottobre

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top