Editoriale

Epicrisi (406). Quindicimila articoli vissuti da redattore

di Sandro Russo
 

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Si pensa “giornale” e si va in edicola a comprarlo, oppure si sfoglia on line. Ed eccolo qua, sotto i nostri occhi. Facile e indolore.
Poi ci sono quelli che i giornali li scrivono (i singoli autori, intendo); chi in una redazione organizza, coordina e mette insieme i vari pezzi e tutta la filiera degli operatori che trasformano pensieri e idee in parole scritte: pronte per la lettura. Ogni mattina ma non solo.
Le idee che sono dietro le parole continuano a lavorare oltre il breve periodo della fruizione immediata; influenzano i pensieri della gente, da esse ne nascono altre, in una catena infinita. Nella libera stampa, nella libera televisione, per tutti i mezzi di comunicazione.

Il piccolo-grande mondo di un sito è abbastanza simile; l’epicrisi che riepiloga e sintetizza gli articoli e gli umori della settimana fa parte dello stesso ordine di fenomeni.
Facciamo un passo indietro e ripartiamo da chi fa l’epicrisi settimanale.

Le epicrisi nascono da quel che si è vissuto, letto e visto nella settimana appena trascorsa, ma anche nelle precedenti; sul sito, e anche altrove nel vasto mondo: é un continuum, non ci sono compartimenti stagni.
Leggiamo notizie sui giornali, leggiamo libri (chi preferisce ascolta la televisione o si informa in altro modo), interagiamo con gli amici. Intanto lavoriamo al sito e registriamo i variabili umori dell’isola: tante visioni particolari che cerchiamo di ricomporre come attraverso  l’occhio di un drone, dal particolare al generale (allargando la visuale da sempre più in alto), a comprendere le isole intorno, la costa prospiciente, le isole del golfo di Napoli e poi l’intera Italia, l’Europa, il mondo. Ci ricordiamo  – oh, se ci ricordiamo! – che nessun uomo è un’isola e non ci chiediamo più per chi suona la campana (1).

Abbiamo letto del traguardo dei quindicimila articoli scritto dalla direttora Luisa Guarino che fissa lo stato dell’arte al momento.
Ma come siamo cambiati noi, mentre gli articoli ci si sfogliavano tra le mani insieme alle pagine del calendario! E il mondo cambiava e ci cambiava, così velocemente… con un’accelerazione pazzesca, tanto da temere di non riuscire a stargli dietro.
La nostra minima vita privata, le aspettative personali… sì, ma anche il mondo intorno. Ci sono stati – ci sono ancora – il Covid, la guerra in Ucraina, l’insediamento in Italia di un governo post-fascista e, giusto la settimana scorsa, l’inizio dell’anno nuovo, a ricordarci acutamente quante cose sono cambiate (tutte in peggio).

Fiorirà l’Aspidistra, Omaggio alla Catalogna, Una Boccata d’Aria, La Fattoria degli Animali, 1984. In  un unico volume, cinque opere nutrite di suggestioni autobiografiche, riflessioni sui grandi eventi storici, fervida immaginazione letteraria. Oscar Mondadori, 2020

Questa sensazione (confusa) di cambiare per effetto delle cose che leggevo e di sperimentare un secondo tempo della consapevolezza ha acquistato un significato più preciso grazie alle idee di Paul Ricoeur, un filosofo francese spesso citato da Alessandro Alfieri (sul sito sono sue le presentazioni di Elvis Presley e dei Beatles riscritte da me).

Gli eventi quotidiani (Mimesis I) sono senza significato fino a che non vengono narrati; a sua volta la narrazione (Mimesis II) impatta sugli stessi soggetti e sul mondo da cui prende le mosse e li cambia (Mimesis III).
Può sembrare un’elucubrazione intellettualistica ma è un processo molto reale (2).


Fare il redattore del sito mi ha cambiato negli anni (sono quasi dodici, ormai).
Non è solo una considerazione personale; credo anzi sia esportabile a tutti gli altri redattori (ovviamente in relazione alla assiduità e al grado dell’impegno) e anche, potrei dire, ai lettori.
Tutti cambiamo negli anni, con o senza sito; l’agente del cambiamento può essere diverso. Il mio aggiornamento continuo è avvenuto grazie al sito.
Sono rimasto agganciato all’attualità e alla politica: abbonato ad almeno un giornale per esigenze di redazione, ma ne seguo anche altri, con frequenti incursioni sul web alla ricerca di una notizia in particolare, cerco di isolarne ogni giorno gli articoli che più possono interessare i lettori:
Parole da meditare
La destra di governo e la Storia
La sinistra e la questione morale, dalla Posta di Serra

Mi interessano in generale dei giudizi non contingenti sul nostro tempo e in generale la storia.
Il famoso ‘Scontro di Civiltà’, un punto di vista da storico
:

E non sarei rimasto così legato alle persone e all’isola che pure ho frequentato a lungo e intensamente in passato, senza lo stimolo del sito:
Primo dell’Anno a Ponza
2 gennaio… a Ponza
Considerazioni su ‘destra’ e ‘sinistra’
“Voci dal confino” al teatro Tordinona
Comune di Ponza, riqualificazione energetica
‘Dimensionamento scolastico: un’ottima notizia per Ponza’
Corso serale per adulti
A settembre il 1° corso serale per l’istruzione degli adulti. Tutto quello che bisogna sapere per iscriversi
Un saluto a Dirce Romano

Per spezzare la monotonia, ho ripreso a coltivare qualcuno dei miei interessi passati: la musica e il teatro:
Valentina e Miriàm, la madre di Gesù
Una canzone per la domenica (229). La Buona Novella
Ambrogio Sparagna con la Chiarastella, all’Auditorium
La Commedia dell’Arte

Solo grazie al sito, inseguendo la diaspora ponzese e le storie degli emigranti, ho avuto accesso a mondi lontani e conosciuto persone ricche e stimolanti (diventate con la frequentazione, amici di penna o di tastiera):
Dall’Argentina riceviamo notizie di Ponza

E quando mai avrei seguito con tanta partecipazione le vicende delle isole cugine del golfo di Napoli se non ci fosse Giuseppe Mazzella con le sue sempre urgenti/cogenti cronache ischitane?
Casamicciola, “who dares wins” oltre l’emergenza

Infine, non foss’altro che per contrastare le tesi depressive e nichiliste di Vincenzo Ambrosino, sono diventato un cultore della letteratura (gioia e dolori) che riguarda l’Europa:
Un libro, nel ricordo di David Sassoli
Pertini a Ponza, il libro di Antonio De Luca. Presentazione di Vincenzo Ambrosino
…E comunque con lui (Vincenzo) non ho speranze di vincere, perché dispone di spie ovunque, nelle segrete stanze dove si fanno e si disfano i destini dell’umanità, perfino a bordo del Britannia, lo yacht esclusivo della regina Elisabetta (buonanima).

È solo un caso che questa settimana manchino temi come la poesia e il cinema, la natura, che pure frequento con gran diletto. In sostituzione – e sintesi un po’ dell’una un po’ degli altri – richiamo l’attenzione dei lettori sulle meravigliose foto di Ponza che rendono viva anche una rubrica ventosa e umida (ma più spesso solatìa) come il Meteo.
II Meteo (103). La settimana da lunedì 2 gennaio 2023

I botti di Capodanno a Ponza

Buona seconda domenica dell’anno nuovo – e insieme Buon Anno – con Ponzaracconta.

 

Note

(1) – No man is an island, entire of itself; every man is a piece of the continent, a part of the main. If a clod be washed away by the sea, Europe is the less, as well as if a promontory were, as well as if a manor of thy friend’s or of thine own were: any man’s death diminishes me, because I am involved in mankind, and therefore never send to know for whom the bell tolls; it tolls for thee
«Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te».
[John Donne (1572-1631), Da Meditazione XVII in Devozioni per occasioni d’emergenza, Editori Riuniti, Roma, 1994].

(2) – Paul Ricoeur (1913-2005). In: Tempo e racconto, Jaca Book, Milano 1991, vol. I – Tempo e racconto, Jaca Book, Milano 1999, vol. II. La configurazione nel racconto di finzioneTempo e racconto, Jaca Book, Milano 1999, vol. III. Il tempo raccontato.
Una super semplificazione: Il giornalista (o lo scrittore, l’intellettuale, il regista) si fa ispirare dal mondo (Mimesis I) (gli accadimenti del mondo reale non hanno significato fino a che non sono raccontati); ne fa un’opera leggibile (condivisibile) – Mimesis II – che ha un impatto (un’influenza) sullo stesso mondo che l’ha inizialmente ispirato. In termini ancora più semplici: da elementi disparati costruisco un romanzo, mettiamo Guerra e pace. La diffusione stessa dell’opera nel mondo che l’ha ispirato fa sì che quel mondo (quella gente) viva come se fosse nel romanzo (Guerra e pace) che si porta dentro (Mimesis III).

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