Ambiente e Natura

Primo dell’Anno a Ponza

di Francesco De Luca

 

Pure il Don Francesco (il postale da Formia) entra nel porto in modo discreto, a non voler rompere la calma afona del paese che gravita sull’anfiteatro inciso fra Santa Maria e Punta Madonna.

Una calma sorretta da una nebbia irrisolta e dalla mancanza di rumori. Da Santa Maria niente, nessun battito, raglio, percussione, eppure è l’agglomerato urbano più intensamente popolato. Mentre Giancos risente della mancanza di residenti ed è taciturna. Sant’Antonio non ha voce, nemmeno dalla piazzetta. Tanto meno dal Corso Carlo Pisacane che, come tutti i centri storici, è sovraffollato in estate e in catalessi in  inverno.

Ma inverno è parola azzardata. L’aria è tiepida, tanto che gli sprazzi di terra, con l’aiuto dell’abbondante brina notturna, sono allietati dalle giunchiglie (narcisi) in fiore. Copiose e sicure perché il vento è assente. Ne approfittano i pettirossi che si avventurano sulle aie, al limitare delle porte. Compare anche il codirosso spazzacamino (a cudrussella munacella) e la magnanina (‘a magnaricula) talvolta.

Primo dell’anno: quieto e silente, sonnacchioso. Dopo il tripudio di ieri sera. Con fuochi d’artificio che nel nostro piccolo golfo si esaltano vuoi per  l’amplificazione naturale vuoi perché la circolarità del porto fa godere di quanto si spara a Santa Maria, così come sulla scogliera e perfino quello che si lancia in aria a Frontone. Il tutto reso brillante dalle acque del mare, calmo come in estate e altrettanto lucido.

Dà adito tutto questo ad una previsione? No, non azzardo nessun vaticinio. L’ho già fatto con i versi (Pe ll’anno nuovo) e sono coerente con quello (che non era beneaugurale). Altrettanto naturale è sperare in meglio. Gli auguri, pur poggiando sulla fragilità dei desideri, riescono a predisporre l’animo alla positività. Ciascuno scelga la sua, di positività, e la persegua con soddisfazione!

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