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Lutti, perdite, nostalgie… Buone letture

segnalato da Sandro Russo

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Seguiamo giornalmente la rubrica di Concita De Gregorio su La Repubblica. A volte (spesso, come succede con Michele Serra su altri argomenti) sembra che metta per iscritto in forma chiara quel che noi stessi (più confusamente) pensiamo. Stavolta la lettura del suo trafiletto è stata un invito ad approfondire argomenti che tanto ci prendono, attraverso due libri di autori che già conosciamo. Suggerimento che condivido con i lettori di Ponzaracconta.

Invece Concita
Solo dove c’è posto per tutti c’è posto anche per ciascuno
Mondi scomparsi e nostalgia
di Concita De Gregorio

C’è, nell’ultimo libro di Massimo Recalcati dedicato alla perdita e alla nostalgia dell’oggetto perduto, un filo sotterraneo che mi sembra racconti molto bene il senso di vuoto che molti di noi sentono dentro quando si affacciano al mondo: i ragazzi che non vogliono più uscire da casa, noi che non troviamo più senso nel fare ciò che fino a ieri abbiamo fatto con passione, una stanchezza profonda. La delusione e il senso di frustrazione che coglie chi, per esempio, aveva nella politica il motore del suo agire: politica in senso largo, la cosa pubblica.
L’attività quotidiana e semplice di chi dedica le sue ore a qualcosa che possa migliorare la vita degli altri, dunque la propria. Il collasso della politica, quella di chi la fa per mestiere, trascina con sé tutto il resto: trascina via, nella slavina, anche noi.
Scrive, Recalcati, che “la separazione non si limita a dividere il soggetto dall’oggetto perduto, ma lo divide da una parte di se stessi”. Non si perde solo quello che manca — nel caso di un amore: “il paese del corpo dell’altro” — si perde quel che eravamo noi dentro quel paese.
Con la sparizione di un mondo sparisce il nostro posto nel mondo. Vale per ogni cosa: per una persona che non c’è più, per un progetto, per un ideale. Non può essere un caso se di ansia, di paura, di “lutto senza morte” racconta il miglior romanzo dell’anno: Tasmania di Paolo Giordano. Cerchiamo tutti un luogo dove salvarci, un’isola: ma non c’è.
Non esiste un luogo dove fuggire che non sia dentro di noi, privato e insieme condiviso. Solo dove c’è posto per tutti c’è posto per ciascuno: non ci si salva da soli. Non basta e non serve essere padroni a casa propria: ti puoi solo barricare dentro, alla fine.

[Da Invece Concita da la Repubblica di ieri, 18 dicembre 2022]

La luce delle stelle morte. Saggio su lutto e nostalgia di Massimo Recalcati [Feltrinelli; 144 pp. 16 €]

Al centro di questo libro c’è il rapporto della vita umana con l’esperienza traumatica della perdita. Cosa accade dentro di noi quando perdiamo chi abbiamo profondamente amato? Quale vuoto si spalanca? Quale lavoro ci attende per ritornare a vivere? E cosa avviene quando questo lavoro risulta impossibile e ci sentiamo persi insieme a chi abbiamo perduto? Il lavoro del lutto e la nostalgia sono due esempi di come possiamo restare vicini a ciò che abbiamo perduto senza però farci inghiottire dal dolore. Mentre il nostro tempo esalta il futuro, il progetto, l’intraprendenza, il lutto e la nostalgia ci ricordano che lo sguardo rivolto all’indietro non è sempre segno di impotenza, ma può anche alimentare le risorse che servono per essere davvero capaci di non smettere mai di nascere. Può la luce arrivare dal passato? Può esserci luce nella polvere? (da una nota al libro da www.lafeltrinelli.it)

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Tasmania, di Paolo Giordano [2022; Einaudi Supercoralli pp. 272 € 19,50]

Tasmania è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo. La paura e la sorpresa di perdere il controllo sono il sentimento del nostro tempo, e la voce calda di Paolo Giordano sa raccontarlo come nessun’altra. Ci ritroviamo tutti in questo romanzo sensibilissimo, vivo, contemporaneo. Perché ognuno cerca la sua Tasmania: un luogo in cui, semplicemente, sia possibile salvarsi (da una nota al libro da www.einaudi.it).
«Se proprio dovessi, sceglierei la Tasmania. Ha buone riserve di acqua dolce, si trova in uno stato democratico e non ospita predatori per l’uomo. Non è troppo piccola ma è comunque un’isola, quindi facile da difendere. Perché ci sarà da difendersi, mi creda».

 

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