Ambiente e Natura

Una foto racconta… (53). Il colore giallo

di Sandro Russo

Abbiamo avuto modo di parlare del foliage di quest’anno: leggi qui.
Abbiamo scritto che per il protrarsi del caldo le foglie non hanno cambiato colore come eravamo abituati a vedere, ancora sugli alberi, passando attraverso tutte le gradazioni del giallo – arancio – rosso – bruno prima di cadere. E comunque ogni anno è diverso.
Nella stagione giusta – che stavolta è stata ai nostri climi l’autunno avanzato, quasi inverno, ormai -, faccio maggiore attenzione alle piante che incontro per strada. È spesso il colore che attira l’occhio, quello delle foglie primaverili, dei fiori poi, quindi delle foglie alla fine del ciclo.

Il gingko, Ginkgo biloba è l’unica specie sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa, e per questo è considerato un fossile vivente. Il Ginkgo biloba è il simbolo della città di Tokyo (da Wikipedia, ibidem). L’attributo di specie (biloba) è stato assegnato da Linneo che ha ripreso il nome originale giapponese, per la divisione delle foglie, a forma di ventaglio. Per questa particolare forma – due lobi uniti alla base, in Oriente è considerata una pianta benaugurante e la si regala (o si pianta) in occasione di matrimoni.

Il mio autunno delle piante quest’anno ha preso la forma di una traccia lungo il cammino, come le molliche di Pollicino: follow the yellow line!

La differenza, quest’anno, rispetto ad altre volte, è stata che le foglie non hanno cambiato colore quando erano ancora sulla pianta, e non si è visto l’aspetto “a nuvola d’oro” che qualche volta assume il gingko in autunno.

Un’immagine dal web; ma spesso è proprio così che appare

Una foglia di acero. L’acero è un’altra pianta prodiga di belle colorazioni autunnali

Due aceri e un gingko lungo la strada per il paese (Lanuvio), un’associazione casuale, ma di grande effetto

Il gingko della foto precedente; le foglie di uno degli aceri si vedono nell’angolo in alto a sinistra

Lo stesso gingko, con il lampione in mezzo. Come rovinare una foto e avvilire la bellezza di un albero. Perché il geometra comunale (?) che dispone i lampioni per strada non ci pensa?

Ma i gialli prevalenti dalle mie parti sono in questa stagione quelli delle vigne. Meno esotico, non così appariscente… il giallo delle foglie rende di più quando il sole le illumina da dietro.

L’aspetto di una vigna, in questi giorni

È importante il modo di vivere l’autunno, di guardare le foglie e i colori che cambiano. È una attitudine che si acquisisce; se già l’abbiamo si può affinare. Per queste cose il mio grande maestro è stato Snoopy.

Snoopy. La mia stagione preferita

L’autunno mi fa impazzire

Grazie per il ballo

***

Appendice dell’11 dicembre  (cfr. commento di Fabio Lambertucci)

Due foto

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Nota del 17 dicembre 2022 (cfr. Commento di Cristina Vanarelli)

Foto dell’abete argentato:

 

3 Comments

3 Comments

  1. Maria Conte da Padova

    10 Dicembre 2022 at 22:00

    Buon Natale!
    Ai miei cari Amici della Redazione, ai miei paesani, alla mia isola amatissima, gli auguri più affettuosi di ogni bene per un sereno Natale in pace e fraternità, immersi nella nuvola gialla, sognante, della quale il caro Sandro ci ha fatto dono.
    Un abbraccio da Padova.
    Maria Conte, ponzese doc al 100%, padovana d’adozione al 100%.. Garantisco io: amo allo stesso modo, e non perché è Natale, Ponza e Padova… e ne sono orgogliosa! 

  2. Fabio Lambertucci

    11 Dicembre 2022 at 11:11

    Ecco il mio “giallo di albicocco” di Santa Marinella.
    Saluti
    Fabio

    Due foto nell’articolo di base, a cura della Redazione

  3. Cristina Vanarelli

    17 Dicembre 2022 at 08:42

    Cristina Vanarelli
    Salve Sandro, è bello il tuo articolo sulle foglie gialle. Allora, colgo l’occasione per parlare di alberi… In questo periodo a Roma, dopo decenni che non si potavano i platani in zona Prati e sul lungotevere, squadre di operai sono a lavoro con scale e motoseghe. Ma a parer mio stanno potando al contrario! Tagliano i rami in basso sotto della chioma, mentre questa seguita a svettare sempre più in alto!
    Ricordo da bambina quando andavo a passeggio lungo il Tevere mi piaceva far scrocchiare le foglie sotto i miei passi ma ricordo anche il mio dispiacere durante il periodo dell’anno in cui si eseguiva il taglio dei rami. Una potatura drastica che lasciava vedere soltanto i tronchi più grossi annullando totalmente rami, rametti e anche quel fogliame a me caro. A che cosa attribuire questo cambiamento di tecnica di potatura? Non so darmi una spiegazione. So solo che provo disagio a girare per Roma. Forse sbaglio. Non so. Forse è meglio non pensarci
    Al contrario, ho gioito andando a comprare l’albero di Natale – vivo naturalmente! – perché ho modo di piantarlo in terra e perché per me il Natale è anche il profumo dell’abete.
    Ho scoperto che da Ikea vendono dei bellissimi alberi che credo si chiamino “abeti argentati” provvisti di radice (ormai cosa rara!) ma la cosa sorprendente è che finito il Natale, si può riportare l’albero e loro rilasciano un buono per la stessa cifra che è costato. E non finisce qui, cosa ancor più sorprendente è che se è in buono stato lo ripiantano altrimenti ne fanno compostaggio.
    Ogni tanto una buona notizia.

    Colgo l’occasione per augurare a tutti voi della redazione tanti cari auguri per il nuovo anno.
    Cristina Vanarelli

    La foto del mio abete argentato è allegata all’articolo di base

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