Antropologia

Esiste anche il pane di Ponza

a cura della Redazione 

Segnalato da Emanuela Siciliani, riportiamo il link di un articolo di Floriana Barone pubblicato domenica scorsa sul sito Wine & food blog di Luciano Pignataro, Tre panificatori consapevoli che hanno lasciato il segno nel Lazio.
A Frosinone, nella panetteria PezZ de pane, si vende il Pane di Ponza, dedicato ad Aniello e Gennaro  Romano e Raffaelina Vitiello, che ha tra i suoi ingredienti il nostro finocchietto e palette di fico d’India .

 

https://www.lucianopignataro.it/a/tre-panificatori-consapevoli-che-hanno-lasciato-il-segno-nel-lazio/226306/

2 Comments

2 Comments

  1. isidorofeola

    22 Novembre 2022 at 19:40

    Molto interessante quanto proposto da Emanuela. Vorrei , però , approfittare del titolo dell’articolo per fare un elogio ai nostri tre panificatori ponzesi: a’ Russiell’, Pepp’i Bunaria e Luigi Aprea che, messi assieme, sfornano, giornalmente, più di 10 tipologie di pane fresco: ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche: filoni, pagnotte, rosette, ciriole, tartarughe, tortano, schiacciate, integrale, a lievitazione naturale, freselle, e tanto altro ancora (anche prodotti dolciari). Sinceramente non riesco a capire perché ogni giorno arriva sull’isola pane dal c.d. “continente” anche in inverno, quando restiamo quattro gatti; personalmente nel pane che arriva da fuori non trovo niente di più che non abbia il nostro PANE PONZESE. Ma tant’è, come dicevano gli antichi… “de gustibus non est disputandum”… E comunque oggi che siamo rimasti isolati nessuno è rimasto senza pane.

  2. Lino Pagano

    23 Novembre 2022 at 20:20

    D’accordo con Isidoro Feola, aggiungo da bambino era una gioia andare sopra Giancos quando il pane da Russiell, si andava nel forno che avevano sulla casa sopra Giancos, aspettavi l’uscita dal forno le pagnotte da 2 Kg piene di profumo e bollenti come carbone acceso, portavi la tua cesta per no scottarti, io andavo con mia nonna Adelina, e le volte che andavo da solo arrivava mezza pagnotta, l’altra metà la si mangiava strada facendo fino a casa, il pane era buonissimo, era un pane che durava una settimana ma non rimaneva tempo sulla durata dello stesso, oggi il pane ha poco sapore e poca durata passato un giorno diventa durissimo immangiabile, la fragranza e rimasta nelle mie narici non passa mai di mente grazie di cuore. Un saluto alla mia isola e a tutti i compaesani. Lino Pagano

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