Storia

C’è poco da fare, proprio non ce la fanno

di Rosanna Conte

C’è poco da fare, proprio non ce la fanno! Bisogna capirli.

Se si è convinti che il fascismo non è stata una dittatura o se si è convinti che sia stata una giusta dittatura, non si può pensare alla lotta contro i nazifascisti come a una lotta di liberazione. Da qui, ignorare il 25 aprile, festa della Liberazione anche quando sarebbe stato ovvio, opportuno, anzi doveroso almeno citarla nell’istituire una festa della Libertà che si richiama alla caduta del muro di Berlino. E questo da parte del Ministro dell’ Istruzione e del Merito è molto grave.

Ovvio perché lo richiama il parallelismo fra quanto ci riguarda, perché la lotta di liberazione dal nazifascismo ci ha visti protagonisti e quindi coinvolti in pieno, e quanto ci interessa perché la caduta del muro è stato un evento di grande portata storica per i popoli  dell’Europa orientale le cui vicende abbiamo seguito con attenzione e apprensione per decenni.

Opportuno perché sarebbe stata un’occasione per richiamare alla mente e allo spirito dei nostri giovani studenti una pagina dolorosa che ha ridato dignità a un’Italia diventata sempre più aberrante dal momento dell’affermazione del fascismo fino alla sua fine quando rese gli italiani servi dei nazisti.

Doveroso perché un ministro di questa Repubblica ne deve essere il difensore e ricordare, quindi, sempre da dove è nata questa Repubblica. Senza la lotta partigiana fatta da tutti i gruppi politici (esclusi i fascisti ovviamente, come Almirante, il padre spirituale della destra italiana attuale, che stavano sul lato opposto coi i nazisti, anzi ne erano meri esecutori di ordini) non avremmo avuto l’ordinamento costituzionale di questa Repubblica e saremmo stati ancor di più in condizioni d’inferiorità nel sistema degli stati satelliti (pardon, amici) delle potenze Alleate.

Ma loro non ce la fanno a dire poche e semplicissime parole per affermare che la guerra di liberazione che ha portato al 25 aprile del 1945 è stata una pagina dolorosa, ma gloriosa del nostro Paese, anzi, come amano sottolineare, della nostra Nazione, unica strada per riaffermare il diritto a scegliersi una forma di governo nella catastrofe creata dal fascismo.
Poi, per carità di patria, lasciamo stare le ingerenze americane nelle scelte politiche immediate e successive, ma almeno la Costituzione della nostra Repubblica è nata da una forte presenza di coloro che combatterono e rischiarono la vita per farla nascere.
E questo per chi rivendica l’appartenenza alla Nazione italiana non può essere taciuto. Ma non ce la fanno!

Minist. Pubbl. Istruzione. 08-11-2022.pdf

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