Racconti

Di fronte a ‘Ricciolino’

di Francesco De Luca

Ci sono panchine nel piazzale di Sant’Antonio a Ponza e in una, quella di fronte all’edicola di ‘Ricciolino’, siamo seduti Pinuccio e Ciro e io. Siamo coetanei e ci  intratteniamo a chiacchierare.
Ottobre, calmo e caldo. Tre pensionati con ricordi comuni. Tanto passato e … futuro? Quello che ci donerà la sorte!

Pinuccio è Giuseppe Mazzella di sopra Giancos. Qualche dato più pittoresco? E’ parente ’i Rafaniello… suggerisce qualcosa? Insomma  rimuginate nella memoria e  un barlume sortirà.

Ciro è quel Parisi titolare del ristorante ‘Miramare da Ciro’, a Le Forna. Oggi opera in quella contrada, sul declivo fra Cala Calacaparra e Cala Cecata, ma la sua fama, come ristoratore, se l’è creata nel locale che fu di suo zio Veruccio ’u Chiattone, a Sant’Antonio.

Veruccio operava soltanto con un bar e seppe creare un’atmosfera compagnona, perché nel pomeriggio si incontravano i pescatori per giocare a carte.’U Semmentare, Ninotto Scotti, Ciccillo ’ncoppe Ciancosse detto Mangiamurene, sono diventati personaggi in quel locale, con le discussioni infinite e con le finte liti.
Il bar di Veruccio (anni ’70 e ’80 ) divenne l’unico locale competitivo con quelli del Porto, più rinomati: bar Amato e bar Tripoli.
Nell’82 Ciro subentra allo zio. Il turismo esplode con la forza dei numeri: più turisti e più guadagni, e Ciro si avventura nella ristorazione. Il bar diventa pure trattoria. In cucina c’è la moglie che elabora un suo menu d’elezione.
Ciro è amico di tutti e ha una simpatia coinvolgente. Ricordo che l’otto di dicembre, dopo la messa dei ‘giovani’ si era tutti invitati da Ciro per la colazione. Un amico che si distingue per la sua bontà. Si costruisce infatti una nomea particolare come, ristoratore. Tanto che, a causa di contrasti col padrone del locale, decide di trasferirsi a Le Forna. Nell’appezzamento di terreno crea un locale che si impone come il più bello di Ponza (anni ’90). Spazioso, bella vista, ricercato, ‘Miramare da Ciro’.
Quello con l‘insegna di un pesce spada?” Esatto, perché il  ‘pesce spada al forno’ è la sua ricetta più gustosa e ricercata.

Ricordiamo tutto questo Pinuccio, Ciro e io, e la nave da Formia sbarca i veicoli. Movimentano la quiete dominante. Ponza si sta preparando lentamente al letargo invernale. Pinuccio scalpita un poco perché deve andare a comprare il pane che viene col traghetto. Ha la commissione della moglie e quella… non può essere disattesa!

Scrivo queste righe non per attribuire aureole bensì per testimoniare come l’autenticità delle esistenze degli uomini comuni sia da privilegiare, nelle grandi decisioni, in quelle politiche, per intenderci, sia da privilegiare su quella che riempie la bocca di espressioni magniloquenti e fanno brillare gli occhi per i capitali che muovono e su cui lucrare.

Tutti e tre, Ciro, Pinuccio e io mostriamo nel volto e nelle posture il trascorrere del tempo sulle nostre membra. Lo mostriamo anche nelle inclinazioni mentali. Tutto è più bonario, più accolto e condiviso. La guerra, quella vera, da noi scampata fino ad oggi, e oggi presente nella quotidianità, ci risulta davvero incomprensibile nelle sue motivazioni, siano esse storiche, etniche, commerciali, economiche, politiche e geopolitiche. Ci siamo dentro ma non la si condivide. Auspichiamo che l’Italia e il suo Governo mirino di più alla PACE. Come suggerisce la splendida tranquillità di questo ottobre in un piccolo lembo del mondo.

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