Canzoni

Una canzone per la domenica (217). Amore che vieni, amore che vai

proposta da Sandro Russo

Prendo in prestito il titolo di una famosa canzone di Fabrizio De André per raccontare tutta un’altra storia… Oppure sempre la stessa: l’incostanza dei sentimenti che Fabrizio ha espresso meravigliosamente in poesie-canzoni:

Sempre mi hanno affascinato l’esplosione di energia e creatività associato all’innamoramento e al contrario, il frequente esito in depressione della fine di un amore. Queste emozioni forti dell’animo umano le canzoni le descrivono benissimo. (meglio di tanti discorsi-NO)

Ma io avevo in mente un’altra canzone – il riff, soprattutto -, che mi è entrata in testa chissà da dove e non se n’è più voluta andare. In questo casi conviene metterla come canzone per la domenica: è l’unico modo per liberarsene!
Così cercavo più informazioni in proposito: l’autore lo conoscevo: slow hand Eric Clapton… ma  per chi era stata scritta… come, quando e perché.

E siccome ci piace raccontare e sentir raccontare belle storie, bighellonando sul web ho trovato questa che riporto – viene dopo la canzone e si può leggere insieme al testo mentre la si ascolta -, che mi sembra meritevole di essere condivisa.

Wonderful Tonight by Eric Clapton dall’album del 1977 col lo stesso titolo:

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YouTube player

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Wonderful Today, è l’autobiografia del 2007 dell’ex modella e fotografo inglese Pattie Boyd, scritta con la giornalista e conduttrice Penny Junor

“Wonderful tonight”: storia di Eric Clapton e Pattie Boyd
di Ginevra Amadio (*) – da https://www.frammentirivista.it

Wonderful today. Questa la formula che Pattie Boyd – al secolo Patricia Anne – ha scelto, nel 2007, per intitolare la sua autobiografia. Un racconto senza sconti su una vita vissuta all’insegna dell’arte e dell’amore, propria di una Musa angelicata destinata a far battere i cuori con la stessa violenza con cui era in grado di strapparli. Meravigliosa oggi, meravigliosa per sempre.

Wonderful today è però un chiaro riferimento a un altro titolo importante, che vedeva splendere in un’altra parte della giornata la straordinaria bellezza della bionda Pattie dagli occhi di ghiaccio. Pattie che era bellissima mentre sceglieva i vestiti da indossare, che brillava di luce propria mentre scolpiva il viso con il makeup, che sprizzava femminilità mentre con gesti lenti spazzolava i suoi lunghi capelli biondi. Pattie che, prima di una festa, faceva esclamare al suo uomo «you look Wonderful tonight».

Pattie Boyd (www.belelu.com)

Eric Clapton l’aveva voluta, amandola in segreto per anni mentre lei era sposata con George Harrison che per lei scrisse Something, quella che Frank Sinatra giudicò «la più bella canzone d’amore mai scritta». L’aveva desiderata in silenzio, da sempre, facendo parlare soltanto i suoi versi, unico messaggio lecito per un amore impossibile. Con voce calda Slowhand le dedicò Layla, ispirata al romanzo in versi Majnun e Leylà, del poeta classico azero Nezami. La storia di una principessa costretta a sposare un uomo altro, diverso da colui che l’amava e che divenne folle – Majnun – per sempre. Una principessa unita in matrimonio a un amico fidato, come Pattie che aveva sposato George Harrison nel 1966 mentre Eric impazziva d’amore per lei.

Beatle George Harrison (1943 – 2001) with his wife Pattie Boyd on their honeymoon in Barbados (photo by Harry Benson/Getty Images)

Quando ascoltò Layla, Patricia Anne Boyd esclamò stizzita: «Sei pazzo? Io sono sposata con George!», ma dietro la facciata di un amore alla Tenera è la notte si nascondeva la fragilità di un rapporto esaurito al pari di quello tra Dick e Nicole. Passarono gli anni, tempo in cui Clapton (come lui stesso affermò nel film-documentario George Harrison: Living in the material world) capì finalmente che il matrimonio tra l’amico e l’amata non aveva più possibilità di salvezza. Si fece avanti, alcuni romanzescamente dicono chiedendo persino il permesso al Beatle timido. Pattie e George divorziarono nel 1977 e nel ’79 lei era già la signora Clapton.

Eric Clapton marries Pattie Boyd (photo must be credited ©Alpha Press 003 12/04/79)

Qualche anno prima però, durante il periodo del fidanzamento, Eric e la sua Layla erano stati invitati alla festa che Paul e Linda McCartney tenevano annualmente in onore di Buddy Holly. Era la sera del 7 settembre 1976 e Pattie non aveva finito di prepararsi. «Non avevo ancora deciso cosa indossare. Eric era già pronto da molto e mi aspettava pazientemente, giocherellando con la sua chitarra. Come era dolce, almeno in quei primi tempi! Quando, finalmente, io fui pronta e scesi, gli chiesi: Do I look all right? e lui, invece di rispondere suonò quello che aveva appena composto: It’s late in the evening/ she’s wondering what clothes to wear/ She puts on her makeup/ and brushes her long blonde hair/ And then she asks me/ Do I look all right?/ And I say, yes, you look wonderful tonight».

Pattie Boyd al trucco (Image via Lula Magazine)

Nacque così una della canzoni d’amore più belle di sempre, ricollegata spesso erroneamente  – e chissà a causa di quale favola – alla storia che Clapton ebbe con Lory Del Santo, dalla quale nacque Conor, morto tragicamente a soli 4 anni precipitando dal 53° piano di un grattacielo newyorkese.

La bellissima stanotte dunque era Pattie Boyde, la quale tuttavia non avrebbe più infiammato il cuore di colui che su un muro della metropolitana di Londra viene paragonato a Dio. Nella sua autobiografia, a proposito della canzone ha scritto: «Per anni mi ha fatto piangere. Wonderful tonight è il più commovente ricordo di ciò che di buono c’era nella nostra relazione. Quando le cose tra noi iniziarono ad andare male era una tortura ascoltarla». Difficile, senza ombra di dubbio, dimenticare chi ha composto una tale meraviglia unicamente per lei.

Eric Clapton e Pattie Boyd

Note

(*) – Ginevra Amadio nasce nel 1992 a Roma, dove vive e lavora. Si è laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi sul rapporto tra letteratura, movimenti sociali e violenza politica degli anni Settanta. È giornalista pubblicista e collabora con riviste culturali occupandosi prevalentemente di cinema, letteratura e rapporto tra le arti (https://www.frammentirivista.it/)

Appendice
Nei commenti al video della canzone ci sono i commenti degli ascoltatori.
Una cerca Annie O’Malley-Donegan racconta di come questa fosse la canzone preferita di lei e suo marito Bob,  morto 29 anni prima per un terribile incidente dopo un mese di coma e di come lei si fosse accorta di aspettare un figlio proprio mentre lui moriva. Racconta anche che il loro figlio Bobby nacque proprio il giorno del compleanno di Eric Clapton, e lei lo prese come un “segno” che il marito le dava dall’aldilà, che sarebbe andato tutto bene. Ma tutte le volte che sentiva Wonderful tonight le veniva da piangere. Quattordici anni dopo, ad una festa di matrimonio qualcuno chiese proprio quella canzone. Il figlio andò da lei e le disse: Mamma, ho chiesto io questa canzone, posso avere questo ballo con te?

[This was my husband’s ( Bob) and mine ( Annie) song. Twenty-nine years ago, my husband had a horrible accident and was in a coma for a month before passing on. Ten minutes before passing, I found out I was expecting our first child. Bobby, our son, was born on March 30th, 1992. With Bobby being born on Eric Clapton’s birthday, I knew that was a “sign” from my Bob in heaven, everything was going to be okay. He knew he was a Dad. Every time I hear, Wonderful Tonight, I cry. When I was at a wedding fourteen years later, someone requested the song to be played. My son came up to me, held out his hand, and said, ” Mom, I requested this song. Can I have this dance?” My poor son had to hold me up the whole entire song! I sobbed the whole way through! How could I get so lucky as a woman to have fallen for the best man in the world and to have given birth to the most sensitive young man on the planet? How lucky am I?]

Appendice.2
Per chi ha notato la bellissima voce della corista che si inserisce oltre la metà del brano, dopo l’esecuzione di Eric Clapton, una rapida ricerca sul web ha permesso di accertare che è di Katie Kassoon, nata nel 1951 a Port of Spain, Trinidad and Tobago. Ha avuto buona notorietà in Usa negli anni ’80 in un duo insieme al fratello Mac (Mac and Katie Kissoon), per poi proseguire nella carriera solista con Van Morrison (1978 and oltre), Elkie Brooks (1982), Eric Clapton (1986 and later), Roger Waters (ex Pink Floyd – ndr – dal 1984), Elton John (1985), Eros Ramazzotti (1990), George Harrison (1991), Big Country (1991), Pet Shop Boys (1994), George Michael (Unplugged on MTV 1996), Robbie Williams (2000 and oltre), and Mark Knopfler (ex Dire Straits – ndr) (2018) [fonte Wikipedia].

 

 

2 Comments

2 Comments

  1. Franco De Luca

    9 Ottobre 2022 at 17:39

    Sarà l’aria di questo autunno in cui il trapassare del verde nel giallo-arancione delle foglie allude ad altri trapassi, a declini malinconici nelle membra, nella testa, nel nostro stare insieme agli altri.
    Relazioni cariche di passati aneliti ora avvizziti, e i sentimenti, una volta sussulti, ora sono stemprati, in sintonia col vento che da sud-est corruga la superficie del mare e l’agita quel tanto che spinge i gabbiani a planate vaghe e distratte. I faraglioni appaiono stanchi e così le ginestre intrepide e le eriche in fiore.
    Anime in un limbo di riposo sono gli isolani. Il fremito è oltre il confine del mare.
    Su questo scoglio lo si attende.
    Che sia di vita!

  2. Paola Annibali

    18 Ottobre 2022 at 07:01

    Caro Sandro,
    ti ringrazio dell’invio degli articoli. Quest’ultimo periodo è stato piuttosto duro… anche poca voglia di leggere con partecipazione Ponzaracconta.
    Stiamo raccogliendo le olive con qualche amico. Tanta fatica ma anche soddisfazione e rimpianto per la mancanza di Rinaldo (Rinaldo Fiore – ndr) e della sua felicità che accompagnava sempre ogni gesto dedicato alla terra.
    Un abbraccio.

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