Botanica

Il ritorno di antiche tradizioni: scambio dei semi e baratto

a cura della Redazione su segnalazione di Biagio Vitiello

In stretta connessione con l’articolo di ieri di Biagio Vitiello: Proposte serie per un’agricoltura ‘non eroica’ e con presentazione di un progetto – domani 7 ottobre – “La Casa delle sementi della Valle dell’Aniene”, proponiamo degli scritti sulla riscoperta di tradizioni contadine mai dimenticate, che hanno continuato ad essere praticate nelle piccole realtà paesane (e isolane) anche fuori dalla luce dei riflettori e dei mass media.

Inaugurazione della Casa delle Sementi della Valle dell’Aniene

Venerdì 7 ottobre 2022, ore 11:00 presso il Vecchio Molino
Via delle Pratelle – Vallepietra (RM)

Il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, il Comune di Vallepietra, la X Comunità Montana della Valle dell’Aniene, Arsial e il DIBAF – Dipartimento per l’Innovazione dei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali dell’Università della Tuscia, promotori del progetto, invitano gli agricoltori, i tecnici, le associazioni del territorio e le comunità locali, alla giornata inaugurale della “Casa delle Sementi della Valle dell’Aniene”, in programma a Vallepietra (RM), venerdì 7 ottobre 2022 alle ore 11:00, presso il Vecchio Molino in via delle Pratelle.

La Casa delle Sementi della Valle dell’Aniene è un progetto pilota finalizzato al recupero e alla gestione partecipata della riproduzione delle risorse genetiche autoctone dell’area. “La Casa delle Sementi” sarà il punto d’incontro per gli agricoltori del territorio interessati alla coltivazione delle varietà locali della Valle, tutelate dalla L.R. n. 15/2000: Fagiolo Cioncone, Fagiolina Arsolana, Fagiolo Regina di Marano Equo, Fagiolo Cappellette, Fagiolo Romanesco, Fagiolo Pallino, Fagiolone di Vallepietra e Mais Agostinella.

Obiettivi del progetto sono la conservazione in situ e in azienda delle risorse genetiche oggetto della ricerca, la loro riproduzione in purezza sulla base delle analisi genetiche e fito-patologiche eseguite e la valorizzazione culturale ed economica delle varietà su scala familiare e commerciale.
Il progetto prevede, inoltre, la costituzione della Banca del Germoplasma della Valle dell’Aniene per la conservazione dei lotti di seme, presso i locali di proprietà del Parco dei Monti Simbruini, annessi al Vecchio Molino del Comune di Vallepietra.
A breve sarà diffuso il programma dell’evento.

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A Ischia il baratto è tornato di moda
di Mario Messina – Rivista La via libera, del 4 novembre 2021

Nell’isola del Golfo di Napoli da un gruppo Facebook è nata la “Borsa verde 3.0”: niente soldi, niente prodotti industriali o dalla provenienza incerta e l’obbligo della socializzazione. Quella vera, al di fuori dei social.

Vittoria scrive: “Ho delle mele cotogne, Qualcuno è interessato?”. Gisella risponde: “Servono a me. Ti offro marmellate e pomodorini in barattolo”. “Affare fatto!”. Funziona così sulla “Borsa verde 3.0” di Ischia: un gruppo creato su Facebook sette anni fa che oggi conta oltre 4mila membri attivi che barattano i prodotti del proprio orto sull’isola del Golfo di Napoli (con quasi 63mila abitanti). “È un po’ più complesso di così – spiega a lavialibera l’ideatrice del progetto Luciana Morgera – perché sebbene tutto sia nato con l’idea di scambiare i prodotti in eccedenza dei propri giardini e dei propri orti, negli anni la Borsa verde è diventata qualcosa di ben più strutturato e con delle regole precise”.

L’idea nasce nel 2014 dopo un semplice post su Facebook. In seguito Luciana Morgera creò un gruppo sul social network.

Tra le regole principali: niente soldi, niente prodotti industriali o dalla provenienza incerta e l’obbligo della socializzazione. Quella vera, al di fuori dei social. Il gruppo della Borsa verde nasce nel 2014 quando un amico di Luciana Morgera pubblicò su Facebook la foto di un uovo di papera. “Lì pensai: ‘Lo voglio assolutamente!’ Quindi contattai il mio amico proponendogli uno scambio con pane e yogurt fatto in casa. Fu una cosa simpatica ma da lì mi venne l’idea di rendere quel tipo di scambi qualcosa di organizzato”. Fu così che Luciana Morgera creò il gruppo sul social network come luogo on line dove mettere in contatto domanda e offerta.

In Sicilia si fanno prove di imprenditorialità sostenibile per tenere i giovani sull’isola

E di offerta di prodotti agricoli sull’isola di Ischia ce n’è in abbondanza. “Tutti qui sull’isola hanno un proprio orto, un proprio giardino o quanto meno qualcuno in famiglia che lo abbia – racconta Morgera –. Ma ciò che rende questo gruppo unico in Italia è la varietà di prodotti che possiamo offrire grazie alla straordinaria biodiversità dell’isola”. Nonostante un’estensione di soli 46 chilometri quadrati, Ischia presenta una varietà territoriale invidiabile, con boschi, pinete, colline e montagne che creano, grazie anche al mare, le condizioni ideali per una varietà vastissima di prodotti agricoli. “I tanti microclimi – afferma Morgera – permettono di avere delle produzioni di primizie che sarebbero fuori stagione nel resto del Paese. Per esempio, a Ischia sulle tavole natalizie si trovano spesso le fave che sono tipicamente primaverili perché in alcune zone dell’isola crescono fino a dicembre. Io che ho un giardino che produce mele posso avere quelle fave a chilometro zero che nel resto d’Italia non si possono avere. Mica poco, no?”.

Il baratto 3.0, un modello esportabile
Quindi l’esperimento della Borsa Verde non è esportabile fuori dall’isola? “Certo che è esportabile, anzi! Perché sebbene a Ischia ci sia questa varietà di prodotti, la vera particolarità del nostro progetto è un’altra e sta tutta in quel 3.0 inserito nel nome del gruppo”. Il concetto è semplice: il baratto 2.0 è quello che avviene on line. E di gruppi di questo tipo ce ne sono ormai a centinaia. Ma ciò che rende la Borsa verde un gruppo di baratto 3.0 e che dopo l’incontro on line bisogna spostarsi nel mondo reale. In altre parole, una delle regole del gruppo è che bisogna incontrarsi dal vivo. E dall’incontro, parlarsi, conoscersi e scambiare – oltre che pomodori, mele e uva – anche conoscenze, idee e sensazioni.

Non solo prodotti, ma anche scambi di cultura
L’insegnante argentina offre lezioni di tango. Una coppia di austriaci la ricetta del loro dolce tipico natalizio

“Molte persone – spiega Morgera – negli scorsi anni si dicevano rammaricate di non avere nulla da poter barattare sulla Borsa verde. Ma io rispondevo che non era possibile. Tutti noi abbiamo qualcosa che altri non hanno e a cui sono interessati. Così nacquero i baratti in conoscenza. Ad esempio, c’è un ragazzo che offre corsi di yoga in cambio di verdura di stagione. Oppure un avvocato una volta offrì una consulenza legale in cambio di letame per concimare il proprio orto”. La presenza di una folta comunità di stranieri residenti in pianta stabile sull’isola, poi, ha creato le basi perché gli scambi di competenze si trasformassero in veri e propri scambi di cultura. Così l’insegnante argentina che ha scelto l’isola del golfo partenopeo per vivere, in cambio del pranzo, offre lezioni di tango a domicilio. Oppure, la coppia di austriaci che ha comprato casa a Ischia e dove passa gran parte dell’inverno, in cambio di arance e limoni, offre la ricetta per il tipico dolce natalizio d’oltralpe.

A Foggia si può vivere senza rassegnazione e apatia: lo dimostrano le tante realtà che animano la scena culturale e associativa

“Per me e mio marito che venivamo dalla città, la Borsa verde è stata una scoperta straordinaria”, racconta Gilda Cutolo, una delle maggiori fruitrici della Borsa. Gilda (nata e cresciuta a Napoli) e suo marito (nato e cresciuto a Milano), sei anni fa prendono la decisione di lasciare la città e trasferirsi sull’isola.
“Quando venni a conoscenza di questo gruppo – spiega Gilda – pensai che era qualcosa di quantomeno strano, forse sciocco. Oggi invece è diventato il mio stile di vita. Ma in maniera molto semplice e naturale. Tutto nacque dall’esigenza di smerciare le mele cotogne e i fichi che crescevano in abbondanza sugli alberi del giardino della casa in cui ci trasferimmo. Mica potevamo mangiarli tutti? Li regalavo a conoscenti e amici ma quando conobbi Luciana mi parlò del gruppo di baratto che gestiva su Facebook”. Seppur scettica Gilda decise di provare a scambiare i frutti del proprio giardino – che altrimenti sarebbero marciti – sul gruppo. “Nel giro di pochi minuti fui inondata di offerte: insalata, pomodori, arance, conserve, uova e dolci fatti in casa. Pensa a me, cresciuta in città, a vedersi offerto tutto questo ben di Dio coltivato a pochi chilometri da casa tua. Una gioia infinita”.

Gilda racconta che trasferendosi ad Ischia ha cambiato modo di vedere le cose. Per esempio la sua fortuna più grande è possedere nel proprio giardino un albero di mele cotogne che a lei proprio non piacciono. “In qualsiasi altro posto del mondo questa sarebbe una sfortuna – spiega Gilda – ma qui no, perché grazie alla Borsa verde scambio quelle mele con tutto ciò che mi piace. È come se avessi un orto che produce ogni giorno ciò che più mi piace e di cui ho voglia. L’ultimo baratto fatto sulla Borsa verde? Mele in cambio di melograni e verdure sott’olio”.

Anche i più piccoli sono importanti
Mattia, 8 anni, ha tenuto un corso per costruire un hotel per insetti, struttura di legno per ospitare gli animali utili alle coltivazioni.

Il baratto ischitano è uno stile di vita che sta coinvolgendo anche i più piccoli. “I figli di chi si è avvicinato a questo stile di vita – dice Morgera – hanno interesse a fare quello che fanno i genitori e magari chiedono di poter avere una piccola parte dell’orto di casa per sé. Spesso dimostrano di avere una consapevolezza maggiore di quella dei genitori relativamente all’impatto che questo tipo di comportamento ha sulla salute della propria terra. Oltre al fatto che proprio dai più piccoli, grazie alla loro curiosità viscerale, finiamo per imparare delle cose importantissime”.
Uno degli ultimi scambi organizzati sulla Borsa Verde è stato gestito da Mattia che a soli 8 anni è un esperto di hotel per insetti. Si tratta di una struttura in legno a forma di casa con all’interno diverse stanze fatte con il materiale necessario per ricreare il miglior habitat possibile per i diversi insetti utili alla produzione di frutta e verdura. “Quando la mamma di Mattia mi inviò la foto dell’Hotel per insetti da lui creato e mi disse che sapeva perfettamente come utilizzare paglia, legno, pigne e quant’altro per creare delle stanze apposite ad ospitare gli insetti pensai che dovevamo imparare tutti a farlo”, racconta Luciana. Così il 30 ottobre Mattia terrà nella pineta di Ischia un corso sulla costruzione di un hotel per insetti da orto e giardino. In cambio riceverà frutta, marmellate, dolci fatti in casa. E la soddisfazione di vedere tanti adulti pendere dalle sue labbra.

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Sul sito: leggere l’articolo pubblicato nel febbraio 2020: Scagnammece ‘a semmenta

Appendice (a cura della Redazione)

Dall’esperienza ischitana sembra di capire che la modalità più pratica per attivare questo tipo di scambi sia appunto attraverso Facebook. L’idea di Biagio sarebbe quella di creare un account Facebook collaterale  al sito Ponzaracconta (e/o alla relativa finestra Fb). Poi di tanto in tanto sul sito si potrebbero fare degli aggiornamenti sugli scambi e un resoconto di quanto succede. Bisognerà sentire Cristian, il nostro webmaster, che ci potrà consigliare per il meglio.

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