segnalato dalla Redazione
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da www.radiondadurto.org/ del 30 sett. 2022
“The time has come – Freedom rally for Iran”. Con questo slogan oggi, sabato 1° ottobre, ci saranno manifestazioni in tutto l’Iran e nel mondo nell’ambito delle mobilitazioni di massa che, al grido di “donna, vita, libertà” e “morte al dittatore”, chiedono la fine della Repubblica Islamica nel paese (in Italia molti appuntamenti tra i quali Roma, Milano, Pisa, Padova e Venezia).
Le forti proteste sono iniziate circa due settimane fa, quando una pattuglia della polizia morale del regime di Teheran ha arrestato e, in seguito, ammazzato di botte la giovane curdo-iraniana Mahsa Amini perché non indossava correttamente il velo islamico (hijab).
La prima rivolta si è verificata proprio durante il funerale della giovane, nella sua città natale nel Rojilat, il Kurdistan iraniano. Da quell’area del paese si sono diffuse velocemente in tutto l’Iran, incontrando da subito la violenta repressione della polizia e dell’esercito, la quale ha già provocato decine di vittime e centinaia, migliaia di arresti (non è possibile avere informazioni precise e aggiornate sui numeri reali, dal momento che da giorni il regime ha bloccato o limitato internet e social media nel paese).
La reazione repressiva del governo iraniano non si è rivolta soltanto nei confronti delle piazze e dei manifestanti. Negli ultimi giorni i Pasdaran hanno bombardato con l’artiglieria il Kurdistan iracheno e quello iraniano provocando almeno 13 morti e 58 feriti.
Dure le reazioni di Baghdad, del governo autonomo regionale del Kurdistan iracheno e anche di alcuni stati europei come Spagna e Germania, i quali han convocato gli ambasciatori iraniani per consegnare la propria protesta ufficiale. Gli Stati Uniti, inoltre, hanno imposto nuove sanzioni contro società sospettate di essere coinvolte nel commercio del petrolio iraniano, tra cui due aziende cinesi. Le sanzioni hanno colpito anche broker e società di copertura di Teheran negli Emirati Arabi Uniti, a Hong Kong e in India.
Un video diffuso sui canali sociali:
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Appendice del 4 ottobre 2022 (cfr. Commento della Redazione)
La canzone di Hajipour: Baraye
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Appendice del 5 ottobre 2022 (cfr. Commento della Redazione)
Il coraggio delle iraniane di Linda Laura Sabbadini. La Repubblica 04.10.2022
La Redazione
4 Ottobre 2022 at 17:01
Il cantante iraniano Shervin Hajipour è stato arrestato dopo aver pubblicato una toccante canzone, basata su tweet condivisi dagli iraniani che esprimevano i propri sentimenti sui motivi per cui le persone stanno protestando. La canzone di Hajipour, dal titolo “Baraye…” (“Per…”), è diventata virale online, ottenendo milioni di visualizzazioni ed è ora l’inno delle proteste scatenate dalla morte della 22enne Mahsa Amini, deceduta tre giorni giorni dopo esser stata arrestata a Teheran dalla Polizia morale perché “colpevole” di indossare il velo in maniera inappropriata.
La diffondiamo nell’intento di contribuire nel nostro piccolo alla causa della libertà delle donne iraniane (…e di tutto il mondo).
Troviamo vergognose le parole dell’imam Khamenei (sui giornali di oggi) che le proteste nel mondo siano state “pianificate da Usa e sionisti”: la ragazza l’hanno uccisa loro, il suo regime, non gli americani!
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Il video nell’articolo di base
La canzone, le parole, sono molto belle, una specie di Imagine iraniana!
Segnalato dalla Redazione
5 Ottobre 2022 at 05:44
La Redazione segnala un articolo di Linda Laura Sabbadini su la Repubblica di ieri 4 ottobre: Il coraggio delle iraniane.
Qui di seguito alcune frasi estrapolate dal testo. Lo scritto completo (poco più di una pagina) in formato .pdf nell’articolo di base.
“La lotta delle iraniane è una battaglia globale. Si estende. Le donne sono sempre le ultime ad ottenere diritti e le prime a vederseli soppressi, basta pensare agli Stati Uniti. (…)
(…) Le donne iraniane che affrontano senza paura il regime sono commoventi e ci pongono di fronte al dovere della solidarietà attiva. Loro ce lo chiedono con forza. “Italia dacci voce” urlavano nel corteo. (…)
(…) Noi donne, con tutti i democratici e le persone libere di questo Paese.
(…) Dobbiamo anche essere coscienti di assistere ad un fatto storico di assoluta rilevanza.
(…) Perché gli stessi iraniani e in particolare i giovani hanno capito che se progredisce la libertà delle donne saranno liberi tutti. Ricordiamocelo. (…)”