di Sandro Russo
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Qualche tempo fa per la rubrica sui giardini che tenevo su Mag-O, il magazine della Scuola di Scrittura ‘Omero’ preparai un pezzo su Le piante e la notte: lungo una ventina di pagine, pieno di foto, in gran parte mie, di piante fotografate di notte, oltre a considerazioni generali sulla notte. Per dire quanto la notte vissuta in un giardino – o i giardini di notte – mi hanno sempre interessato.
L’ho tirato fuori per rileggerlo, dopo aver visto la “sfilata” delle regine della notte fotografate da Enzo Di Fazio.
In quel mio report l’Epiphyllum non c’è. Ho la pianta, ma non mi è mai fiorita. Solo da poco ho capito di averne sbagliato l’esposizione. Dal momento che era di origine sudamericana l’ho tenuta in pieno sole, ma ha fatto poca fortuna e ha cominciato ad ingiallire le foglie. Ora, in una posizione più riparata, sta prosperando. Prima o poi fiorirà.
Invece, giusto per opporre qualche mia immagine all’exploit di Enzo, sono andato a fotografare ‘in notturna’ qualche pianta fiorita in questi giorni. Come giustamente sottolinea Enzo, le piante vanno fotografate senza l’ausilio del flash, con una piccola fonte di luce esterna. In realtà i colori delle piante si sono evoluti in funzione riproduttiva; per attirare gli insetti in diverse ore del giorno; quelle notturne sono di preferenza bianche, che è il colore che più li attira di notte. E il profumo ha analoghe finalità.
Chi gira per giardini di notte sa che il colore rosso si vede appena, con una bassa intensità luminosa, e i blu quasi scompaiono.
Qualcosa di analogo, riguardo ai colori, succede sott’acqua di notte o a profondità dove arriva poca luce. È tutto un grigio indistinto, finché il fascio di luce della lampada non illumina il fondo, che solo allora si accende di mille colori.
E torniamo al giardino.
È ancora presente, anche se a fine fioritura, Amaryllis belladonna, conosciuto a Ponza come il giglio di santa Candida (la ricorrenza è il 20 settembre, ma le fioriture quest’anno sono in anticipo):
In pieno splendore invece le Datura, che altrove nel mondo – in Oriente per esempio – sono anch’esse chiamate “Regine”, o “Signore della notte” (Queen o Lady of the night), per il soave profumo molto più intenso la notte rispetto al giorno; ma vengono chiamate anche Devil’s trumpets o Angel’s trumpets (le dizioni popolari spesso sono contrastanti!). Fondamentalmente perché appartengono alla grande famiglia delle Solanaceae e producono, a fine fioritura, capsule spinose piene di semi neri con spiccati effetti farmacologici (diciamo pure tossici): danno una tipica sindrome anticolinergica (leggi qui). Per le solanaceae, leggi qui.
Alcune Datura hanno portamento di basso arbusto (Datura stramonium, Datura metel). Altre, selezionate per la ricca fioritura (bianca, gialla, rosa), arrivano ad un’altezza di oltre due metri e sono attualmente raggruppare nel genere Brugmansia:
Infine, anch’essi fioriti proprio in questi giorni, dei bulbi ricevuti da un’amica ponzese – abbiamo scoperto poi di origine sud-africana, e ne abbiamo anche trovato il nome: Haemanthus coccineus (Fam. Amaryllidaceae).
Queste le ultime della notte dal mio giardino.
…E stanotte ci sarà la luna piena!
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Aggiornamento del 13 sett. 2022 (cfr. Commento di Biagio Vitiello)
La più bella e (sotto) particolare del fiore
Biagio Vitiello
13 Settembre 2022 at 09:43
La mie Datura (endemiche a Ponza)
Tre foto allegate all’articolo di base a cura della Redazione.