Ambiente e Natura

Blogger, influencer e genius loci

proposto da Sandro Russo

La recente polemica sulla proposta della nuova Amministrazione di invitare dei blogger e degli influencer a Ponza per promuovere il turismo sull’isola – leggi gli articoli e i relativi commenti: qui e qui – ci fa rispolverare un concetto antico, ma parecchio frequentato sul sito. In parole semplici la magia di Ponza non si può apprezzare se non ci si compenetra nei luoghi, con l’atmosfera, gli odori, i suoni (incluso il dialetto)… in senso lato l’essenza dell’isola che è tutt’una con la sua cultura.
Molto ne abbiamo scritto sul sito, per Ponza e per altri luoghi (perfino Oporto e Barcellona) e sotto varie denominazioni: “genius loci”, “identità di luogo”… Gli articoli sono raccolti a fondo pagina, per mantenere la memoria di quel che già si è scritto. Solo ci chiediamo se blogger e influencer parleranno la stessa lingua – dei latini, ma anche la nostra, tenderemmo a pensare… – e se ci riusciremo a capire.

Molto a proposito quindi, questo articolo – di Annalisa Maiorano – scoperto nelle nostre incursioni tra le pagine di # Natura, la rivista di ambiente e territorio dell’Arma dei Carabinieri.

Paesaggio culturale
La vita dei luoghi
di Annalisa Maiorano

Gli antichi avevano pienamente compreso l’importanza e la complessità del Genius loci. La necessità di un contatto responsabile con la Natura ci porta a indagare su quella risonanza ancestrale che Io spazio intorno a noi riflette tra paesaggio, architettura e musica

Quando si parla di “genius loci” spesso si ignora il significato originario di questa strana e affascinante locuzione, che oggi viene spesso utilizzata dagli architetti come metafora per definire l’identità di un luogo, sia esso urbano sia extraurbano.
La figura del genius loci nasce in epoca romana e con essa s’intende un’entità naturale e soprannaturale, una divinità protettrice, legata a un particolare luogo.
Invisibile all’occhio umano, il genio del luogo era lo spirito che abitava uno specifico territorio con lo scopo di proteggerlo e rappresentarlo, mantenendo armonia ed equilibrio.
La parola genius deriva dal verbo latino gignere che significa letteralmente “creare, generare”, ed era utilizzata per identificare la forza creatrice.
Con il passare del tempo, tuttavia, il concetto acquistò maggior valore.
Il genius era dappertutto, ed era necessario trovare un modo per conviverci al meglio. Il concetto riguardava la forma e i contenuti anche della casa, che doveva essere rispettosa dell’ambiente, dei corsi d’acqua o delle montagne circostanti.
Il popolo romano era solito raffigurare il genio come un serpente e, disegnarlo su un edificio, significava consacrarlo al genius loci che vegliava su quel luogo, oltre che sulle persone che lo abitavano.
Per avere la sua benevolenza era necessario invocarlo, fare offerte di profumi, fiori o frutti, ma, soprattutto, era indispensabile rispettare il luogo. Solo allora lo spirito sarebbe stato benevolo e si sarebbe palesato riempiendo lo spazio della sua sacralità, proteggendolo dal male e dalla sfortuna. In epoca più tarda lo spirito venne rappresentato come una figura umana, circondata da piante e animali.
Oggi, si avverte forte la necessità di ritrovare la sacralità dei luoghi in cui vivere e siamo sempre più spronati ad entrare in contatto con la Natura e la biodiversità che ci circonda, un contatto responsabile che ci porta a sperimentare la risonanza ancestrale che lo spazio intorno a noi riflette tra paesaggio, architettura e musica.

In architettura
Christian Norberg-Schulz (Oslo, 1926 – 2000), architetto e critico, nel saggio “Genius Loci. Paesaggio Ambiente Architettura” ha approfondito il modo in cui l’architettura può inserirsi nel paesaggio interagendo con l’uomo. Essa deve rispettare il luogo, integrarsi con esso, ascoltare il suo spirito ed essere compatibile con ogni ambiente, accrescendone il senso di appartenenza. L’abitare è lo scopo ultimo dell’architettura e se, come diceva Heidegger, l’uomo risiede quando riesce a orientarsi e a identificarsi in un ambiente, allora gli spazi in cui la vita si svolge devono essere luoghi dotati di caratteri distintivi. Il genio rende fenomeni architettonici differenti “parti di un’unica e riconoscibile esperienza”. Compito dell’architetto è quello di creare ambienti significativi. Se lo spirito del posto sopravvive alle modifiche funzionali, allora conferisce un carattere indelebile ai paesaggi.
Norberg-Schulz ha teorizzato il concetto di luogo come fenomeno naturale e artificiale e ha diviso la città in tre categorie: paesaggio romantico, cosmico e classico.
In quello romantico, le impressioni e le atmosfere naturali sono essenziali, qui l’architetto fa riferimento a city ricche di mistero che a volte trasmettono inquietudine, un esempio su tutte, Praga. Il paesaggio cosmico è vastissimo, lo sguardo si perde nell’orizzonte infinito e indistinto come quello del deserto e prende a modello l’affascinante Khartoum, capitale del Sudan, sorta nel punto di incontro di Nilo blu e Nilo bianco, dove il carattere dei luoghi è determinato dai colori predominanti della sabbia che a seconda delle ore, della stagione e della luce, offre sfumature differenti. Nel paesaggio classico, invece, l’individuo non “entra” nella Natura, ma crea con essa dei rapporti perfetti e riesce a mantenere la sua individualità, come Roma. Un “luogo forte”, dove la città è un’addizione di spazi, di architettura, di luoghi aperti in cui ci si sente comunque “all’interno” e dove non manca mai l’intimità. I luoghi chiamano, evocano e si lasciano scoprire nella loro “essenza interiore”, ed è proprio questa essenza che i latini chiamavano genius

In natura
Sul territorio tutto è determinato dalla Natura e la vita è possibile solo se si riesce a interagire con essa e ad accettare le sue regole. Anche quando viaggiamo, dovremmo provare ad entrare in contatto con l’anima che si nasconde dietro l’estetica del luogo che ci ospita, e non collezionare in modo superficiale solo posti instagrammabili da postare sui social.

La musica
La musica offre un’opportunità importante, può afferrarci per mano e condurci ovunque nel tempo e nello spazio. Attraverso l’ascolto si apre un canale che arriva al cuore sacro di un luogo. Per questo spesso si organizzano concerti in contesti particolari come giardini, castelli, fortezze, vette o rocche, perché attraverso la musica si vuole condividere un’esperienza culturale fatta di sensazioni. Ma, soprattutto, attraverso la sequenza armonica delle note, si vuol far cogliere la sacralità di quei luoghi, trasmettendo il genius loci che li pervade.

#Natura. Genius loci. Di Annalisa Maiorano.pdf

Sul sito, riguardo a Genius loci e l’identità di luogo 

Di Sandro Russo: Epicrisi 65. Il genio del luogo del 3 aprile 2016.
Di Enzo Di Giovanni: Il genius loci del 6 aprile 2016
Di Silverio Lamonica: Bevagna-Ponza e il genius loci (1), (2) e (3) , tra il 19 e il 26 aprile 2016
Di Sandro Russo tra il 15 e il 25 gennaio 2021
Di cosa parliamo quando diciamo ‘Identità di luogo’ Place identity (1)
Identità di luogo (2). Barcellona, un altro turismo è possibile
Identità di luogo (3). Partiamo dalla casa

 

1 Comment

1 Comment

  1. La Redazione

    11 Settembre 2022 at 09:42

    Un concetto importante sul Genius loci, per mettersi al riparo dal rischio di una troppo forte componente “nostalgica”, l’ha espresso Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo (CN), 1908 – Torino, 1950 – Sono sempre i migliori che se ne vanno!):

    “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

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