Mare

Tyrrhenus Mare Nostrum, una serata molto partecipata

Storie e testimonianze delle migrazioni stagionali dei pescatori ponzesi nel Tirreno e oltre
Fatti e aneddoti dei pescatori e dei loro figli sulle stagioni di pesca in Sardegna, Elba, Ustica e La Galite in Tunisia 

di Giovanni Hausmann

Come annunciato, il 23 scorso nella splendida serata ponzese di fine agosto con il patrocinio e il supporto attivo del Comune e la collaborazione del parroco Padre Francesco nella piazza antistante la chiesa dell’Assunta alle Forna si è tenuto un incontro sul tema delle migrazioni stagionali dei pescatori ponzesi verso luoghi lontani (per quel tempo!!!!) come la Sardegna, l’Elba e Montecristo, la Galite ed altre località rivierasche del Mediterraneo.


L’incontro ha avuto una partecipazione molto numerosa, sia da parte di ponzesi che di non residenti, curiosi di conoscere la storia e le vicende dell’isola e consapevoli che Ponza non ha solo un meraviglioso mare ma ha anche una storia e una popolazione straordinaria.
Con gli amici e soci della Schiocca, associazione costituita nel 2008 per promuovere la conservazione della filuga ponzese, c’era venuto in mente che una testimonianza di questo patrimonio storico e culturale, rappresentativo di un periodo “eroico” della vita dei ponzesi poteva essere un ulteriore passo verso gli scopi sociali dell’Associazione: rivalutare i mezzi (le filughe), i personaggi ed infine i luoghi.


Abbiamo perciò promosso, con l’aiuto di Rosanna Conte, Sandro Vitiello ed altri, questo incontro nel quale abbiamo chiamato alcuni testimoni di quel periodo epico a raccontarci alcune storie, aneddoti, esperienze ed altro chiedendo loro qualche particolare delle vicende e dei fatti accaduti che, purtroppo, venendo meno loro rischiano di perdersi.
Così gli anziani Amerigo Feola, Antonino Mazzella (zi ‘Ntunino), Patrizia Cristo da Arbatax (in video conferenza), Biagio Pagano (Biagino), Salvatore Aprea ed i giovani Silverio Vitiello e Claudio Romano, intervistati da Rosanna Conte, ci hanno raccontato i viaggi, i luoghi, i fatti, le condizioni di vita ed alcuni aneddoti straordinari di cui uno dei più vivi e“parlanti” è stato quello dei pantaloni che dopo la stagione, visto che si lavavano solo con l’acqua di mare, si reggevano in piedi da soli visto la quantità di sale che si era impregnata nel tessuto!!!!!


Si è parlato di pesca alle aragoste, al corallo, alle alici e quant’altro offriva il mare insegnando ai locali rivieraschi non solo come pescare ma anche come cucinare il pescato utilizzando quanto offriva la terra di approdo.
Un particolare accenno è stato fatto al ruolo delle donne ponzesi che rimaste sull’isola hanno avuto un ruolo importante nella gestione della vita familiare durante le lunghe assenze dei pescatori e quando invece seguivano la migrazione si occupavano della vendita presso i locali e della promozione del pescato facendo “corsi di cucina” presso le famiglie del luogo. L’insediamento di molte famiglie ponzesi nei luoghi dove si pescava deve molto allo spirito di iniziativa e di sacrificio delle donne.


I vari testimoni ci hanno raccontato delle barche che usavano, dei “mestieri” che utilizzavano ed in generale della vita che facevano.
Ci hanno infine raccontato dei rapporti con gli abitanti in alcuni casi cordiali, ma alcune volte piuttosto “ruvidi” a causa dei contrasti con i pescatori locali.
Infine Gino Usai, forte dei suoi studi ha concluso inquadrando le varie vicende nel contesto storico della guerra e del dopoguerra.
Certo non è stato possibile (per questioni di tempo e di organizzazione) far raccontare le storie di tanti altri protagonisti di questa epoca. Penso che, visto il grande interesse suscitato dall’evento a giudicare dalla quantità dei presenti nel piazzale della chiesa, magari in un prossimo futuro la cosa si potrà ripetere affrontando temi o destinazioni più specifiche invitando a parlare altri “attori”. Il materiale di storie e di memorie è ricchissimo ed è importante diffonderne la conoscenza.

2 Comments

2 Comments

  1. Rosanna Conte

    28 Agosto 2022 at 19:10

    Fa piacere che gli amici de La Schiocca  siano disponibili a ripetere l’esperienza di portare ai ponzesi le voci del mondo della pesca che è tanta parte della loro storia. Esiste anche in questo campo il rischio dell’oblio ed è bene che tutti coloro che ne conoscono l’importanza diano il loro contributo a che ciò non avvenga. La Schiocca ha mostrato sensibilità e interesse al tema, perciò ci auguriamo che i suoi soci possano collaborare secondo le loro modalità a recuperare e conservare i tratti di questo mondo attraverso le testimonianze di coloro che l’hanno vissuto.

  2. Giovanni Hausmann

    29 Agosto 2022 at 18:09

    Cara Rosanna prima di tutto vorrei ringraziare, a nome di tutti i partecipanti presenti sia come testimoni che come pubblico presente, Te e tutti coloro che hanno cotribuito alla buona riuscita dell’evento.
    Quanto alle tue considerazioni Ti confermiamo che su questo tema siamo disposti ad impegnarci ancora per approfondire quanto è stato solo accennato dai “testimoni”, vista la mancanza di tempo disponibile (avremmo potuto fare nottata se avessimo lasciato loro libero il campo). Devo anche dirti che nei giorni successivi altri pescatori o figli e nipoti ci hanno richiesto di poter raccontare le loro storie e le loro esperienze!
    Quindi consideriamo questa come una prima esperienza, come un avvio di un percorso tutto da studiare e definire magari coinvolgendo anche coloro che già hanno raccolto e pubblicato storie ed avvenimenti legati alle migrazioni dei pescatori.
    Voglio però solo sottolineare che queste storie sono patrimonio storico dei pescatori ponzesi e rappresentano un “giacimento” culturale di cui solo loro possiedono il copyright e quindi noi de La Schiocca, oltre ad essere spettatori interessati, potremmo solo svolgere un ruolo di accompagnamento della volontà dei ponzesi a preservare tale eredità ed eventualmente a metterla a disposizione anche dei visitatori che non sempre sono consapevoli del percorso piuttosto “accidentato” che l’isola ha dovuto percorrere per arrivare fino ai nostri giorni:

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