Racconti

Ponza raccontata da Paolo (17). Lina, “la veneziana”

di Paolo Iannuccelli

 

 

Nel 2020 ci ha lasciato – a Mira – Carolina Zampieri, per tutti Lina.
Da Venezia a Ponza, da San Marco a San Silverio, due giganti della Chiesa. Chi arrivava a Ponza non poteva fare a meno di rimanere colpito da un negozio che fin dall’insegna  <Souvenirs Cartoline> appariva diverso dagli altri.

Lo gestiva Lina, detta “la veneziana” viste le sue origini, una signora minuta e affabile, la cui voce era resa ancora più dolce dalla tipica cadenza veneta. A Ponza si era trasferita ad inizio anni sessanta dopo aver sposato Toni, in realtà era Antonio ma la frequentazione della terra veneta dove già viveva il fratello Benito aveva operato la trasformazione.
A Ponza Lina ha vissuto diversi anni con il marito e i suoceri piuttosto anziani in una casa d’epoca dall’architettura particolare: al piano terra il negozio con le cartoline e sul retro quella che ora si chiama zona giorno, al primo piano le camere da letto. Poi i suoceri sono deceduti, anche Toni è volato in cielo rapidamente. Così Lina si è trovata sola in quella bottega dove la gente si fermava volentieri perché oltre a cartoline e piccoli oggetti da portare a casa o regalare trovava tanta cortesia.

All’inizio la signora Zampieri – portatrice di valori antichi e autentici – si stupiva vedendo i turisti che scattavano foto sia dall’esterno che sulla porta ma i flash non le hanno mai dato fastidio. L’arredamento del locale era particolare, lo stesso che apparteneva anni prima a una vecchia farmacia. Solo una mano di vernice aveva alterato il colore originale del legno, gli scaffali con mensole e sportelli erano bellissimi, realizzati a mano.
Lina pensava di cedere l’attività ma l’amore per Ponza prevaleva, qualcuno disposto ad aiutarla nel periodo estivo lo trovava sempre. Il tempo passava ma il negozio <Souvenirs Cartoline> restava lo stesso, caratteristico nello stile e nell’impostazione, unica concessione al nuovo che avanza gli infissi della porta d’ingresso. Varcata la soglia, spuntavano le cartoline tutte in fila nell’ espositore di legno, le barchette, le piastrelle, gli oggetti in ceramica e vetro.

Una statua di San Silverio con la barba bianca, come quella esposta nella chiesa di Le Forna, aveva il posto d’onore al centro della scaffalatura più grande. Davanti al Santo due vasi con garofani rossi finti, immutabili. La luce li ha sempre risparmiati conservando i colori originari. I magnifici quadri a olio raffiguranti Ponza non mancavano mai da Lina, opera di un artista napoletano che si pagava la vacanza dipingendo, vendendo le opere grazie ai buoni uffici di un suo amico ristoratore.

In quel microcosmo, dove il tempo sembrava essersi fermato, il turista sostava volentieri, lontano dalla confusione, dal consumismo sfrenato, con prezzi bassi alla portata di ogni tasca. I vacanzieri veneti che si recavano a Ponza familiarizzavano subito con Lina sentendosi come a casa, con semplicità e serenità.

 

 

NdR: di Luisa Guarino un ricordo di Lina quando nel 2020 ci ha lasciato (leggi qui)

 

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