Ambiente e Natura

In attesa…

di Francesco De Luca

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Senza preavviso, si curvano i rami delle querciole e il vento diventa padrone della piazzetta. Le tende dei
bar cigolano inquiete, e polvere squassa la zona. I basoli vengono spazzati dalla furia che lascia negli
interstizi terra e foglie e detriti e sporcizia d’ogni genere.

In breve piazza Carlo Pisacane diviene l’arena delle ventate: da Sant’Antonio e Giancos arrivano con
furia, si incanalano su via Roma, saettano per le strettoie di via Comandante, e già dalla collina della
Madonna scendono con forza altri venti che si intruppano e si contrastano.
L’arco dal Molo Musco, alaggio Mamozio, banchina Di Fazio e banchina Nuova è un furoreggiare d’ aria
spinta dai venti in direzioni varie.
Infine scende una pioggia violenta e grossa.
I basoli trovano sollievo. Finalmente l’acqua pulisce, trascina via lo sporco, sopisce il rancore del vento
imponente.
Acqua dalla discesa della Musella, acqua dall’arco ‘i Pascarella, acqua dalla passeggiata del Corso. Tutta
a mare.

E dopo lo stupore dell’evento il porto sembra trovar pace. L’acqua rallenta l’ardore.

Gli uomini guardano dai balconi. Nessuno interferisce con lo spettacolo che la natura mette in scena. Con attori di fama: il guizzo del fulmine, il tuono potente, la spessa caduta delle gocce. Zampillanti ora e ora placati nella pozza. Il rivolo fintamente agitato e gorgogliante di nuova voce.
I basoli bagnati e lindi. Assestati e chiusi in uno mutismo che conosce storia e cronaca, tedio e passione.
S’apre una porta timidamente. Con insicuro passo esce un bambino. Di certo ha eluso la sorveglianza.
Fuori la porta si ferma e sorride nel vedere come le gocce nella mano cadono e si disperdono. Non si
raccolgono.

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