Ambiente e Natura

Riflessioni sul principio di insularità che farà parte della nostra Costituzione

di Tonino Impagliazzo

 

In questi giorni Ponza Racconta ha pubblicato due notizie che stimolano considerazioni e riflessioni.
La prima (leggi qui) riferisce che il parlamento italiano ha inserito nella Costituzione  lo “Status di disagiato” a favore dei territori insulari; la seconda (leggi qui) che a datare dal 15 Settembre Ponza e Ventotene potrebbero restare senza luce e acqua, perché una Direttiva Europea vieta il trasporto di gasolio via mare.
Propongo alcune riflessioni sui due argomenti con due separati articoli

Lo “status di disagiato” a favore dei territori e dei cittadini delle isole

E’ lecito e corretto “magnificare” il Parlamento Italiano di questa lodevole iniziativa, ma quello che maggiormente interessa i cittadini delle isole sono i ”contenuti” di questa iniziativa parlamentare che, con Direttive successive, potrà determinare il parametro del disagio da assegnare a ciascun territorio insulare.

Il disagio complessivo, per nostra conoscenza, può essere identificato con alcuni elementi di base, come la distanza dalla costa, la portualità per l’ approdo e per la sosta, i  servizi disponibili nel porto di riferimento, la profondità dei fondali limitrofi, la presenza o meno di collettori sottomarini per la fornitura di acqua, di Energia Elettrica, di Gas, della Banda Larga e la estensione complessiva di ciascun territorio. Tutti insieme, questi elementi potranno determinare le “debolezze endogene” di un territorio e approdare a suggerimenti e consigli.

1) Innanzitutto “formazione scolastica e cultura” rappresentano dei pilastri per rimuovere lo ”status del disagio”

Il tema non deve essere limitato alle strutture in cui si svolge l’attività della formazione, per intenderci gli edifici scolastici, ma deve considerare il territorio nella sua interezza come luogo di appartenenza per tutta la comunità con la cultura e le vicende che ne hanno fatto  la storia. In detto contesto o habitat la formazione. attraverso  la  pratica del teatro, della danza, della musica, dell’utilizzo degli strumenti musicali, delle arti e dei mestieri del mare e della terra, potrà innescare quel circolo virtuoso capace di liberare energie e rimuovere dai territori il disagio storico che li condiziona e li attanaglia. In tal modo coloro che vivono sul territorio potranno attuare una “Convegnistica di Eccellenza”, un aggiornamento letterario, un giornalismo di qualità, passerelle e sfilate di moda e, con passi successivi e graduali, saranno in grado di realizzare un “piano economico a supporto” di ciascun programma per completare la ricerca sulla propria identità. Ne deriverà la crescita della qualità dell’offerta che potrà avvantaggiarsi anche della partecipazione a Corsi di perfezionamento sulla conoscenza delle lingue, strumenti essenziali per sempre meglio diffondere la cultura del territorio.

2) C’è, poi, da considerare “l’assistenza sanitaria” ed “un piano” destinato al sociale e alla terza età”

La materia è delicata e tocca nel profondo l’appartenenza di ogni cittadino alla propria famiglia di origine, al proprio nucleo di sangue ed alla terra di provenienza, identificando in essa la principale qualità identitaria. La mancanza o la riduzione della sensibilità sociale nell’attuale contesto è il ”segno della resa”, e questo offende la propria cultura di appartenenza, riduce la presenza dello Stato nella società civile delle isole e nelle comunità disagiate. Un  fenomeno che nel periodo invernale si dilata e spinge le famiglie a trasferirsi sui territori della terraferma. Un comportamento che determina un ulteriore aggravio e svilisce il tessuto sociale.

3) Grande importanza ha il trasporto marittimo

Per i cittadini delle isole il trasporto marittimo  rappresenta “il legame necessario e fondamentale” per consentire la continuità territoriale, per soddisfare con serenità la provvista dei beni primari e secondari, garantire il servizio sociale, scolastico, sanitario, postale ed altro e assicurare a ciascun cittadino la massima autonomia territoriale. Un collegamento, per il trasporto di merci e passeggeri, da effettuarsi in tempi brevi (della durata di 90 minuti circa) restituirebbe dignità ai cittadini delle isole con alleggerimento delle differenze che oggi esistono con gli abitanti della terraferma.
La scelta del porto e del vettore dovranno consentire un collegamento efficace con l’asse ferroviario che porta a Roma e a Napoli oltre la possibilità di usufruire dei servizi sociali, scolastici, sanitari e commerciali presenti sul territorio di Formia.
L’area di riferimento, se ben coordinata e attrezzata, potrebbe consentire collegamenti con l’Asse ferroviario “super-veloce” (Milano -Reggio Calabria), l’Autostrada del Sole, il Tribunale ed il Polo Universitario di Cassino. E  non ultimo, laddove se ne avvertisse l’importanza, potrebbe promuovere un percorso stradale veloce Formia – Sparanise che colleghi il Porto di Formia e di Gaeta ad una HUB turistico/commerciale all’interno dell’ Aeroporto Militare di Sparanise. Ciò consentirebbe al turismo internazionale di scoprire e godere delle eccellenti risorse naturali e culturali presenti nelle isole del Lazio.
La scelta del “Vettore Tipo” (merci-passeggeri) scandisce  i tempi del viaggio  e la qualità del servizio ed al tempo stesso, apre una finestra verso un turismo internazionale e di qualità in ambito Regionale.

4) Infine ambiente, economia circolare, balneazione e servizi al diporto 

Escludere dalla lente di ingrandimento alcune tematiche, poco focalizzate nel “Riscatto, per un futuro possibile”, sarebbe come limitare o escludere dal dibattito alcune debolezze presenti sul territorio rendendo la narrazione poco trasparente e incompleta.

I temi indicati rappresentano per il territorio di Ponza  lo “zoccolo duro delle proprie eccellenze“ e come tali, devono essere difese, tutelate e godute. Mettere a fuoco le proprie eccellenze è soltanto una passerella quasi ovvia ma ciò che realmente deve preoccupare è la custodia e la tutela di questo straordinario patrimonio.

Nel quarto punto si parla di “Servizi al Diporto” che, se interpretato e letto come appendice alla Legge sullo “Status del disagio delle Isole”, potrebbe riservare all’ Ente Insulare (il Comune) un ruolo più incisivo nel coordinamento e nella gestione delle Aree Portuali, assegnando ad esso Ente Territoriale Comunale risorse finanziarie aggiuntive per ottimizzare i molteplici servizi a carico dell’Ente e destinati al territorio.

La gestione o il Coordinamento gestionale da parte dell’Ente Comunale (Consorzio Pubblico-Privato), per l’utilizzo degli “spazi portuali”, consentirebbe di non disperdere le competenze tecniche acquisite dalle maestranze locali, garantirebbe la vigilanza in tutti i periodi dell’anno, fornirebbe manutenzione e vigilanza ai posti barca, offrirebbe servizi più qualificati ai “posti barca” e riserverebbe all’Ente Comunale risorse finanziarie aggiuntive per la promozione e la gestione dei servizi a favore del territorio.

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