Lontano da Ponza

Mauro Esposito

di Francesco De Luca

 

Da anni non ci vedevamo. Al Supermarket di Ponza, lui in tenuta da bagno, io più vestito, entrambi alle prese con l’approvvigionamento, nonostante la calura.

Mauro ha fratelli e sorella. Il più vicino a me è Tonino, col quale condivido ricordi infantili, musiche e orazioni. Uno, Silverio, sta in Grecia, a Mykonos, e altri a Milano. Come lui, che lavora lì e soltanto di rado ritorna a Ponza, di solito in estate. Ossia quando è difficile vedersi perché il caos turistico mortifica ogni incontro.

Mi ha fatto piacere incontrarlo, così da rinverdire l’immagine mentale che ne avevo, e di più mi ha meravigliato il fatto, ripetutomi più volte: “io seguo molto le vicende ponzesi tramite Ponza-racconta”. Queste parole mi hanno fatto riflettere sull’utilità del Sito. Sono tanti coloro che rimangono legati all’isola e alla sua vita grazie agli scritti del Sito. A me arrivano tante testimonianze ed io cerco, per quel che posso, di rinverdire luoghi, personaggi ed eventi.

C’è una quantità di ponzesi disseminati per il mondo, e tutti vorrebbero sentire che finalmente dalla spiaggia di Chiailuna è di nuovo possibile tuffarsi perché era quello che si faceva ambresse ambresse, dato che essa è a pochi minuti da chi abitava sulla Dragonara, a Sant’ Antonio, sui Guarini. Specie quando il levante impediva l’uso delle spiaggette della costa est.

Mauro era un assiduo giacché dimorava da quelle parti.

E quella volta, mentre si cercava di giocare a reggere l’urto dei cavalloni coi quali si ingaggiava una gara di destrezza, venimmo toccati da oggetti viscidi e sguscianti. Cosa erano? Erano piccoli calamari che si gettavano (chi sa perché) all’impazzata sulla spiaggia. Non appena individuati fu un assalto scomposto. Tutti a prendere i calamaretti. Ma come raccoglierli? Meglio, dove riporli? Prendemmo le magliette deposte a riva e le facemmo diventare borse. Ognuno col suo raccolto di pesci.

Enrico (il sig. Enrico Migliaccio), allorché gli passammo davanti sorrise contento, come se fosse stato un dono suo (giacché era proprietario di un grotta utilizzata da tutti come deposito, spogliatoio, luogo di riposo, vista la sua grande bontà).

Se lo ricorda Mauro? Sono sicuro di sì, così come credo ricorderà altri episodi, avvenuti in quelle acque. Della nostra fanciullezza. 

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