Esteri

La Russia, l’Ucraina… e l’Europa

riceviamo come segnalazione da Emilio Iodice e pubblichiamo

Gent.le Redazione,
propongo quest’articolo per Ponzaracconta, nella sezione dedicata alla Politica Estera.
Cordiali saluti.
Emilio

Esteri
Ucraina ed Europa. Una storia di due guerre destinate a incontrarsi
di Francesco Sisci, del  10/07/2022 – Da  https://formiche.net/

In questa situazione non è importante il conflitto in Ucraina ma quanto accaduto nelle retrovie in Germania e in Italia in questi ultimi mesi. Il commento di Francesco Sisci

Questa può essere una storia di due guerre che vanno in parallelo. Finora sembrano non incontrarsi ma prima poi si incontreranno e daranno ragione all’una o all’altra parte.

La prima versione della guerra è quella russa.
Certo Mosca ha perso politicamente perché pensava che l’invasione dell’Ucraina sarebbe stata una passeggiata. Avrebbe messo il governo di Kyiv sotto il controllo di Mosca, avrebbe spaccato l’Unione europea, e avrebbe politicamente allontanato gli Stati Uniti dall’Europa. Nessuno di questi obiettivi si è realizzato. L’avanzata in Ucraina è stata un massacro e quindi è fallita. È fallito anche il tentativo successivo di accerchiare le truppe ucraine nell’Est del Paese.

Oggi i russi sono tornati a tattiche da prima guerra mondiale. Bombardano, radendo al suolo, un obiettivo. Quando l’obiettivo è stato annientato avanzano con carri armati e fanteria. Quindi bombardano un secondo obiettivo, così in progressione. Sono tattiche lente, estremamente distruttive di mezzi e uomini.

Non è chiaro il livello di distruzione dei loro mezzi, ma i russi hanno deciso che non importa, perché passo dopo passo avanzano nell’Ucraina orientale. Avanzando lì, e conducendo una astuta guerriglia con le forniture di gas e grano giocano sull’obiettivo principale — spaccare l’unità politica dell’Europa.

La Germania, che dipende per il 60% del suo gas dalla Russia, è in grave crisi. La sua principale azienda di importazione di gas, Uniper, è di fatto fallita. Berlino sta studiando di nazionalizzare le attività tedesche dei colossi russi del gas e sostenere per l’inverno tutto il settore. Rimane indecisa sul price cap al gas.

L’Italia è in una situazione simile, migliore per le risorse peggiore per la situazione in parlamento. La dipendenza dal gas russo dal 40% qualche mese fa si è praticamente dimezzata. Ma la guerriglia politica condotta oggi dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte si è invece aggravata.

Minacciano una crisi di governo. La caduta del governo italiano oggi in mezzo alla guerra sarebbe una vittoria enorme per il presidente russo Vladimir Putin e rimetterebbe la Russia al passo dei piani iniziali.

Non tutto sarebbe stato raggiunto, ma almeno alcuni obiettivi sì. Lo scalpo dell’Italia portato in omaggio da Conte ornerebbe la cintura di Putin. Per questo, per Mosca, è importante avanzare passo dopo passo e continuare la guerriglia del gas, della guerra infinita, della Russia imbattibile, giorno dopo giorno, per cercare non tanto di conquistare l’Ucraina, ma di sobillare Italia e Germania.

Le agitazioni italiane e tedesche, le concessioni europee sui pagamenti in rubli, le reazioni piccate a Italia e Germania di Polonia o Paesi baltici, dicono a Mosca appunto che non tutto è perduto, che sta vincendo la guerra.

La guerra Ucraina
L’Ucraina vede le cose in un’altra maniera. Nota che i mezzi usati dai russi sono sempre più vecchi. Dai carri armati T90 dei primi giorni dell’invasione si è passati ai loro nonni, i T62, segno che i magazzini si stanno svuotando. Si usano cannoni e missili navali su postazioni terrestri, segno che non ci sono più mezzi. Combattono Ossetti, Ceceni, Buriati, ma non Russi, segno che i russi sono in sciopero di guerra.

Sul fronte interno il numero 2 della chiesa ortodossa russa, Ilarion Alfeev, è stato deposto proprio per la sua opposizione all’invasione. Ci sono proteste e scioperi a macchia di leopardo.

Certo i russi non sono facili da respingere ma gli ucraini pensano che stanno addestrando artiglieri e carristi.
Ci sono nuovi sistemi di artiglieria in grado di annientare i cannoni russi che oggi dominano il campo, con una superiorità da 5 a 1.
Gli Himars sono sistemi anti artiglieria complicati che hanno bisogno di addestratori, ma che possono colpire i russi da maggiore distanza con maggiore potenza di fuoco. Potrebbero essere un game changer del conflitto sul terreno. L’America ha migliaia di pezzi disponibili già oggi.

L’idea degli ucraini e che per settembre ottobre la questi artiglieri saranno pronti e con i nuovi sistemi di artiglieria Himars saranno in grado di annientare i cannoni e russi e quindi sfondare il fronte.

Per questo gli Ucraini pensano di avere il tempo dalla loro, che questa non è una guerra di attrito, ma una guerra di indebolimento dei russi, che arriveranno all’appuntamento dell’autunno già stremati.

Per questo nessuna delle due parti vuole cedere. Entrambi pensano ancora di vincere e che una vittoria chiara sia possibile. I russi sanno che i sistemi missilistici appena americani sarebbero un cambio radicale ma sanno anche che prima di settembre non saranno disponibili.

Ciò crea una situazione per cui i russi continueranno a spingere sul piano del gas e sul piano tattico per i prossimi due mesi. Quindi, arrivati allo spiegamento di Himars, potrebbero cercare una pace, forti anche delle spaccature europee che nel frattempo saranno cresciute.

La guerra dietro
In questa situazione allora non è importante la guerra sul campo in Ucraina ma quella nelle retrovie in Germania e in Italia in questi due mesi.

La situazione in Germania è estremamente complicata. Non è soltanto l’appoggio a una guerra difficile, è che sta crollando la politica su cui il Paese si era retto per gli ultimi 33 anni. Il rapporto politico con la Russia, la dipendenza crescente e strategica dal suo gas permettevano una serie di scelte politiche e industriali che hanno sorretto il Paese fino a oggi.
Il gas russo a buon mercato poteva aiutare a finanziare la transizione verde, questione strategica per la Germania. Inoltre la certezza e sicurezza del gas russo finanziava anche l’industria tedesca con il suo export.
Oggi non solo il gas russo viene meno, vengono meno anche i mercati russi ed Est europei, entrambi irritati per ragioni diverse dall’atteggiamento tedesco.

Finisce l’idea che il commercio poteva essere un sostituto della politica e della difesa. Si riaccendono quindi fantasmi che la Germania aveva voluto seppellire, dietro l’idea che il Paese sarebbe potuto diventare una specie di grande Svizzera, disinteressata della politica mondiale di difesa. Contemporaneamente si alza l’inflazione, che un secolo fa portò enormi scompigli sociali e politici.

Riconvertirsi radicalmente da questa posizione non è facile anche perché non è facile capire quale sia il punto di arrivo. Cosa deve fare e la Germania nel futuro? Come deve comportarsi con le sue intenzioni di promuovere l’energia verde, di creare una grande Europa incentrata sulla Germania? Cosa ne sarà della sua capacità di esportare, che è stata fino ad oggi il grande motore del Paese?
D’altro canto la Germania non può nemmeno cercare di spazzare sotto il tappeto la sfida reale posta dalla Russia. La Germania è stata il Paese che più ha guadagnato dalla fine della guerra fredda. Si è riunificata ed ha allargato a Est la sua area di influenza, allontanando la minaccia russa con due livelli di protezione, un primo di paesi ex sovietici poi entrati nella Nato, e un secondo di paesi neutrali come erano Bielorussia e Ucraina che avrebbero dovuto ammorbidire le eventuali pressioni russe.

La fine di questi due paesi, la Bielorussia inglobata nell’impero russo, e l’Ucraina invasa, cambia tutta la dinamica politica tedesca.
La Germania insomma enormi problemi da risolvere che vanno al di là del gas ma che trovano nel gas la scintilla per infiammare tutto.
Sono questioni sistemiche che i tedeschi amano affrontare sistematicamente e quindi senza risposte sistemiche invece li lasciano collettivamente disorientati.
Qui i Verdi appaiono come la forza che vede con più chiarezza e determinazione il cambio di passo della Germania. Ma per ora non sono abbastanza forti da sterzare il resto del Paese.
Finché è aperta la polveriera tedesca i russi cercheranno di continuare a combattere in Ucraina.

In questa complicata alchimia allora diventa cruciale il ruolo dell’Italia. Se si schiera chiaramente tra i dubbiosi sulla guerra, da fiato ai dubbi tedeschi e quindi ringalluzzisce i russi. Se invece prende un atteggiamento più fermo allora anche i tedeschi potrebbero girare più facilmente.
In questa situazione perciò è cruciale il comportamento di Conte. Che si renda conto o meno del gioco che sta giocando egli è oggettivamente l’alleato ideale di Putin.
Le sue proteste per fare cadere il governo Draghi in questo momento mandano messaggi distorsivi a livello globale e quindi aiutano ad allungare la guerra e allontanare una soluzione pacifica.

Informazioni sulla rivista da cui questo articolo è tratto (a cura della Redazione)

Formiche è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura.

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