segnalato dalla Redazione
24 ore a Ponza, l’isola luminosa meta ideale per un addio al nubilato
Breve viaggio nell’isola del Mar Tirreno, tra scorci unici, mare cristallino e ottima cucina
di Giulia Manta
Ponza, la guida di Vogue
Ponza è un’isola luminosa e decadente, intrigante e sorprendente. Montale la definì “un microcosmo a sé, un’isola scontrosa e bellissima” e mai descrizione fu più appropriata.Chi ci è già stato lo sa: è difficile restare indifferenti al fascino che emana e soprattutto è impossibile andar via senza aver già pensato a quando ritornare.
Terra di fenici, greci e romani, ma anche di sirene, mostri marini, ciclopi e streghe, è stata nella storia anfiteatro di amori e tradimenti leggendari, di fughe ed esili forzati, musa ispiratrice per poeti, scrittori, artisti, ma anche la cornice ideale per le vacanze di chi, un tempo, come ora, in questo angolo di paradiso, vuole trascorre giorni sospesi e spensierati.
E perché no, meta perfetta per un addio al nubilato tra amiche, divertente e scanzonato.
Ponza all’alba
L’arrivo e il porto
L’isola dista circa 70 miglia dalle coste laziali e si raggiunge facilmente dopo poco più di un’ora di navigazione di aliscafo dai porti del Circeo.
Avvicinandosi al porto, in lontananza già si scorgono le prime casette colorate, arrampicate le une sulle altre e perfettamente incasellate nella roccia di tufo ed ossidiana.
Quando i portelloni del traghetto si aprono, si viene subito investiti dall’odore umido di salsedine e naftalina e dai suoni e rumori di un porto abituato a vedere navi arrivare, attraccare e salpare.
Il porto di Ponza è uno dei centri abitati dell’isola, il primo che, per forza di cose si scopre, il più caotico, il più turistico, ma senza dubbio quello più tipico.
Uno scorcio di Ponza
Verso il centro, tra caffè e pasticcerie
Qui la prima tappa obbligatoria è il Caffè Tripoli. Questo storico bar è il posto di ritrovo per eccellenza. Chi (con un po’ di fortuna) riesce a sedere tra i suoi tavoli, può assistere allo spettacolo gratuito di uno scorcio di vita pontina: gli isolani residenti che si salutano, i turisti appena arrivati che si informano, gli habitué che dopo l’inverno si rincontrano. È da qui che si passa a tutte le ore, per un caffè al mattino prima del mare, un aperitivo dopo una lunga giornata in barca o un cocktail dopo cena. Seduti al Caffè Tripoli si è attori e spettatori di un’isola in perenne movimento. Qui ci si conosce e riconosce e ci si dà appuntamento, senza darsi realmente appuntamento, perché si sa, prima o poi ci si ritrova là.
La passeggiata dal porto prosegue lungo la balconata che si affaccia sul mare. Qui è possibile fare la spesa quotidiana, per un pranzo al sacco da portare in spiaggia o uno spuntino per la giornata in barca: nei mini market si può acquistare tutto il necessario; dai fruttivendoli, è vietato toccare la frutta in esposizione, ma basta chiedere per poter assaggiare tutto e scegliere il meglio; i forni emanano calore e profumo di pizze farcite appena sfornate e crostate alla marmellata di visciole. Per i più golosi, c’è anche la Pasticceria Napoletana, dove la frittata di pasta, le sfogliatelle o la pastiera fresca tutti i giorni e a ogni ora, non hanno nulla da invidiare alle più tradizionali ricette partenopee.
Per l’ospitalità, oltre agli hotel, i b&b di Ponza sono un’ottima opzione.
Il giro dell’isola di Ponza in barca: tutte le calette dove fare il bagno
L’isola di Ponza è lunga 12 km e facilmente circumnavigabile. Le sue calette si distinguono le une dalle altre per le spiagge e i fondali molto diversi tra loro. Per poterle ammirare tutte, non c’è scelta migliore che girare l’isola in barca.
Il noleggio barche a Ponza di Cocò è una garanzia. Si trova sulla banchina del porto, dal lato dei pescherecci ed offre un’ampia scelta di graziose barchette e gozzi, sia per chi decide di avventurarsi da solo in lancetta, sia per chi preferisce farsi condurre dai marinai di Cocò, che onda dopo onda, tra battute e racconti dell’isola, fanno letteralmente immergere la propria ciurma in un’atmosfera da sogno e in acque cristalline.
A pochi minuti dal porto, ecco comparire le Grotte di Pilato, un suggestivo complesso di grotte di epoca romana, probabilmente vasche per l’allevamento delle murene, cibo prelibato tipico della cucina di Ponza. Si procede da qui verso la baia dei Bagni Vecchi, scalo mercantile della stessa epoca, dove ci si ferma per il primo bagno rinfrescante.
A seguire, una tappa obbligatoria: la suggestiva e irraggiungibile Chiaia di Luna, che proprio dalla luna prende il proprio nome, per la forma falciforme della baia e il colore delle falesie di tufo che sovrastano la lingua di sabbia. Si dice che Ponza sia nata da un vulcano, la cui bocca pare fosse proprio sotto questa spiaggia incantata, un tempo accessibile via terra, oggi invece solo via mare.
Chiaia di luna
Navigando verso Nord, si arriva al secondo centro dell’isola dopo il Porto, Le Forna, passando per i faraglioni di Lucia Rosa. Suggestivi non solo per lo spettacolo subacqueo che si può ammirare facendo snorkeling in quelle acque, ma anche per la romantica, ma triste leggenda, che si racconta abbia segnato tragicamente l’isola nell’800: fu proprio dal punto più alto di quelli scogli, che una giovane nobile, Lucia Rosa per l’appunto, decise di lanciarsi per scampare al destino senza amore che la famiglia le aveva prospettato, negandole il matrimonio con il contadino che amava.
Continuando a navigare, si giunge poco dopo a Cala Feola, l’unica spiaggia di sabbia dell’isola, nonché l’ultima delle baie raggiungibili a piedi. Qui è possibile fermarsi a pranzo in un originale e tipico ristorante pontino, con vista mozzafiato e piatti prelibati. È La Marina di Ponza. In questa osteria di mare, dal personale gentile e cordiale, si è immersi nel blu: dalle pareti, ai tavoli, alle sedie, tutto sembra fondersi con il mare che circonda questo piccola oasi di serenità. Murena fritta, trippa di mare e parmigiana di foglie di fichi d’India tra i piatti più tipici e caratteristici, da provare assolutamente.
Un ultimo bagno alle Piscine Naturali e si ritorna in porto al tramonto, pronte per un aperitivo sui muretti del Caffè Tripoli con il costume ancora umido e le camicie di lino inamidate dalla salsedine.
Il Ristorante La Marina
La sera a Ponza
Al calare del sole, l’isola si trasforma: il cielo rosa si riflette sulle acque del porto, il traffico in mare rallenta, i rumori svaniscono. A cena a Ponza, la scelta non manca. Lo sa bene lo chef Oreste Romagnolo, che con le sue ricette, il suo amore per la cucina di mare e la sua creatività, ha dato vita a ben due ristoranti dell’isola.
L’Oresteria, il più datato tra i due locali, si trova sulla balconata che si affaccia sul porto. Qui non è possibile prenotare, ma vale la pena mettersi in fila ed attendere il proprio turno per assaggiare delle sfiziosità di mare, accompagnate da un buon vino, con una vista che ripaga l’attesa.
Il secondo è Orerock, sulla spiaggia tranquilla e silenziosa di Santa Maria, alla quale si arriva dopo una piacevole passeggiata di 15 minuti dal centro.
In questo posto dove nessun dettaglio è lasciato al caso, oltre alla cucina ricercata dello chef Oreste, ciò che colpisce è lo stile eccentrico ed originale dell’arredamento, che lascia trasparire un legame autentico con il mare e con le tradizioni di famiglia: ovunque appese al muro sculture e quadri con protagoniste acciughe e balene; i tavoli blu, come scrigni, al loro interno racchiudono pietre e conchiglie, foulard vintage e corde marinaresche. Un elogio alla vera essenza dell’isola, tra forme, colori, odori e sapori.
Il Ristorante Orerock
Dopo cena, Ponza si rianima. È il momento in cui gli ospiti ed i residenti si ritrovano e si mescolano nei bar del corso e nei luoghi della movida.
Le danze si aprono al Winspeare, storico locale dell’isola. La sua pedana di legno, che arriva fino in riva al mare e che di giorno ospita il ristorante, si trasforma in una pista da ballo, il bancone si popola e si aprono le danze, con tanto di sigla ufficiale, che chi conosce canta in coro e chi non sa, impara al volo. Il finale della serata però è all’Eden, dove si ballano le hit della stagione, fino alla chiusura.
Finite le danze, si torna a casa. Il cielo si rischiara con la luce dell’alba e l’isola resta finalmente in silenzio per pochi attimi, quando le saracinesche del Forno Mazzella che si sollevano, e l’odore delle pizze al pomodoro e delle brioche calde che invade le strade, non segnano l’inizio di una nuova giornata sull’isola, dove il tempo non ha tempo.
Il tramonto sull’isola
Sulla strada del ritorno
Ripartire da Ponza è nostalgico e maliconico, ma la si saluta sapendo che ogni partenza è già un ritorno. E per non abbandonare subito il Mar Tirreno e le spiagge, l’ultima tappa obbligatoria è da Alceste Al Buon Gusto 1950, sulla costa di Anzio, a pochi passi dall’attracco degli aliscafi.
Questo ristorante ed il suo lido, Spiaggia Regina, dove si mangia sotto un gazebo con i piedi nella sabbia, prendono il nome dai loro fondatori, Alceste e Regina, nonni degli attuali gestori, che con impegno e passione contribuiscono a fare di questi due angoli di storia del gusto di Anzio, dei punti di riferimento per i clienti di ogni età.
Terminato il pranzo, ci si gode l’ultimo sole sui lettini. È giunta l’ora di salutarsi. All’orizzonte la sagoma di Ponza si staglia in lontananza e, con il suo canto da sirena, ci invita a tornare presto.
Le foto sono dell’autrice di questo articolo
(da Vogue.it/news del 7 luglio 2022)