Ambiente e Natura

La conferenza degli animali

di Patrizia Maccotta

Ogni singola mostra che l’Istituto di Cultura Giapponese di Roma propone, meriterebbe una visita [della stessa autrice leggi anche: Gli Yōkai, fantasmi sotto il Sol Levante – ndr]. Come quest’ultima mostra che ho visto: “La conferenza degli animali” che testimonia l’interesse della cultura giapponese – in questo caso attraverso la grafica – per gli animali, reali o immaginari.

Attraverso tecniche tradizionali (disegno), fotografiche e computerizzate questa esposizione ci introduce nel mondo della fauna e prende spesso posizione contro i cambiamenti climatici e la minaccia che l’uomo rappresenta per l’estinzione di molte specie.
L’attrazione comincia già dal titolo che ci rimanda al celebre romanzo di George Orwell La fattoria degli animali; ma il termine ‘conferenza’ ha una sfumatura più nobile e più aristocratica, che gli animali pienamente meritano.
E le affiches sono così eleganti e raffinate…

Nagai Kazumasa, 1988; Japan Graphic Design Association (JAGDA), serigrafia

Nagai Kazumasa, Japan (Rana), 1988; Japan Graphic Design Association (JAGDA), serigrafia

Awazu Kiyoshi, Hiroshima Appeals 1984, Love PeaceJapan Graphic Design Association (JAGDA) Hiroshima Peace Creation, Hiroshima International Cultural Foundation, stampa offset

U. G. Satō, Warning against Warming, 1998, The Pan-Pacific Committee for Environmental Poster Design Exibition, serigrafia

Il pinguino che si spoglia per il troppo caldo è un’illustrazione del 1998… Il crollo del seracco della Punta Rocca della Marmolada, domenica 3 luglio 2022, ci ricorda con voce sorda che forse siamo al punto di non-ritorno.

Non mi piace quel che succede nel mondo in questo periodo. Come al solito questi due anni di pandemia nulla hanno insegnato alla nostra specie. È terminato il breve momento della solidarietà. Quale evento poteva essere più stolto di una guerra, dopo i tanti mesi di stasi dell’economia globale? Sono state forse realizzate le promesse di un maggiore stanziamento finanziario per la Sanità Pubblica, per l’istruzione? L’impegno a fronteggiare il cambiamento climatico che è qui, ora, non in un lontano futuro?
Non mi piace neppure la superficialità di questo periodo: aperitivi, spostamenti, spiagge invase…

E così mi rifugio in letture sulle origini della nostra specie, sulla sua evoluzione e mi chiedo se tutto questo cammino nel tempo profondo valeva la pena per arrivare alle guerre che hanno disseminato il percorso della civiltà di odio tra esseri della stessa specie.

E’ comprensibile allora che mi rivolga con empatia verso gli animali riprodotti dai grafici giapponesi, verso l’utopia di un cambiamento, di una speranza.

Kojima Ryōhei, Tokyo Sea Life Park, 1996 – Tokyo Sea Life Park, serigrafia

I manifesti saranno esposti all’Istituto di Cultura Giapponese di via Gramsci, a Roma, fino al 29 luglio p.v.

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