Editoriale

Epicrisi 378. Un brillante avvenire dietro le spalle

di Sandro Russo

 

La difficoltà dell’epicrisi settimanale sta tutta nel titolo: estrarre, dalla lettura dei pezzi pubblicati nella settimana appena trascorsa, la sensazione prevalente, l’umore conseguente. Quello che gli inglesi chiamano mood.

In the mood for love è il titolo di un film del 2000 scritto, diretto e prodotto da Wong Kar-wai: gran film e regista cinese che lavora a Hong-Kong; titolo mantenuto anche nella versione italiana, vagamente traducibile come “nello stato d’animo dell’amore, -di innamorarsi”. Ne abbiamo scritto qui.

Mood for a day è un brano solo strumentale del mitico chitarrista degli Yes, Steve Howe (Londra, 1947); incluso nel loro Album Fragile, del 1971.
Ma ne ho trovato una versione ‘live’ in cui Steve Howe esegue in sequenza due suoi successi: Clap e Mood for a day, appunto. La leggenda vuole che Steve l’abbia scritto il giorno della nascita di suo figlio.

Volendo, questa epicrisi – mood for a week – potrebbe essere letta con la chitarra di Steve Howe come colonna sonora.

Qui da YouTube:

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Ma non ho ancora detto qual è stato il mio umore della settimana. Innescato da due o tre articoli e commenti dei giorni scorsi, e forse anche – credo – dalla Mostra su Vittorio Gassman, il Centenario, consigliata da Gianni Sarro: qui e qui. Che doverosamente sono andato a vedere martedì scorso.
Il titolo di questa epicrisi è mutuato dal titolo di un libro autobiografico del Mattatore [Longanesi; 1981; Edizioni Cue Press, 2021]

Un uomo di genio e di grande successo che tanto ha fatto, tanto ha dato al Teatro e al Cinema, guardandosi indietro, trova che questi traguardi, seppur rimarchevoli  e fuori della portata delle persone comuni, non gli bastano, non lo consolano per il futuro. Il titolo è la presa d’atto di questo rimpianto.
Intendiamoci, la mostra è molto bella, ricchissima e documentata per tutti i multiformi aspetti della vita del grand’uomo; per niente ‘funeraria’, cosa che lui stesso non avrebbe sopportato, come sottolinea il figlio Alessandro (citato nel nostro articolo). È su di me che ha avuto questo impatto.

Avranno contribuito – al mio umore della settimana – anche la morte di Jean-Louis Trintignant, sodale e co-protagonista de Il Sorpasso, raccontata sul sito da Gianni Sarro e Tano Pirrone.


Ma non solo. Giuseppe Mazzella di Ischia ha postato come commento del primo di questi articoli il trailer del film che Lelouch fece a distanza di cinquant’anni dal grande successo di Un uomo, una donna, con gli stessi attori protagonisti: Jean-Louis Trintignant e Anouk Aimée. Titolo: I migliori anni della nostra vitaLes plus belles années d’une vie (2019).
Non l’ho visto quando è uscito, per aver pensato (come molti) che fosse una operazione commerciale di un regista che sfruttava un suo vecchio successo. Anche Trintignant non voleva farlo (disse che temeva gli spettatori si sarebbero spaventati delle sue rughe). Poi si fece convincere.

“Si può dimenticare tutto ma non lo sguardo”. “Les plus belles années d’une vie” è la dichiarazione d’amore di Claude Lelouch alla Settima Arte, perché dove non arriva (più) la nostra memoria, a causa degli anni che passano e del dolore che certi ricordi possono provocare, arriva la magia del grande schermo – recita la pubblicità del film

Con lo stato d’animo attuale, andrei a vederlo, invece
Che cosa è cambiato? Dal 2019 sono passati solo tre anni.

È che c’è stato un viraggio sostanziale, che non ha riguardato solo le persone – tre anni, nell’ambito di una vita non sono tanti -, ma l’andamento del mondo.
È che solo ora davvero “sentiamo” che il tempo delle magnifiche sorti e progressive è un’illusione; che i cambiamenti sono irreversibili e vanno tutti nella direzione del peggioramento. C’era il problema del clima; poi è venuto il Covid. Ora c’è la guerra e la minaccia di carestie globali. Intanto il cambiamento climatico progredisce e si fa aggressivo…

Per quanto attiene alla sensibilità dei singoli ci sono state piccole ma significative avvisaglie di un futuro possibile.
Da qualche parte, per qualcuno, si è persa la (residua) fiducia nella humanitas; per molti c’è stata la rottura del sodalizio con gli amici animali (gli sfollati in Ucraina hanno dovuto abbandonare cani, gatti, uccelli) – sul sito leggi qui e qui.

Altrove si è dovuto venir meno al patto non detto con le amiche piante: in molte regioni del nord Italia non si può più innaffiare; in Puglia, Basilicata le coltivazioni di granoturco sono state le prime ad essere colpite.

Ecco allora che una epicrisi diventa un’occasione da sfogliare come le pagine di un diario, per mettere in fila gli eventi, identificare una linea di tendenza. E non nell’ambito dell’ultima settimana, ma in modo più complessivo…

***

Quanto agli scritti su Ponza (e Ventotene) della settimana appena trascorsa, citerei il pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà, di gramsciana memoria.
Chi mi conosce sa che io non sono un temperamento malinconico, né particolarmente incline alla nostalgia. Alieno dal disfattismo, sono sempre pronto a rimboccarmi le maniche per fare, ricostruire, rimettere insieme i cocci dopo una caduta. Questo l’ottimismo della volontà. Ma al contempo non posso non registrare le linee di tendenza, in che direzione va la strada che stiamo percorrendo: pessimismo della ragione.
Ecco l’elenco, da utilizzare come indice per le letture (in ordine di pubblicazione, dall’alto, gli articoli più recenti). Ho incluso anche l’ultimo articolo della scorsa settimana, l’Epicrisi di Giuseppe Mazzella, a dimostrazione di quanto il mood, – citato a inizio articolo – l’umore, il colore del vetro degli occhiali che uno mette su per leggere gli eventi, può fare una differenza sostanziale.

Crisi idrica a Ponza
Podismo a Ponza
Se ne è andata Giovanna Sasso
Rilasciata Viola, la piccola tartaruga spiaggiata
A Ponza, per quarantott’ore
Innovazioni tecnologiche in vista per Ponza e Ventotene
Ponza raccontata da Paolo (9). Zi’ Rocco nun teme tempeste
Quell’ombra negli occhi
La scomparsa di Assunta Scotti, tra Ponza e Ischia
ULTIM’ORA. Ritorno all’Elba, dopo San Silverio
Cambiamento? Quale?
Ventotene, su LT Oggi
Dissertazione storica sui P.M. Silverio e Vigilio (seconda parte)
Miracolo a Le Forna
Per San Silverio trasporti gratis per i ponzesi
Dissertazione storica sui P.M. Silverio e Vigilio (prima parte)
Il concerto per San Silverio
San Silverio, patrono di Ponza
Epicrisi 377. Una grande sfida ci attende

***

La cultura, l’intelligenza delle cose, la fantasia, possono aiutare?
Altroché! Tanto che a proposito della canzone della domenica proposta all’inizio dei giochi da Patrizia Maccotta, avevo segnalato (come commento) che il messaggio che più mi aveva colpito, in Ehi Jude, era quello di provare – con una canzone, con dei bei pensieri – a rendere il mondo un po’ meno freddo.

Una foto racconta… (50). L’altea, la sentinella dell’estate
Maturità, le sette tracce della prova di italiano
Le prospettive del conflitto
Patrizia Cavalli, abbiamo perso una poetessa…
L’angolo di Lianella/31. La ragazza con i capelli bagnati
Aspetti del nutrire, tra gli uccelli
Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant, omaggio senza lacrime
Vent’anni di Ischia Film Festival
Una canzone per la domenica (201). Paul McCartney ha compiuto ottant’anni

***

Così per chiudere, ricorro ai versi di un’altra canzone, storica, di Simon & Garfunkel: la chiusa di Old friends, Bookends (Fermalibri).
Dal loro quarto album, del 1968, Bookends, appunto. Ripetuta tre volte, ma fa compagnia:

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Time it was, and what a time it was, it was
A time of innocence, A time of confidences
Long ago, it must be, I have a photograph
Preserve your memories; They’re all that’s left you

C’era un tempo, e che tempo era, quello
Un tempo di innocenza, un tempo di fiducia
Molto tempo fa, deve essere stato, ho una fotografia
Conserva i tuoi ricordi; sono tutto ciò che ti è rimasto

1 Comment

1 Comment

  1. Lorenza Del Tosto

    26 Giugno 2022 at 11:44

    Buongiorno! Grazie Sandro. Molto molto interessante la tua epicrisi: mi conservo sempre l’ottimismo della tua volontà per alleviare il pessimismo della nostra ragione.
    Pensa, nella mia ignoranza, non conoscevo Patrizia Cavalli. La cercherò. Mi piace che giocasse a poker (a proposito ho rivisto da poco House of Games di David Mamet e molto ve lo consiglio).
    Buona domenica Lor

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