Racconti

L’angolo di Lianella/31. La ragazza con i capelli bagnati

di Amelia Ciarnella

 

La maggior parte dei piloti lavora quindici giorni al mese. Gli altri quindici sono di riposo. Un giovane pilota lavorava a Milano, ma usava trascorrere la seconda parte di ogni mese a Roma, dove era nato e vissuto e dove amava rilassarsi fra le mura della sua bellissima casa. Inoltre, per non doversi alzare alle quattro del mattino e rischiare a volte anche di perdere il treno aveva l’abitudine, ormai da anni, di pernottare la notte precedente alla partenza in un albergo vicino la stazione dove conosceva molto bene sia l’albergo che l’albergatore. Appena arrivava, in attesa che gli servissero la cena, amava intrattenersi a chiacchierare col proprietario dell’albergo che era di una simpatia unica e capace di risollevare il morale anche alla persona più depressa del mondo. Però l’ultima volta che aveva pernottato in quell’albergo, aveva trovato lo stesso proprietario troppo serio e cupo in volto e appariva piuttosto preoccupato. Aveva raccontato che sua nipote, che studiava a Milano, da una settimana non dava sue notizie e non aveva telefonato neppure a sua madre, per cui erano tutti in ansia.

Gisella, questo il nome della ragazza, non era una ragazza qualunque. Per quanto giovanissima, era sempre molto attenta in ogni cosa. Aveva un carattere forte e autoritario e sapeva imporsi con intelligenza in tutte le situazioni ed era anche capace di sbrogliarsela da sola nei vari problemi che di tanto in tanto le si presentavano nella vita universitaria a Milano, per cui i familiari erano stati sempre piuttosto tranquilli.

Ora questo silenzio fuori dal normale li aveva lasciati disorientati e angosciati. Erano in corso delle indagini per sapere dove si era cacciata e perché non dava segni di vita. Gisella aveva diversi amici fra i colleghi universitari che l’apprezzavano molto per la sua intelligenza, la sua bellezza e la sua insuperabile capacità di riportare la pace, dopo che lei stessa aveva provocato la guerra, durante le solite discussioni politiche giovanili.

Un giorno organizzarono una festa durante la quale aveva conosciuto un ragazzo nuovo arrivato da poco all’università che l’aveva invitata a fare una gita in macchina, per andare a visitare un piccolo lago circondato dal suo paesino a mezza luna intorno. Paesino apparentemente di poca importanza, ma pieno di storia, opere d’arte e specialità culinarie.

Gisella accettò con molto entusiasmo, perché sempre curiosa di scoprire e visitare posti nuovi e diversi.  Così partirono felici alla scoperta di questo piccolo lago.

Era una magnifica giornata di primavera e tantissimi uccelli si preparavano a costruire il loro nido, rallegrando l’intera zona con i loro cinguettii. Intorno al paesino vi erano alberi di ogni tipo con prati verdi e vigne. E in lontananza quel piccolo lago, completava il quadro meraviglioso e splendido.

Arrivati sul posto, al momento solitario e silenzioso, si guardarono intorno ed ebbero la stessa identica idea, cioè quella di fare una bella nuotata, perché l’aria era tiepida e il posto riparato e rilassante. Si spogliarono quindi in fretta e, da perfetti nuotatori entrambi, si buttarono in acqua.

Ovviamente l’impatto con l’acqua non poteva ancora essere gradevole come quello della piena estate. Per cui nell’intento di riscaldarsi, decisero di fare una gara fra loro due, durante la quale, però, Gisella sparì e non ricomparve più.

Intanto nell’albergo dello zio, la vita continuava a scorrere come sempre e il giovane pilota dopo aver cenato e chiacchierato a lungo col proprietario di varie cose, era salito nella sua stanza per riposare e dormire come suo solito. Ma dopo poco che dormiva qualcosa di fresco lo aveva svegliato e aprendo gli occhi al buio, aveva visto distesa sopra di sé, una ragazza somigliantissima alla nipote dell’albergatore con i capelli lunghi e bagnati che gli sgocciolavano sul viso. Aveva acceso fulmineo la luce, si era alzato e aveva controllato da ogni parte, ma tutto era in ordine e a posto come prima.

Non sapendo cosa pensare, poiché non aveva mai sofferto di nessun incubo in vita sua, si rimise a letto con la speranza di riprendere sonno e si addormentò. Spenta la luce e ripreso sonno, aveva sentito e visto nuovamente sopra di sé, la stessa ragazza con i capelli bagnati che gli sfioravano il viso bagnandoglielo completamente.

A questo punto il giovane pilota, persa ogni speranza di poter dormire e alquanto impressionato da quello strano evento ripetutosi per ben tre volte, aveva fatto la sua valigia e aveva lasciato l’albergo, senza dire nulla a nessuno, preferendo aspettare il treno dentro la stazione da sveglio e in quell’albergo non vi era più tornato.

Il giorno successivo aveva trovato scritto su un quotidiano che una giovane di nome Gisella era morta nel lago risucchiata da un mulinello.

 

NdR: nell’immagine di copertina, scelta dalla Redazione, “Viaggio infinito”, acrilico su tela di Manuela Quintavalle

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