Ambiente e Natura

Un prato in fondo al mare

di Luciano Bernardo

La scorsa settimana sulla spiaggia di Santa Severa ho trovato alcuni frutti di Posidonia, fatto piuttosto raro, almeno per il litorale laziale. Ne ho approfittato per mettere insieme questo articolo. Spero possa interessare i lettori di Ponzaracconta
Alla prossima,
Luciano 

Mi chiamo Posidonia (Posidonia oceanica) e sono una pianta marina… non un’alga!  Sono infatti provvista di radici, fusto e foglie esattamente come le piante terrestri.

Naturalmente, produco anche fiori e frutti (olive di mare) che maturano e si staccano dalla pianta proprio in questo periodo. Dopo aver galleggiato per qualche tempo in superficie, si aprono e lasciano cadere i semi sul fondo, dove daranno origine a nuove piante. Se le condizioni sono favorevoli, da un semplice germoglio posso crescere e formare una grande prateria attraverso la propagazione vegetativa, ossia per allungamento del fusto sotterraneo (rizoma) dal quale si staccano rami verticali portanti nuovi fasci di foglie.

Le mie foglie sono lunghe e nastriformi, riunite in ciuffi di 6 o 7. In autunno, perdo quelle più vecchie che finiscono per ammucchiarsi sulle spiagge. Per alcuni, sono un segno di inquinamento o sporcizia, ma è come lamentarsi delle foglie cadute di un bosco! La mia presenza, invece, è molto importante, perché produco ossigeno e assorbo anidride carbonica, e sono indicatore di un mare in buona salute.

Le comunissime “palle di mare” sono invece le fibre basali delle mie foglie arrotolate dal moto ondoso e dalla risacca. Tecnicamente prendono il nome di egagropili.

Offro ospitalità a un’infinità di organismi, compresi cavallucci marini e pesci ago: provate a pinneggiare tra i miei ciuffi di foglie, non resterete delusi. Sono piuttosto coriacea e gli unici pesci che vedrete al “pascolo” sono le salpe, che lasciano sulle mie foglie un caratteristico segno del morso a semiluna.

La mia storia parte da lontano, ero già presente nelle acque della  Tetide, l’antico oceano dal quale prese origine il Mediterraneo, e sono sopravvissuta alla quasi completa evaporazione del nostro mare quando, circa 6 milioni d’anni fa, perse la sua comunicazione con l’Atlantico. Sono forse l’unica specie che ha resistito a quella “crisi di salinità” durata 300 mila anni che terminò con la riapertura dello stretto di Gibilterra e conseguente rovesciamento dell’acqua atlantica in ciò che restava del Mediterraneo.

L’inquinamento, la pesca a strascico illegale e gli ancoraggi sono i miei peggior nemici.

Sono una specie protetta e organismo simbolo del Mediterraneo.

 

Immagine di copertina. Una prateria di Posidonia nel Mediterraneo. Foto da Shutterstock; tutte le altre immagini sono state proposte dall’Autore (ndr)

2 Comments

2 Comments

  1. Maria Candida Conte

    12 Giugno 2022 at 20:08

    Caro Luciano,
    bellissimo ed interessante, il suo articolo. L’ho molto gradito con le numerose splendide foto.
    Grazie di cuore.
    Senza offesa ad alcuno, sono un po’ satura degli articoloni di Ponzaracconta. Amo il mio paese, sono ponzese doc, sono a Padova da moltissimi anni. Amo le tradizioni, i racconti, le poesie, la natura, tutto quel che lo riguarda. Apprezzo anche le altre notizie, ma vado in estasi… – sarà l’età veneranda! -, per la foto di un cielo stellato, di un’onda marina, di un fiore di posidonia… della mia amata terra.
    Con gratitudine, le auguro ogni bene e… grazie ancora.
    Maria Conte

  2. Sandro Russo

    13 Giugno 2022 at 06:26

    Confermo. Bello l’articolo di Luciano Bernardo, e anche stimolante. Mi ha spinto a saperne di più ed ecco cosa ho trovato in rete: una notizia-curiosità del tutto inattesa e a me sconosciuta, sulla rivista di divulgazione scientifica Focus

    Natura
    L’organismo più grande del mondo è una posidonia che si auto-clona
    In 4.500 anni una posidonia dell’Australia ha diffuso copie esatte di sé per 180 km: è il clone più esteso mai osservato sulla Terra.
    La Shark Bay, una famosa baia ricca di vita marina nella parte più occidentale dell’Australia, è tappezzata di posidonia, una pianta acquatica con tanto di radici, fusto e foglie a forma di nastro. In queste praterie acquatiche mosse dalle correnti non è raro scorgere i dugonghi, mammiferi marini parenti dei lamantini che brucano posidonia come fosse erba.
    Ebbene immaginate la sorpresa degli scienziati nel constatare che la maggior parte dei prati di posidonia nella Shark Bay è formata in realtà da un organismo soltanto: una singola pianta che si è clonata moltissime volte fino a tappezzare un’area lunga 180 km.

    Al link riportato, un approfondimento e altre informazioni:
    https://www.focus.it/ambiente/natura/organismo-piu-grande-posidonia-clona

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