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InNatura, anno VIII – n° 2 del maggio 2022, è in edicola al costo di 3,90 €. Si può dire, di questa interessante rivista (trimestrale) sulla Natura, che l’abbiamo seguita fin dal suo esordio.
Qui il Sommario (cliccare per ingrandire):
Qui l’editoriale della direttrice, la nostra vecchia amica Fausta Cotone:
L’alibi della guerra
di Fausta Cotone
Immagini. Ne siamo sommersi, in questa fase della civiltà in cui sembra che tutto ciò che non viene esposto, lanciato sui social o sbattuto in prima pagina su giornali affamati e impietosi, non esista affatto. Immagini di cantanti, influencer, miti dello spettacolo e blogger che ci inondano di dettagli sulla loro vita privata. E il loro quotidiano scorre sui nostri telefonini, declinato a tavola, a cena con gli amici, durante i giochi coi figli o in fila dal dottore. Se queste immagini non ci fossero, le nostre vite non cambierebbero di un millimetro.
E poi arrivano altre immagini. Quelle di una guerra terribile, che raccontano gli ultimi istanti di una vita che non c’è più, che portano alla luce atrocità non costruite per fare colpo ma per raccontarci una verità spietata e durissima: quella di una guerra assurda, che distrugge tutto, speranze, progetti, sogni, lavoro, vite, civiltà. E queste immagini hanno invece, sulle nostre vite, un effetto molto potente.
La nostra opinione su chi abbia provocato e voluto tutto questo è molto chiara, ma le riflessioni che vorremmo fare in queste poche righe sono altre.
La follia della guerra in Ucraina ha irresponsabilmente messo in stand by tutti gli impegni presi dalle Nazioni per combattere la crisi climatica.
Stiamo andando verso un punto di non ritorno, ad una velocità folle: con la crisi energetica esplosa a causa della guerra, l’obiettivo di limitare le temperature globali a 1,5 °C sopra i livelli preindustriali, fissato durante la Cop26 nel 2021, è a serio rischio, poiché tanti Paesi cercano soluzioni “immediate” alle forniture russe di petrolio e gas.
Il conflitto ci sta allontanando dal già problematico raggiungimento degli obiettivi globali sul clima. Cosi, alla ricerca frenetica di soluzioni per tamponare la carenza di combustibili, rischiamo di accantonare i propositi che, pur lentamente, stavano cominciando a permeare le nostre politiche. Ed ecco che negli Stati Uniti si procede verso un aumento dell’estrazione interna di fossili, con l’incentivo del dannosissimo metodo del fracking.
Viene banalmente da dire “se ci fossimo mossi prima non saremmo a questo punto”, ma servirebbe a qualcosa? Possiamo solo sperare che questa affannata corsa al rifornimento di fossili da Paesi che non siano la Russia, ci faccia capire una volta per tutte che dobbiamo cambiare definitivamente direzione verso un’energia pulita. Il loro utilizzo non è più sostenibile oltre che dal punto di vista ambientale, anche da quello politico ed economico: speriamo di arrivare a capirlo una volta per tutte per riuscire a velocizzare la transizione ecologica di cui tutto il Pianeta ha bisogno.
Con l’augurio di poter presto rileggere sorridendo le parole di Dino Buzzati: “Ecco la guerra è finita. Si è fatto silenzio sull’Europa, e sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi… Ricominciamo, o amici, a dormire senza soprassalti, a dire “domani”, a dimenticare la morte”.
Editoriale di Fausta Cotone. pag.3.pdf
E qui uno dei tanti articoli di grande interesse (…abbiamo amato molto anche quello sui gatti, e sui rapaci, e su Fabrizio De André… e ancora e ancora…)
Dove i cavalli di mare ancora galoppano. pp. 34-39 copia.pdf