Cinema - Filmati

Una serata di cinema e giardini

proposto da Sandro Russo

Invitato come ospite d’onore dal redivivo Gruppo “Le cape fresche”, sul bel terrazzo romano di Gabriella e Paolo (1) come relatore su un tema a me grato e di diuturna frequentazione: “Cinema e Giardini”, ovvero come il cinema rappresenta i giardini, o più estensivamente la Natura.

L’interesse è di lunga data, ma la raccolta – come anche la preparazione del video – sono di circa 12 anni fa… fatti insieme a Luigi Viggiano e a un gruppo di cinefili che frequentavo allora: “Visioni”.
Ho rispolverato quindi il video – Giardini e Natura + Lo sguardo del Cinema – già su YouTube, caricato a suo tempo, e ricordato i film relativi.

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In brevissime clip da numerosi film (complessivamente 35) viene tentata una sistematizzazione dell’immenso materiale in sei distinti raggruppamenti, che sono i seguenti:
– Il giardino formale
– Visti da Occidente
– Visti da Oriente
– Natura: Nemica Amica, Amante…
– Il Sogno, la Stagione, la Speranza
– Salviamoci

Il senso di questa operazione è focalizzare l’attenzione sul modo di rappresentare la natura al cinema; come effetto collaterale la visione di tante (brevissime) scene – tra cui sicuramente qualcuna da film non visti – può incuriosire e far venire la voglia di andarli a ricercare /rivedere.

Ecco quindi i raggruppamenti proposti con qualche sintetica spiegazione del motivo delle scelte:

I giardini formali. È quel modo ‘illuministico’ di intendere i giardini affermatosi nel Settecento, come pretesa da parte dell’uomo di controllo totale della Natura. Possono essere esemplificati, nel modo più chiaro e maestoso, dai giardini di Versailles.
Ad essi si contrapporranno, qualche secolo più tardi, “i giardini romantici”, ‘a colpo d’occhio’ completamente diversi, ma in realtà solo in apparenza ‘naturali’, in quanto anche in essi, malgrado l’apparente disordine, il controllo della vegetazione e delle fioriture è molto attento. Due esempi di questi ultimi: Il giardino di Sissinghurst, nel Kent, ideato e messo in opera da Vita Sackville West e, nei dintorni di Roma, i “Giardini della Landriana”, a Tor S. Lorenzo, iniziati a partire dal 1956 dalla marchesa Lavinia Taverna e progettati dall’architetto dei giardini Russel Page.
Film proposti:
Barry Lyndon (Stanley Kubrick, GB – 1975)
Le relazioni pericolose (Stephen Frears, USA – 1988)
Vatel (Roland Joffé, Francia, GB – 2000)
The new world (Terrence Malick, USA – 2006)

 Barry Lindon Trailer da YouTube

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“Natura e Giardini” visti da Occidente. Il cinema occidentale ha fatto della natura diversi usi: come rappresentazione di stati d’animo, come cornice, come metafora; alcuni registi, anche i più grandi – Fellini, per tutti – proprio ‘non vedono’ la natura. È  rimasta famosa, delle scenografie dei suoi film, la pretesa di ricreare, negli studi di Cinecittà, qualunque evento naturale (si pensi al mare in tempesta in Casanova e all’apparizione del Rex in Amarcord).
Ma al di là del diverso utilizzo visivo, è la concezione stessa del pensiero occidentale di intendere la Natura – improntata alla visione imposta dal Cristianesimo della piramide della Creazione, con l’“Uomo Signore del creato” al suo apice – ad influenzare la rappresentazione cinematografica. Anche nell’ottica islamica l’uomo è rappresentante di Dio sulla terra ed è la creatura più importante del creato. Si trova infatti anche nel Corano che tutto ciò che vi è nell’universo è stato messo a disposizione dell’uomo: “…E ha soggiogato a voi quel che v’è nei cieli e quel che v’è sulla terra, che tutto proviene da Lui” (Corano XLV:13).
Non ci possiamo rendere conto (in quanto occidentali) di quanto queste concezioni (filosofiche e religiose) influenzano il modo di rappresentare la natura nel Cinema, se non al confronto: attraverso la rappresentazione della natura nel mondo orientale (permeato da religioni e filosofie quali il buddismo, il taoismo, lo zen).

Film proposti:
Oltre il giardino (Hal Ashby, USA – 1979)
Edward mani di forbice (Tim Burton, USA – 1990)
Improvvisamente l’estate scorsa (Joseph L. Mankiewicz, USA – 1959)
Casanova di Fellini (Federico Fellini, Italia – 1976)
ll giardino dei Finzi-Contini (Vittorio De Sica, Italia – 1970)
Le due inglesi (François Truffaut, Francia – 1971)
Festa di laurea (Pupi Avati, Italia – 1984)
Il giardino delle vergini suicide (Sophie Coppola, USA – 1999)
Il giardino indiano (Mary McMurray, GB – 1985)

Trailer Casanova da YouTube:

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Natura & Giardini visti da Oriente. Il mondo della natura, in molta parte dell’Oriente, è tutt’uno con l’uomo. Come questo si trasfonda per immagini nel cinema, si può comprendere dai film presentati; in estrema sintesi può servire un solo haïku del poeta giapponese Katō Shūson (1905 – 1993):
Un essere nato uomo
E un altro nato gatto
Camminano insieme
Per la via rugiadosa

Film proposti:
Dolls (Kateshi Kitano, Giappone – 2002)
Kill Bill vol. 1 (Quentin Tarantino, USA – 2003)
La foresta dei pugnali volanti (Zhang Yimou, Cina – 2004)
Hero (Zhang Yimou, Cina – 2002)
Dersu Uzala (Akira Kurosawa, Giappone – 1975)
Sogni (Akira Kurosawa, USA, Giappone – 1990)
La ballata di Narayama (Shohei Imamura, Giappone – 1983)

Dolls, film di Takeshi Kitano del 2002 – Trailer da Youtube:

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Hero, film del 2002 diretto da Zhang Yimou – Trailer italiano da Youtube

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Ancora una citazione dal cinema orientale. Non incluso nella lista e nella nostra sintesi da YouTube
Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera è un film del 2003 diretto dal regista sud-coreano Kim Ki-duk (1960-2020). Del film lo stesso regista ha detto: “Ho voluto tracciare un ritratto delle gioie, delle rabbie, dei dolori e dei piaceri che segnano le nostre vite, attraverso quattro stagioni e attraverso la vita di un monaco che vive in un tempio nel lago di Jusan, circondato soltanto dalla natura”.
Ecco il trailer:

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Il film è ambientato in un eremo buddhista al centro di un lago in una foresta incontaminata, e racconta la vita di un monaco buddhista attraverso le stagioni della sua vita: il regista interpreta l’uomo nell’ultima fase della vita.

Natura: amica, nemica amante (1)
In questa sezione, il mondo della natura è vista – nei diversi film – come amichevole (o con il rammarico di un’alleanza perduta) oppure nemico, ostile agli esseri umani. Basta scorrere i titoli (e vedere i film) per capire cosa si intende.
Film proposti:
The Wall. Flower scene (Alan Parker, GB – 1982)
Shining (Stanley Kubrick, GB – 1980)
Platoon ( Oliver Stone, USA -1986 )
La sottile linea rossa (Terrence Malick, USA – 1998)
Apocalypse now Francis Ford Coppola, USA – 1979)
Fitzcarraldo (Werner Herzog, Germania – 1980)
Un tranquillo weekend di paura (John Boorman, USA – 1972)
Picnic ad Hanging Rock (Peter Weir, Australia – 1975)
Into the wild (Sean Penn, USA – 2008)

Qui la famosa Flower sequence da The Wall, di Alan Parker (1982)

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Ancora da YouTube, l’indimenticabile duetto tra banjo e chitarra in Un tranquillo week-end di paura. Un preludio idilliaco a un fine settimana di un gruppo di amici, organizzato come un’occasione di immersione nella Natura che si trasformerà in un incubo.

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Il sogno. La stagione della speranza
Comprende film dove la natura accompagna storie di desideri impossibili e di sogni (ir)realizzabili.
Film proposti:
Ogni cosa è illuminata (Liev Schreiber, USA – 2005)
I girasoli (Vittorio De Sica, Italia – 1969)
Big fish (Tim Burton, USA – 2003)
La congiura degli innocenti (Alfred Hitchcock, USA – 1956)

Ogni cosa è illuminata Trailer italiano del film da YouTube

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Salviamoci!
In questa sezione ci sono tutti film di cosiddetta ‘fantascienza’. Quasi un monito sembra venire infatti dalla science fiction come dalle evoluzioni tecnologiche più esasperate: l’aspirazione a preservare o a ricostruire il verde. Sembra una fine perfetta del video poiché il messaggio invita a fare oggi ciò che in futuro sarà forse impossibile; un mondo in cui l’uomo perderà ogni conoscenza ed empatia con la natura.
Film proposti:
2002: la seconda odissea (Douglas Trumbull, USA – 1972)
Mission to Mars (Brian De Palma, USA – 1999)
Il pianeta proibito (Fred McLeod Wilcox, USA – 1972)
Minority report (Steven Spielberg, USA – 2002)
Avatar (James Cameron, USA – 2009)
2022: i sopravvissuti (Richard Fleischer, USA – 1973)

Avatar – Trailer italiano da YouTube:

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Note

(1) – Paolo Mennuni: collaboratore di Ponzaracconta. Sul sito ha pubblicato poesie e ricostruzioni storiche di atmosfera napoletana. Per la ricerca dei suoi scritti, digita – Mennuni Paolo – nell’indice per Autori.

(2) – L’intestazione di questa sezione è ripresa dal titolo di una raccolta di racconti del 2001 di Alice Munro: Nemico, amico, amante… (in originale: Hateship, Friendship, Courtship, Loveship, Marriage) [edizioni italiane: Einaudi, 2003, 2005, 2014) e si rifà a un gioco delle bambine americane… se il primo che passa sarà per chi conduce il gioco: nemico, amico, grande amore, ecc.).

Immagine di copertina: La fioritura del glicine, nello Ashikaga Flower Park, in Giappone, prefettura di Tochigi, a circa 2 ore di treno da Tokyo (foto da Pinterest) che si dice abbia ispirato la famosa scena dell’albero della vita in Avatar di Cameron (qui sotto).

 

Sul sito, anche: Un’antologia dei film girati a Ponza

2 Comments

2 Comments

  1. Pino Moroni

    9 Agosto 2022 at 12:03

    Caro Sandro, ricordavo bene quella vostra ricerca e la condivido.
    Purtroppo ho visto di recente un film di fantascienza sulla natura, difficilmente qualificabile: Annihilation. Chiedo alla tua passione per il genere e l’argomento se puoi vederlo su Netflix per poterne parlare più approfonditamente da un punto di vista biologico, sociale e mediatico. Mi è sembrato molto inquietante, perché in fondo parla dell’effetto serra e delle mutazioni che ne stanno derivando. Ed ancora di quelle manipolazioni della natura che la scienza dell’uomo continua a portare avanti. Mentre la nostra comprensione di questi ed altri argomenti importanti per la vita umana sta tornando sempre più indietro.
    A presto per un confronto.
    Pino

    Risposta di Sandro
    Giro l’informazione a Tano, che è il mio spacciatore preferito di Netflix. Appena visto, riferiremo pubblicamente

  2. Tano Pirrone

    9 Agosto 2022 at 12:17

    Mi attivo, riferirovvi. Il titolo è indice di disturbi, ma non voglio preconcettuare. Orate pro Me (si dice?)

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