Personaggi ed Eventi

Colloquio con Silverio Scotti detto Cocò della lista “Cambiamo il vento”

a cura di Vincenzo Ambrosino

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Vincenzo – Cocò presentati.
Cocò – Mi chiamo Silverio Scotti tutti mi conoscono come Cocò. Ho un noleggio barche. La mia passione è il teatro. In questi ultimi anni mi sono impegnato in politica con il Gruppo “Punto di Svolta” e ho capito che Ponza ha tutto ma manca di entusiasmo. D’inverno l’isola è come se andasse in catalessi. Se d’inverno si dorme non si può preparare una buona estate.

V. – Nell’intervista al vostro capolista abbiamo parlato di una rivoluzione culturale che significa coinvolgere i residenti, soprattutto invernali, per contribuire attivamente al cambiamento. Tu ti occuperai – eventualmente eletto – di coinvolgere le associazioni. Vuoi spiegare come ti muoverai?
C. – Parto dalla mia esperienza. Io mi occupo da sempre di teatro. Quasi ogni anno a Natale allestiamo uno spettacolo. Impieghiamo il nostro tempo a scegliere copioni, imparare la parte, comporre una scenografia, creare una regia. È un impegno appassionante, ma a volte penso che sia solo un lavoro ricreativo, per far passare dei momenti allegri alla gente di Ponza, che è importante, ma io ritengo che questo impegno debba essere riconosciuto, valorizzato. 

V. – Riconosciuto da chi?
C. – E’ chiaro, innanzitutto dal Comune. Riconosciuto perché questa passione è importante per la collettività e a questo “lavoro” va data continuità. Dando riconoscimento, il Gruppo diventa sempre più forte, più determinato, può allestire spettacoli sempre più importanti. Ho fatto l’esempio del mio Gruppo teatrale ma ovviamente penso che questo riconoscimento va dato a tutti i gruppi, a tutte le associazioni.   

V. – Infatti io dico sempre che  Ponza deve tornare a vivere nelle quattro stagioni, che significa deve vivere in autunno, in inverno, in primavera e in estate.
C. – Vincenzo dici bene. Una volta nell’isola si viveva nelle quattro stagioni. In autunno c’era la vendemmia. Tanti contadini indaffarati intorno alle cantine. Il profumo del mosto nelle botti e si aspettava San Martino per spillarle. Tutti i negozi erano aperti, il panettiere, il barbiere, il calzolaio, c’era vita, umanità che si incontrava tutti i giorni. I ragazzi andavano da soli a scuola e subito dopo scuola a giocare nelle piazze, nelle strade. Le mamme che si incontravano nei quartieri a cucire e pettegolare. E poi ci si preparava alla festa dell’Immacolata, l’8 dicembre e i giovani che si incontravano al mattina per la “diana” alla Madonna. Arrivava l’inverno e  ci si preparava per il Natale, con il Presepe, a raccogliere il muschio e si aspettava  il ritorno degli studenti che allestivano meravigliosi teatri. Poi arrivava il Carnevale si facevano anche dei carri mascherati e poi arrivava la primavera e la Santa Pasqua, bambini che andavano a “rubare le fascine per il “fucarazzo” da accendere il Venerdì Santo e le donne a impastare il “casatiello”. E l’isola si colorava di giallo delle ginestre. E poi veniva maggio e i bambini indossavano i pantaloncini corti.  E poi l’estate a fare i bagni e arrivava San Silverio, la festa dei ponzesi e poi agosto, la Madonna Assunta, la festa dei fornesi e poi di nuovo settembre. Il ciclo della vita paesano continuava.  

V. – Tutto questo non c’è più, ma queste sono le tradizioni che hanno dato il ritmo del nostro vivere comune, che ci hanno insegnato ad amare questa terra, questo mare, queste colline. Queste tradizioni, non si possono perdere ma non sono più spontanee, per cui adesso dobbiamo ricostruirle in laboratorio attraverso l’azione delle varie associazioni che esistono su questa isola.
C. – E questo è quello che pensavo, quando parlavo del mio teatro. Noi abbiamo oggi tante Associazioni: culturali, ricreative, religiose, sportive, ambientaliste che prendono le loro iniziative, ma queste iniziative sono scollegate per cui non lasciano traccia. Non indirizzano un percorso di vita comunitaria e anche di nuova offerta turistica.

V. – Mi ricordavi anche il tuo impegno con le scuole elementari; mi hai detto che è stata una esperienza entusiasmante far recitare i bambini. A questo proposito vanno ricordati le tante rappresentazioni teatrali fatte dalla vostra Compagnia ma anche da ’A Priezza. Ne ricordo una a caso: il teatro de ’a Priezza in “un giorno in Comune”. Una società viva che ha il coraggio di fare autoironia. Ma anche il Presepe vivente sempre della Priezza.
C. – Ci sono state bellissime manifestazioni. Oltre a quelle che tu hai ricordato c’è quella che portava avanti la “Compagnia del Trinchetto”: La gara delle bagnarole. Bellissima manifestazione che coinvolgeva i giovani ma anche le famiglie, le scuole a costruire barche rudimentali, fantastiche che dovevano galleggiare. Era una manifestazione allegra, coinvolgente, legata alla marineria e alla cultura del mare. Negli ultimi anni arrivavano anche scuole esterne.

V. – Ma anche le manifestazioni fatte dall’Associazione Cala Felci, come “Ponza in tavola” che proponeva la cucina locale inserita anche in una atmosfera borbonica che ricordava le nostre origini. “Lo Stracquo” l’arte che viene dal mare; “Ponzese  Benemerito” altra manifestazione che premiava ponzesi riconosciuti per il loro impegno civile, professionale, politico. La gara dei Presepi, stimolava le famiglie a recuperare lo spirito natalizio intorno al presepe.
C. – Ma le stesse belle manifestazioni fatte da Ponza Racconta “Ponza sotto le stelle” che davano all’isola un punto di riferimento nel firmamento. Manifestazione fatte nelle notti d’estate. Ma anche l’impegno di Ponza Racconta per le scuole. “Racconta Ponza a Ponza Racconta” ed altre come il recupero del dialetto.

V. – Ricordiamo anche l’importanza del recupero storico portato avanti dal “centro studi e documentazione isole ponziane” che da anni va recuperando documenti per trasmetterci le nostre origini borboniche e la successiva colonizzazione e urbanizzazione della nostra isola. Ma  anche la valorizzazione della nostra isola come avamposto di libertà ricordando i tanti antifascisti  confinati a Ponza.
C. – E come non tenere in considerazione tutte le Associazioni sportive che creano attività per i giovani e qui va certamente detto che le strutture sportive devono essere gestite meglio. Un plauso va dato a Biagio Rispoli che praticamente da solo sta mantenendo in vita il campo da pallone e sta portando avanti una scuola calcio per i giovanissimi. Quest’anno hanno fatto anche un campionato di calcio.

V. – Ma anche tutte le attività religiose, che scandiscono la vita che passa intorno all’anno liturgico. E la Proloco che prese quella iniziativa della gara di voga. Si fece per qualche anno e poi finì. Ma tu pensa a inventare due barche, riempirle di contenuti storici, una di Ponza e una di Le Forna e farle gareggiare ogni anno. Così si costruiscono le motivazioni che diventano tradizioni che diventano offerte turistiche.
C. –  Queste di cui abbiamo parlato sono attività pensate da persone che si sono unite in Associazioni e hanno un presidente che le coordina. Io dico che queste, tutte queste ed altre che sicuramente abbiamo dimenticato sono risorse disperse, solitarie a volte sprecate. Quanti artisti che rimangono isolati nelle loro abitazioni a dipingere, a costruire nasse in vimini, a raccogliere reperti storici. È d’inverno che si crea anche l’artigianato. Quanta cultura, quante passioni, quante energie sane che non vengono fuori perché restano timidamente nascoste in un mondo in cui prevale solo il consumismo.

V. – Quindi tu dici giustamente che tutto questo va organizzato?
C. – Io dico che tutto questo va organizzato nell’interesse del bene comune. Creare entusiasmo, riconoscere i gruppi creativi, le Associazioni che lavorano per piacere e per gli altri – facenti parte di un progetto di nuova convivenza isolana. La mia Associazione teatrale dà e riceve forza dall’Associazione sportiva, e insieme diamo forza all’Associazione ambientalista. Immagina questo travaso di energia positiva. Capisci l’importanza politica – sociale – turistica di questa operazione?

V. – Anche questa è “economia circolare”, ricreare la vita intorno alle stagioni, recuperare le tradizioni, vivere l’ambiente isolano, solidarizzare con le persone, rompere le barriere degli orticelli. Ottimo. Ma dal punto di vista operativo come ti muoverai se verrai eletto?
C. – Elaboro il mio progetto di cui abbiamo solo accennato. Faccio una ricerca di tutte le associazioni culturali, sociali, sportive che ci sono sull’isola. Parlerò con i preti, con la dirigente scolastica. Convoco tutti in Comune e parlo loro del mio progetto. Bisogna che si arrivi a fare un Calendario di tutte le manifestazioni sportive, ricreative, culturali, ambientali, culinarie, le varie sagre, ecc. Ogni Associazione sceglierà quale o quali iniziative vorrà portare avanti. Si stanzieranno dei fondi che verranno distribuiti. Bisognerà pensare anche a dove e come sistemare le attrezzature dei vari gruppi, perché queste attività ogni anno devono arricchirsi di fantasia, colore, strutture.  Così facendo avremo tanti ponzesi attivi che si uniranno a noi a remare in una sola direzione.

V. – Bravo Cocò adesso concludi con un messaggio agli Elettori
C. – Io sono una persona che non sta mai ferma. Lavoro d’estate e d’inverno e trovo sempre il tempo per occuparmi delle mie passioni. Non abbiamo parlato del Museo che va terminato. All’interno va sviluppato un centro visite. Le Cisterne romane devono essere aperte e fruite. Abbiamo Zannone che è una risorsa importante per dare prospettive nuove all’isola. Ecco  tutto questo lo devono fare le Associazioni, i gruppi organizzati di giovani. Ho il desiderio di vedere i ponzesi di nuovo vivi, d’inverno come d’estate. Io penso che le Associazioni culturali, sportive, ambientaliste e ricreative siano una risorsa che va assolutamente valorizzata.
Chiedo un voto a tutti i ponzesi che credono in questo progetto. Se verrò eletto lo porterò avanti perché penso che farà bene alla comunità dei ponzesi. Li farà vivere meglio anche d’inverno e insieme prepareremo anche nuove offerte turistiche. 

1 Comment

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  1. vincenzo

    3 Giugno 2022 at 08:14

    Commento di Tonino Impagliazzo

    “l’ intervista a Silverio Scotti- detto Cocò , lascia trasparire un progetto ambizioso , una “rivoluzione culturale” autentica che va oltre il “cambiamento” .
    Racconta di un’ esperienza teatrale eccellente, condotta con tenacia e passione, che lo hanno visto antesignano di una “riscoperta culturale”, spesso priva della pubblica attenzione, seppur elemento fondamentaledi un percorso comunitario ricco di tante storie
    Nel racconto Silverio, lascia emergere storie di artigianato domestico mai cresciuto, “energie sane giammai venute fuori”, storie minerarie che giammai hanno incontrato lo spazio per essere raccontate , di attrezzi per la lavorazione della terra, per l’arredo della casa , per la cattura dei volatili e per la cattura dei pesci , spesso trascurate o taciute . Il Metodo di lavoro, è indicato in un “ Coordinamento permanente dell’Associazionismo, delle Arti e della cultura“ .
    Il percorso caro Silverio , è una scintilla che può produrre tanta fiamma ,se attentamente coordinata e curata dalla mano pubblica, se attuata peruna rinascita culturale e sociale che ricopre l’intero anno e questo, potrà essere realizzato mettendo in moto un ”economia circolare” , essenza e fondamenta di autentica ricchezza. Auguri Cocò –

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