Usi e Costumi

‘U pizzenvierno

di Francesco De Luca

E’ tempo di migrazione degli uccelli. Ne passano tanti sopra il cielo della nostra isola. Vanno in cerca di un luogo dove l’evoluzione ha assicurato loro che possono fermarsi e procreare in modo soddisfacente.

Il pigliamosche (‘u pizzenvierno), anche lui è un uccello migratore, ma, a differenza di altri, è proprio sull’isola che trova il sito per nidificare.

Pigliamosche è  chiamato perché si nutre di insetti volanti. E dunque, di solito staziona vicino alle piante in fiore. Buganvillee, glicini, oleandri fioriscono in estate e attirano farfalle, farfalline e altri insetti, e i pigliamosche ne fanno mattanza.

Ha volo breve, dal posatoio controlla il territorio, si lancia sulla preda, talora lottando in aria per acciuffarla. In questo caso il battito del becco andato a vuoto si fa notare per il rumore, e così anche quando, catturata una farfalla più grossa e più difficile da ingoiare, la batta sul terreno per fermarne l’agitazione. In dialetto  è chiamato pizzenvierno, parola che confonde i concetti e tenta finanche di dare qualche informazione. Ovvero  ‘pizzica i vermi’.

Chiunque abbia un’aia è in compagnia di  ‘pizzenvierne’, che costruiscono il nido ad altezza media, fra i rami dell’albero vicino. Il che sembra facile da scoprire e invece è soltanto in autunno che, dopo un turbinare di vento, compaiono a terra i nidi dismessi. Erano ad un palmo dal naso eppure invisibili.

Il pigliamosche è un abile  cacciatore. Il suo forte è che le farfalline sono attratte dai tanti fiori. Si scompongono, perdono la padronanza del volo  e… cadono vittime. Dell’avidità, del  tornaconto proprio.

Il pigliamosche è in agguato. Vede l’insetto volare volioso, capisce la meta desiderata e… gli taglia la strada. Il suo becco è appuntito e rodato per la cattura in volo, è robusto.

Azzardo un paragone, da prendersi come esempio estremo. E’ un monito.

Allo stesso modo fa chi si candida nelle liste elettorali. Sa come aggirare l’elettore, cosa promettergli, cosa balenargli come proficuo. Conosce le sue abitudini, le aspirazioni nascoste e quelle palesi. Chiede il voto perché possa trarre benefici personali nei cinque anni d’amministrazione. Con bassa moralità chiede il voto al vicino di casa, al parente prossimo, al compagno di banco in chiesa. Meglio approfittare, meglio sfruttare il momento favorevole, meglio non farsi tanti scrupoli. Il mio viene prima del nostro. Ad esaudire i bisogni di tutti c’è Domineddio.

Divenire farfalline per i pigliamosche di turno significa perdere la propria dignità. Senza di essa una comunità produce degrado nel territorio e nel sentimento sociale.

Postilla: mi appello alla bontà dei lettori se ho messo in relazione gli innocenti uccellini con i deprecati  ‘portatori di voti‘. Mi deprime vedere che ci si avvicini ad una scadenza importante per la vita dell’isola con una mentalità inadatta…

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