Libri

“Schiaffo al Duce”. Il nuovo libro di Silverio Corvisieri

Proposto da Rosanna Conte

E’ uscito oggi in rete e nelle librerie l’ultimo lavoro di Silverio Corvisieri, “Schiaffo al Duce”.

Questa volta, sempre utilizzando documenti anche inediti, Corvisieri ricostruisce la storia di un comandante partigiano liberato da un gruppo di giovani delle Fiamme Verdi, le brigate cattoliche partigiane. L’impresa si svolge nella roccaforte della Repubblica di Salò e l’evento contribuì al tracollo psicologico di Mussolini e dei repubblichini ormai alle strette, visto che siamo nel marzo del 1945.

Per quella parte dei nostri lettori che non conoscono  l’autore, diamo un po’ di informazioni.

Silverio Corvisieri (Ponza 1938) giornalista ed ex deputato per tre legislature (Democrazia Proletaria, Sinistra Indipendente e Pci) ha concentrato la sua indagine storica sulla Resistenza e sull’antifascismo, pubblicando lavori come Bandiera Rossa nella Resistenza romana (Samonà-Savelli 1968), Trotzki e il comunismo italiano (Samonà-Savelli 1969), Resistenza e democrazia (Gabriele Mazzotta editore 1976), Il re, Togliatti e il Gobbo (Odradek 1998), Il mago dei generali (Odradek 2001), La villeggiatura di Mussolini. Il confino da Bocchini a Berlusconi (Baldini e Castoldi 2004), Un cattivo maestro. Montanelli tra mito e fake news (Bordeaux 2021). Ricordiamo poi i libri sulla nostra isola, All’isola di Ponza (Il Mare 1985) e Zi’ Baldone (Caramanica Editore  2003).

Ci auguriamo che possa venire a Ponza, la sua isola natale, nei prossimi mesi in un periodo non troppo caldo per partecipare alla presentazione di Schiaffo al Duce che il Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane-APS organizzerà.

 

Nota della Redazione
Sul sito, la Repubblica di Salò è citata in due articoli, con due interessanti filmati:
Il cuoco di Salò, di Vincenzo Ambrosino (dell’agosto 2013); e sul modo di raccontare le storie e la storia, di Francesco De Gregori – di Sandro Russo del settembre 2019:  Una canzone per la domenica (60). Il racconto obliquo di De Gregori

 

 

 

1 Comment

1 Comment

  1. Luigi Maria Dies

    16 Maggio 2022 at 22:58

    Questo “tracollo” psicologico di Mussolini fatto scoccare proprio dall’episodio citato, sembra un poco tirato per i capelli. In tanti, nei due anni successivi all’8 settembre, fecero fatica a dismettere gli abiti della boria che li aveva pasciuti e fatti delirare di potere e sopraffazioni. Tra questi non c’era Mussolini. La sua fine il duce la stilò di suo pugno nei giorni di Ponza.
    La lettera di Ponza.
    Anzitutto la storia dirà che la lettera ponziana è l’atto di morte del Fascismo scritto dal suo fondatore, il quale però, in quel momento, non si rivelò, come uomo, né pazzo né megalomane. Prova ne è la data. Scrisse infatti: “Ponza 5 agosto 1943” e soppresse egli stesso “l’era fascista, A. XXIII” che d’altronde gli era facile scrivere se lo avesse voluto. I carabinieri e gli agenti di P.S. infatti avevano avuto l’ordine di circondarlo d’ogni cortesia e di chiamarlo Eccellenza, e so che egli un giorno se ne adontò e disse: “Perché mi chiamate così?”. L’uomo si stimava finito.

    Da “Istantanea mussoliniana a Ponza”
    Di Mons. Luigi Maria Dies A.D. MCMXLIX

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top