Archeologia

Dragonara, un probabile significato

di Francesco De Luca

Facendo incursioni in internet mi sono imbattuto nella dicitura Dragonara.

In un blog sassarese sono presentate colorite spiegazioni. Lì Dragonara si fa derivare dal termine dialettale dragunuggi che sono ‘vene d’acqua’ che si scavano la strada nel sottosuolo. E ancora: tragunaja è l’acqua piovana raccolta in una cisterna scavata nella roccia. Nell’articolo sassarese si riportano altre spiegazioni al termine Dragonara: a – vena d’acqua corrente sotterranea; b – cisterna scavata nella roccia per raccogliere l’acqua piovana; c – grotta, pozzo, cisterna.
Ed è menzionata la grotta della Dragonara a Capo Caccia; ai campi Flegrei a Capo Miseno è presente una dragonara ovvero cisterna vastissima costruita per convogliarvi le acqua; e a Foggia c’è un tracon ovvero cunicoli scavati dalle acque. L’ articolo si chiude così: “Dragonara è toponimo diffuso in tutto il Mediterraneo, da Malta, alla Puglia, a Chieti, a Foggia, a Miseno, a Benevento ”. Il tutto ha a che fare con l’acqua e con le grotte o cisterne d’acqua.

Perché ho seguito l’impulso a rovistare nel mare magnum di internet alla ricerca di chiarimenti sul significato di Dragonara?
Perché è da tempo che indago sulle denominazioni dei luoghi di Ponza, sui toponimi, raccogliendo le mie convinzioni in un libricino ‘Ponza: luoghi, nomi, significato’. La denominazione Dragonara interessa un luogo di Ponza che non ha trovato in me finora una spiegazione soddisfacente.
Detto questo devo subito aggiungere che sono colpevole di pigrizia perché è da alcuni anni che sul blog ‘Frammenti di Ponza’ la titolare, Francesca Iacono, ha scritto sulla Dragonara parole illuminanti. Oggi ho letto quello che forse avrei dovuto leggere prima, ma il fatto positivo è che una luce c’è su questa denominazione. La Iacono dice esattamente: ‘il termine Dragonara (Tracunara) proviene da tracon che in greco vuol dire condotto di acque’.

Il che rinforza la tesi che Dragonara ha a che fare con l’acqua (grotte o cisterne d’acqua). Cosa ne ne deduce? Se ne deduce che ‘potrebbe essere che la zona della Dragonara a Ponza abbia preso questo nome proprio dalla cisterna’ (Iacono).

A questo punto ho ripreso nelle mani il libro più illuminante intorno alle cisterne romane di Ponza. E’ il libro di Leonardo Lombardi ‘Ponza impianti idraulici romani – Palombi Editori – Roma 1996’. Qui (sulla Dragonara) lo studioso colloca un gruppo di cisterne che dall’alto degradano fino al mare. La connessione fra di loro era funzionale alla decantazione dell’acqua che, di cisterna in cisterna, si purificava fino a giungere in basso pulita e pronta all’uso. La più alta è collocata presso le Case Popolari (ancora oggi utilizzata come serbatoio da cui per discesa si irradia l’acqua potabile nell’abitato di Ponza Porto). La seconda riguarda la cisterna detta ‘della Dragonara’. Una terza è situata più in basso e infine c’è quella in zona Canneto, alle spalle dell’ hotel Santa Domitilla.

Il complesso comunica attraverso cunicoli e tubazioni (ai tempi dei Romani in piombo), in modo tale che l’acqua piovana, raccolta e depurata, veniva fatta scorrere fino al livello del mare.

Il sistema idrico romano era ricco d’acqua, articolato in modo da approvvigionare le navi e rendere gradevole la residenza nelle ville che Ponza accolse nel I secolo dopo Cristo, sulla scia delle due ville augustee edificate: una sul promontorio della Madonna (villa estiva), e una a Santa Maria (villa invernale), adagiata sul declivio che dalla Chiesetta si porta alle grotta del Serpente.

Alla luce di ciò è plausibile che la località ‘Dragonara’ prenda nome dalla presenza dei canali nascosti che connettevano le varie cisterne? Molto plausibile.

Ci sarebbe qualche interrogativo che insinua dubbi. Infatti, se questa ragione la si fa valere per le quattro cisterne menzionate, la stessa ragione dovrebbe valere anche per il complesso di cisterne che appaiono strutturate funzionalmente al fine di dare acqua dolce al Porto. Lì, al livello del mare, c’è la piccola cisterna sottostante l’albergo Mari. E, poco sopra c’è la cisterna del Corridoio, e più in alto è situata la mastodontica cisterna della Rifugio (tanto vasta da essere denominata dagli antichi viaggiatori in epoca medievale e seguente quale ‘Palazzo di Pilato’). E ancora più in alto un’altra cisterna a livello del ristorante La Guardia.

Ulteriori studi porteranno luce su questi dubbi.

Va dato merito all’Amministrazione comunale (2012-2017) di aver reso due di queste numerose cisterne (quella della Dragonara e quella del Corridoio) godibili per il pubblico, dopo duemila anni di abbandono e di degrado.

La Dragonara, sono partito da questa denominazione presente sull’isola di Ponza, e sono giunto ad una spiegazione incompleta. La conoscenza ha bisogno di nuova ricerca. Anche se passi in quella direzione si sono fatti.

Ne faccio uno all’indietro io, e trovo nella memoria infantile la benevola dicitura:
Chille d’ a Draunara
s’i ’ncuntre ’i notte
faie ’a vermenara.

1 Comment

1 Comment

  1. silverio lamonica1

    9 Maggio 2022 at 15:38

    Caro Franco,
    Certo, le cisterne d’acqua e le condotte idriche romane sono una ragione plausibile per tentare di stabilire l’origine del toponimo “Dragonara”, anche se – come giustamente osservi – a Ponza ci sono altre cisterne e resti d’acquedotto non meno importanti, come hai rilevato. Per non parlare dell’imponente acquedotto romano che da Cala Inferno convogliava il preziosissimo liquido fino alla Grotta del Serpente a Santa Maria.
    Per completare il quadro, ho osservato che la contrada Dragonara è esposta a settentrione, proprio di fronte alla Costellazione del Dragone che gli antichi raffiguravano con un serpente che si insinuava tra l’Orsa Maggiore e la Minore, ma che vediamo rappresentato ai piedi delle Orse medesime nel Mitreo di Ponza. Quindi l’origine del toponimo potrebbe derivare dalla suddetta Costellazione.
    Simpaticissima la “benevola dicitura” finale.
    A proposito, abito a La Dragonara ormai da diversi anni, per cui mi sento un “dragonarese verace” … e se t’incontro di notte mi divertirò a farti un sonoro “BHUU” alle spalle!

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