Ambiente e Natura

Economia circolare: i rifiuti solidi urbani

di Vincenzo Ambrosino

L’approccio circolare è una nuova visione culturale per il governo dei territori e riguarda tutti gli aspetti della vita sociale, politica, economica.
La differenza tra approccio lineare e circolare è quella che c’è tra un segmento e un cerchio. Il segmento è una linea spezzata che ha un inizio e una fine. Il cerchio è una linea chiusa dove  inizio e fine coincidono.

Nell’ economia lineare – quella che da sempre applichiamo nel nostro sistema produttivo – che cosa succede? Estraiamo materie prime, le quali devono essere trasformate nelle industrie per  diventare beni di consumo, che vengono commercializzati e poi utilizzati e alla fine diventano rifiuti che vengono smaltiti e perduti. Quindi dobbiamo estrarre di nuovo materie prime per rinnovare il sistema.
Nell’economia  circolare abbiamo inizialmente ancora le  materie prime che vengono trasformate nell’industria, diventano prodotti  di consumo i quali dopo l’uso questi ritornano a diventare materie prime e  il ciclo riprende…

Questo meccanismo prevede delle tecnologie, ma anche un nuovo approccio culturale che diventa virtuoso per tutta la società.
Fare la raccolta differenziata consiste nell’aderire all’approccio circolare nel sistema di smaltimento e raccolta dei rifiuti.

Il cittadino non delega allo spazzino la pulizia, ma partecipa all’operazione di salvaguardia del mondo e del suo territorio. Il cittadino a casa sua deve pensare a come distribuire i suoi prodotti di scarto nelle varie buste, conservarli a casa nell’attesa di depositare i rifiuti  nei vari trespoli  e nelle giornate indicate. Questo cittadino sta facendo un’opera su se stesso di consapevolezza di valori: delle materie prime, della protezione ambientale, del risparmio economico, del valore estetico del suo quartiere e nell’eseguire diligentemente il compito si   sentirà individuo maturo in una società di individui che scelgono di collaborare per il bene comune.

La raccolta differenziata poi continua: i cassonetti vanno caricati sui camion, portati all’isola ecologica e lì alcune sostanze, quelle organiche.  possono essere recuperate in loco e trasformate in compost da utilizzare in agricoltura anche locale.  Altre materie  come la carta, la plastica, il vetro, l’alluminio ecc. verranno portate nelle varie fabbriche che produrranno  beni da rimettere in commercio.

C’è una grande differenza tra quello che succede oggi (economia lineare)  e quello che si spera avvenga domani (economia circolare).

Oggi i nostri rifiuti li gettiamo nelle buste senza pensarci. Plastica, vetro, avanzi organici li imbustiamo e li andiamo a depositare nei cassonetti in modo indifferenziato. D’estate per esempio, nei cassonetti vengono anche trovate teste di pesce spada, cassette di ortaggi ecc. e sotto al sole d’agosto  comincia la fermentazione con l’esalazione di gas putrescenti che causano odori sgradevoli.

 Non c’è pensiero nell’individuo: il sistema dell’uso e getta è un’operazione meccanica che ci ha portato a vedere la nostra isola come una pattumiera.

 Questi rifiuti (e non prodotti di scarto) andranno smaltiti nelle discariche, saranno perduti e inquineranno l’aria e l’ambiente. In questa nostra abitudinaria operazione non c’è responsabilità, non c’è azione consapevole, non c’è sviluppo di nuova cultura. Il rifiuto va allontanato da noi   non lo consideriamo una risorsa che ci può ancora servire.

Ma siamo tutti giustificati! I cittadini pagano la tassa sulla raccolta dei rifiuti  e delegano all’amministrazione la quale espleta una gara d’appalto  e delega alla ditta la raccolta dei rifiuti. Ma questo processo produce nei vari passaggi, incultura, sprechi, disagi, costi che lievitano nel tempo, disservizi, mancanza di controlli, discariche abusive, caduta dell’immagine dell’isola, deturpazione del quartiere, inquinamento ambientale.

Lungo le strade, accanto ai cassonetti accumuliamo anche rifiuti ingombranti tipo mobili, elettrodomestici. Siamo immersi nella cultura del consumo per cui si rompono spesso gli elettrodomestici e non chiamiamo l’elettricista, l’idraulico, il falegname. Costa meno comprare il frigorifero o la lavastoviglie nuova che aspettare l’elettricista. Compriamo mobili di poco valore per arredare i monolocali per turisti e questi vengono cambiati dopo pochi anni. Tutto si usura in fretta e tutto deve essere ricomprato magari a debito.

Tratto da Pinterest, Satira N’eurodeficiente

C’è un grande accumulo di rifiuti ingombranti lungo le strade: mobili, elettrodomestici, addirittura attrezzi da giardino,  palizzate, reti metalliche. E non ci preoccupiamo se produciamo spettacoli che mostrano la nostra inciviltà come cittadini. L’amministrazione, quando poi gli accumuli impediscono anche la circolazione o l’accesso alle abitazioni, è costretta a intervenire con raccolte straordinarie e con costi aggiuntivi per la comunità.

Ma funziona tutto così nella nostra isola. Guai a chi protesta e denuncia discariche. Diventa colpevole chi fa foto e le mette sul giornale perché  “i panni sporchi si lavano in famiglia”. A Ponza non è colpevole chi inquina, chi deturpa, è colpevole chi si ribella a questo.

Quando il turista ci fa una esplicita critica allora partono le scuse reciproche perché nessuno di noi è un buon esempio oppure ci giustifichiamo incolpando l’Amministrazione che non organizza né la raccolta né il controllo.

Ma non ci sembra che sia arrivato il momento di tornare tutti a pensare a un nuovo modo di convivere? Che siamo in ritardo di anni per nostre colpe culturali?  Che dobbiamo esigere dalla amministrazione che si faccia la raccolta differenziata in modo serio? Che bisogna che si organizzi la raccolta degli ingombranti? Che le sorti di questo paese dipenderanno dalla nostra volontà di crescere come comunità collaborativa,  attiva e non più individualista?

Auspichiamo che questo lo capiscano i nuovi amministratori perché sono loro che devono scegliere e organizzare l’economia circolare.

1 Comment

1 Comment

  1. Tonino Impagliazzo

    11 Maggio 2022 at 08:50

    Vincenzo,
    il tema dell’Economia Circolare merita il plauso e la massima sensibilità da parte degli Amministratori comunali “in fieri”, perché trattasi di una “visione culturale” diversa e più vantaggiosa per l’isola. Il convincimento deriva da un duplice beneficio e precisamente:
    – aver restituito alla comunità un prodotto derivato, dico humus, utile al territorio e all’economia rurale;
    – quello di esportare all’esterno dell’isola sostanze inerti (legno, carta, vetro , etc.) che determinano valore economico aggiunto a favore dell’isola .
    Tonino Impagliazzo

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