Attualità

‘Gente di Basket’ di Paolo Iannuccelli

di Luisa Guarino 

Arriverà presto in libreria “Gente di Basket”, la nuova fatica letteraria di Paolo Iannuccelli, giornalista e scrittore, particolarmente legato alla nostra isola, cui ha anche dedicato diverse pubblicazioni.

Chi come lui si occupa da una vita di sport crede a volte nella cabala: così l’autore ha scelto il titolo rifacendosi a una delle sue prime opere, peraltro un successo, “Gente di Ponza”. In questo suo ultimo lavoro Iannuccelli ha descritto alla sua maniera tanti personaggi che ha conosciuto bene, specialmente a Latina e provincia, luoghi che conosce e ama profondamente.

Alcuni protagonisti della palla a spicchi sono scomparsi di recente, gettando nello sconforto un ambiente molto unito com’è quello della pallacanestro pontina: nel libro scorrono i ricordi appassionati di chi non c’è più. Il piacere di aver conosciuto e di conoscere centinaia di giocatori, arbitri, coach e dirigenti hanno spinto Paolo a descrivere un mondo che apprezza e che lo appassiona da sempre: per questo racconta storie vissute personalmente fin da bambino, mettendo in luce episodi curiosi e divertenti.

“Tra le pagine del libro spiccano eroi, profeti e leggende del basket, insieme a personaggi di minore importanza, ma ricchi di umanità e generosità – spiega Iannuccelli -, passando con disinvoltura dai campi all’aperto alle grandi arene”.
Un mosaico di storie, imprese e avventure hanno dato dunque vita a “Gente di Basket”: protagonisti gli anni ruggenti della pallacanestro, fatti di straordinaria sincerità, gioia e sentimenti puri. “La palla a spicchi è nel Dna dei latinensi – aggiunge l’autore -, una disciplina sportiva popolare e diffusa in ogni quartiere cittadino e nei nostri borghi”. In questo suo volume che vedrà presto la luce, Paolo Iannuccelli tiene a sottolineare episodi ricchi di tensione e umanità, piccole lezioni di vita: lui che non ha mai abbandonato l’universo del cesto, girando da un continente all’altro per guardare, osservare, apprendere e divertirsi, attraverso quello che viene definito “lo sport dei giganti”.

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