Attualità

L’angolo di Lianella/26. Le guerre… che disastro

di Amelia Ciarnella

La maggior parte dell’umanità è formata da persone cattive. Per questo motivo dalla prima comparsa dell’uomo sulla terra ci sono sempre state le guerre. Non solo, ma col passare degli anni, invece di diventare più buoni sono peggiorati, inventando armi sempre più micidiali e terribili fino ad arrivare alla bomba atomica.

E, attualmente, ne parlano così spesso che prima o poi, forse chissà, (speriamo mai!) la butteranno anche! E mentre loro parlano, pensano e perfezionano armi, la vita continua a scorrere e il povero cittadino ignaro di tutto, preso dai suoi problemi e impegni quotidiani, si affanna per sopravvivere, portando avanti il suo lavoro: il contadino va a lavorare nei campi, la massaia cura la casa e cresce i suoi figli, il meccanico aggiusta automobili e motorini.

Poi fra i tanti, c’è anche chi ha altri interessi che esulano dal lavoro per cui è pagato e quando può “svicola” per tornare a ciò che più lo appassiona.
E a questo proposito ricordo un film di Hitchcock, dove appunto si parla di un impiegato di banca che aveva una passione smisurata per la lettura e durante le ore d’ufficio si allontanava spesso dal suo tavolo, andandosene a rinchiudere nel bagno, ma non per fare i suoi bisogni, si assentava solo per leggere. Dopo aver finito il suo capitolo, tornava nella stanza per proseguire il lavoro interrotto, tranquillo e beato, senza mai destare nessun sospetto.

Così facendo, ogni giorno leggeva quasi un libro. Però una delle ultime volte, con la scusa di cercare una pratica, si chiuse addirittura nella camera blindata e vi rimase più del solito, poiché ciò che stava leggendo era così avvincente, da fargli dimenticare completamente il lavoro di impiegato di banca… e  lesse il libro fino alla fine.
Quando poi tornò in ufficio non trovò più né l’ufficio, né gli impiegati, né tanto meno le mura della stessa banca e nemmeno la città intorno. Era stato raso tutto al suolo dallo scoppio di una bomba atomica. Si era salvato soltanto lui. Pertanto, passato il primo momento di disorientamento, l’unica cosa cui pensò subito e che gli stava a cuore più di ogni altra, fu quella di continuare a leggere in santa pace, senza doversi più nascondere da nulla e da nessuno. Non solo, ma dando uno sguardo intorno, vide centinaia di libri sparsi ovunque. Cominciò quindi a raccoglierne più che poteva, facendone una specie di muretto circolare alto oltre un metro con l’intenzione di sistemarsi dentro e leggere indisturbato fino a che ne avesse avuto voglia.

Però mentre portava i libri e cercava di sistemarli il meglio possibile, accatastandoli gli uni sugli altri, inciampò. Cercò di reggersi sugli stessi libri già depositati, che a loro volta si spostarono, facendogli perdere ulteriore equilibrio, mentre gli occhiali, col movimento della testa e lo sforzo per mantenersi in piedi, gli scivolarono dal naso, caddero per terra e lui, che era miope al massimo grado, non vedendo più assolutamente niente, ci mise un piede sopra, frantumando sia gli occhiali che entrambi i vetrini.

Cercò, toccò e annaspò con le braccia, facendo precipitare per terra altri libri, ma non riuscì più a vedere niente di niente. Così, come tutti gli altri, in più disperato, finì la sua vita nel nulla.

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