Politica

George Orwell, il profeta ci aveva avvisati

di Vincenzo Ambrosino

Il Governo Draghi è nato all’insegna dell’europeismo. Nel formare la sua grande coalizione ha fatto giurare a tutti i partiti: fedeltà incondizionata all’Europa.
Quindi partiti come la Lega di Salvini e i Cinque Stelle di Grillo e Di Maio, che avevano preso i loro consensi elettorali promettendo una serrata critica all’Europa, sono rimasti “folgorati sulla via  di Montecitorio per cui hanno scelto di battezzarsi al verbo di Draghi.”

Come è stato possibile che partiti che si sono presentati agli elettori con programmi elettorali contrapposti – penso al PD da una parte e ai Cinque Stelle dall’altra – si sono potuti mettere a mangiare alla stessa mensa?
Come è stato possibile vedere un partito come il PD perdere le elezioni e oggi trovarsi al governo ed essere il partito guida della coalizione?

Come è stato possibile trovarsi come capo del governo un uomo come Draghi, che fino a pochi giorni prima – nel Gruppo dei trenta – era il rappresentante senior? Nessuno ha visto in questa operazione un conflitto d’interessi. E poi sentire Mario Draghi annunciare e applicare politiche decise in quel consesso extra-parlamentare e extra-italiano come la <<“Distruzione creatrice” con cui i governi dovranno incoraggiare le trasformazioni aziendali necessarie e gli aggiustamenti nell’occupazione, cioè incentivare le imprese solide, quelle più grandi (‘corporates’), al posto delle altre, definite nello stesso report “Firms zombies” (imprese zombie): quelle che non  sono capaci da sé di coprire i loro debiti e che dipendono dai loro creditori per la loro esistenza nonché dai pochi sussidi statali elargiti in questa fase. Dunque, sostengono che bisogna togliere risorse, statali e private, a queste imprese, la maggior parte piccole e micro imprese, che sono circa il 25% del nostro PIL, per puntare tutto su quelle più grandi le quali assorbiranno le imprese che falliranno e i lavoratori disoccupati >>.

In quale Italia sono finito? In quale paese siamo finiti fratelli d’Italia?

Siamo nati nel paese che ci ha dato la più bella Costituzione del mondo e ci siamo risvegliati dopo trent’anni anni in una colonia americana, dove i diritti e i doveri sono discrezionali, dove quella che chiamano democrazia è solo la concessione di comprare merci e di trovare espedienti per vivere.
Ci hanno detto per anni che l’Europa ci portava maggiore benessere, maggiore libertà, maggiore movimento ma soprattutto ci portava una pace duratura ed eterna. Dove è questa Europa?

Mi chiedo: la politica economica europea ha permesso in tutti i paesi europei la stessa qualità della vita? Cioè in Francia, in Germani e in Italia i cittadini hanno gli stessi diritti e godono degli stessi privilegi sociali ed economici? Non mi sembra!
C’è solidarietà tra le nazioni europee? Non mi sembra, c’è concorrenza spietata e i paesi mediterranei ne pagano le conseguenze.
Mi chiedo: l’Europa ha una politica fiscale uguale in tutti i paesi? Non mi sembra.
Allora l’Europa avrà una politica estera forte e rappresentativa? Assolutamente non è vero. Ognuno si gioca le sue carte per tutelare i suoi privilegi economici.
L’Europa avrà una politica energetica? Assolutamente no. Stiamo allo sbando, senza materie prime avevamo solo la possibilità di contrattare costi e benefici ma la guerra ci ha fatto saltare i miopi piani strategici.
Avrà una politica ambientale? Si è parlato di rivoluzione green ma niente di concreto; al contrario si riparla di ripartire con le trivellazioni, si parlerà di nuovo di nucleare e di trovare soluzioni per utilizzare il gas liquido americano.
Avrà una politica militare la grande Europa? Quella sì, ma è quella della Nato a guida americana.
Avrà l’Europa una politica industriale? Sì, quella di tenere i mercati aperti per la penetrazione facile delle società transazionali, che consumano risorse e poi de-localizzano dove più gli conviene.

La politica Europea è quella di togliere sovranità agli Stati europei più deboli e metterla a disposizione di quelli più forti, (Germania e Paesi Bassi), ma soprattutto trasformare le nazioni in anonimi territori abitati da consumatori. Questo in parte è stato realizzato ed è in via di essere realizzato.
Il patto sociale tra popolo italiano e governanti è stato strappato. La nostra Costituzione è diventata un libro di buoni propositi ma del tutto disattesi.

Ma in questi ultimi due anni siamo andati molto oltre è stato possibile anche  inoculare a miliardi di persone un siero sperimentale. Siero sperimentale che non ha debellato la malattia. E’ stato possibile segregare milioni di persone impedendogli la libertà e il diritto di lavorare. E’ stata imposta una “carta verde” per accedere ai servizi essenziali senza della quale ne eri escluso. Tessera Verde come al tempo del fascismo e del nazismo.

Come è stato possibile tutto questo?
E’ stato possibile perché per troppi anni la gente ha creduto alla favola liberista imposta dagli USA.
Benessere per tutti. Credere nella legge del mercato. Il globalismo ci renderà più liberi. Ecc. ecc.

E’ successo in pochi anni, ci siamo trovati in un mondo diverso come nelle Metamorfosi di Kafka.
Ho riletto il Grande Fratello e ho capito oggi cose che molti anni fa non capivo. Non capivo quando Winston – il protagonista del romanzo di Orwell – leggeva un cartello sulla facciata del Ministero della Verità “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” [1984 – (Nineteen Eighty-Four) è un romanzo distopico di George Orwell, pubblicato nel 1949 – Ndr]

Oggi il nostro Presidente del Consiglio si permette di dire al suo popolo: “Volete la pace oppure i condizionatori accesi?” “La guerra è pace. Il condizionatore acceso è guerra, il condizionatore spento è pace”.

Il grande imbroglio è quasi compiuto ci siamo trovati nel nostro corpo dei sieri e non sappiamo quali incidenze avranno per la nostra salute nel prossimo futuro, ci stiamo svegliando più poveri e più infelici e ci stanno portando anche alla terza guerra mondiale.
George Orwell il profeta ci aveva avvisati: il Ministero della Guerra si chiamerà il Ministero dell’Amore.

Immagini e note a seguire a cura della Redazione

[Stefano Zecchi, nella prefazione dell’edizione italiana dell’adattamento grafico di Xavier Coste, scrive: «1984 è un’atroce denuncia non solo del totalitarismo, della comunicazione globale e del Grande Fratello che ci osserva instancabile da chissà dove, ma, in particolare, della stupidità e della miseria dell’uomo. Di un uomo incapace di credere in se stesso, di avere coraggio, di pensare in grande, di un uomo in grado di difendere soltanto la propria miserabile (spiritualmente) mediocrità, pauroso di perdere la sanità del corpo, vile e traditore. Questo è “1984”: una spaventosa e inappellabile accusa dell’essere umano» – NdR].

Vignetta di Mauro Biani (Roma, 1967) – Da: la Repubblica, 28 novembre 2021

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