Storia

Alla ricerca dei discendenti italiani del Barbarossa

di Fabio Lambertucci

Riguardo all’articolo sull’imperatore Federico I Barbarossa Hohenstaufen (1122-1190) “Controverso Federico” di Luigi Grassia, pubblicato su Focus Storia (Mondadori Scienza) n° 187 Maggio 2022, vorrei ricordare una curiosa vicenda poco nota che avvenne nel Lazio alla fine degli anni Trenta del Novecento.

Il dittatore nazista Adolf Hitler (1889-1945) e il capo delle SS Heinrich Himmler (1900-1945), fondatore nel 1935 della Deutsche Ahnenerbe, un’associazione che finanziava ricerche sulla storia, cultura e antropologia della cosiddetta “pura razza ariana”, erano ossessionati dal mito del Barbarossa che giudicavano un condottiero vincente (nel castello di Wewelsburg nella Renania settentrionale-Vestfalia, santuario esoterico delle SS, tra le dodici camere dedicate agli eroi germanici medievali quella del Barbarossa era riservata ad Hitler, considerato la sua reincarnazione. Non a caso l’invasione dell’Unione Sovietica nel 1941 venne denominata “Operazione Barbarossa”). Fu così che, verosimilmente proprio nel maggio 1938 durante la visita ufficiale in Italia in occasione del banchetto a Santa Marinella (Roma) con Mussolini ed il re Vittorio Emanuele III al castello sul mare del principe del Sacro Romano Impero Innocenzo Odescalchi (1883-1953), duca di Bracciano e Ceri, quando venne loro raccontato che si favoleggiava di discendenti italiani del Barbarossa che vivevano nella zona, vollero trovarli.

Himmler, Hess, Hitler, Ribbentrop e Mussolini a Santa Marinella (Roma) l’8 maggio 1938 (Foto di Hugo Jaeger)

Santa Marinella, l’arco di trionfo di cartone in onore di Mussolini e Hitler sulla via Aurelia

Santa Marinella, 8 maggio 1938. Parata della Confederazione fascista dei lavoratori italiani. Sullo sfondo l’arco di trionfo di cartone sulla via Aurelia

Nel 1939 ci riuscirono e li gratificarono con una ingente somma di denaro ma i due supremi capi nazisti non riuscirono a ricondurli con tutti gli onori nel loro Terzo Reich. Ecco perché. Secondo il professor Livio Spinelli, esperto di storia del litorale a nord di Roma, della ricerca storico-genealogica venne incaricato nell’autunno 1939 il nobile, scrittore, poeta e diplomatico Gebhard Werner von der Schulenburg (1881-1958), funzionario del Centro di Cultura Tedesco di Roma, che identificò e segnalò all’“Ufficio ricerche razza” della Cancelleria del Reich il discendente di Federico I nel tale Antonio Corrado detto “l’impunito” (nel gergo popolare, significa “sfrontato o impudente”), un misantropo dall’aspetto aristocratico, residente ad Anticoli Corrado (Roma), paese di collina nella Valle dell’Aniene, feudo dal 1256 di Corrado I di Antiochia poi Corrado Caputo (1242-1320), nipote dell’imperatore Federico II Hohenstaufen (1194-1250).
Quando però l’ambasceria di Hitler e Himmler, composta da ufficiali delle SS guidati da un distinto signore in nero con una grande borsa di cuoio, andò a trovarlo, questi era già morto! Scoprirono tuttavia che aveva avuto tre figli: Domenico, Vittoria e Giovanna che, fuggiti da quel padre impossibile, si erano rifugiati nel borgo di Ceri (frazione di Cerveteri, Roma, a 20 km da Santa Marinella) dove facevano i contadini e i carrettieri tra la via Aurelia e i Monti della Tolfa. La ricerca continuò con l’aiuto dei Carabinieri Reali ma quando Domenico, che nell’immaginario dei nazisti avrebbe dovuto essere il continuatore della stirpe del Barbarossa, li vide, per timore di un arresto per chissà quali reati, si diede alla fuga con suo nipote Fernando.
A Ceri i nazisti parlarono così solo con le due donne sdegnate che protestavano l’innocenza dei loro parenti. Poi però con loro grande sorpresa si ritrovarono in mano un assegno, chi dice di trentamila lire, chi di centomila, sicuramente un capitale per l’epoca.

Di spalle addetti militari stranieri osservano le esercitazioni militari del Regio Esercito in località Prato Cipolloso a Santa Marinella l’8 maggio 1938

Santa Marinella, 8 maggio 1938. Mussolini e Graziani sulle colline

Santa Marinella, 8 maggio 1938. Donne nel costume tradizionale alla parata in onore degli ospiti

La “scoperta” rimbalzò in Germania molto enfatizzata, senza i particolari più deludenti, e qualche mese dopo arrivò a Ceri un principe prussiano per chiedere in sposa donna Giovanna, non sapendo che fosse una contadina. Sembra però che fu Giovanna a tirarsi indietro perché voleva invece sposare un certo Pagnotta, anch’egli carrettiere.
Scoppiata poi la guerra, non se ne fece più niente e l’operazione di propaganda nazista fallì così mestamente: in fondo l’aquila nera del superbo casato svevo in Italia nei secoli aveva perduto le piume!
Nel 2013 lo storico medievista tedesco Kai-Michael Sprenger, dell’Istituto Storico Germanico di Roma e dell’Università di Magonza, ha condotto ricerche genealogiche sui Corrado di Ceri e Cerveteri per un suo saggio sul Barbarossa (“La distruzione di Milano (1162). Un luogo di memorie”, Vita e Pensiero, Milano), pubblicato nel 2015. Comunque i nazisti ci riprovarono a Napoli nel settembre 1943 tentando di riportare in Germania almeno le spoglie di Corradino di Svevia (1252-1268), sepolte nella Basilica Santuario di Maria Santissima del Carmine Maggiore, ma, grazie all’astuzia del frate Elia Alleva, non riuscirono a trovarle.

Fabio Lambertucci, Santa Marinella (Roma)

 

La copertina dell’articolo citato, su Focus Storia n° 187, del maggio 2022

Fonti

1) Livio Spinelli, Alla ricerca dei discendenti di Federico Barbarossa, intervista allo storico medievista tedesco Kai-Michael Sprenger (Istituto Storico Germanico di Roma e Università di Magonza), nel sito Centumcellae News”, 24/05/2013.

2) Livio Spinelli, Ecco i discendenti del Barbarossa, in “L’altra Voce”, mensile di approfondimento politico, culturale ed economico, Anno II, n. 9, Settembre 2008, Cerveteri (Roma), pp. 12-13, nel Bollettino della “Società Storica Civitavecchiese” e nel saggio “Il nostro concittadino Eugenio Pacelli Papa Pio XII”, Cassa Risparmio di Civitavecchia (Roma), Tipografia Cooperate, Santa Severa (Roma), 2009.

3) Livio Spinelli, Hitler e Mussolini a Santa Marinella e Furbara, in “L’altra Voce”, Anno II, n. 4, Aprile 2008, Cerveteri (Roma), pp. 12-13. 

4) Gabriele Paolo Carosi, Discendenti del Barbarossa: Signori (1240-1430) di Anticoli Corrado, TIESS, Subiaco (Roma), 1983.

5) Ferdinando Bianchi, Il racconto dei Tolfetani. Storia e cultura dalle origini alla fine della 2a Guerra mondiale, Comune di Tolfa (Roma) e Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia (Roma), 2012, p. 123.

6) Luciano Pranzetti, Santa Marinella. Frammenti di Storia, Centro Incontri Culturali Civitavecchia (Roma), 2013, Cap. “Arrivano i dittatori”, pp. 67-70.

7) Sybil Von Der Schulenburg, Il Barone. Werner von der Schulenburg fra Storia, passioni e intrighi, Iperedizioni, Verona, 2010.

Note

La visita di Adolf Hitler in Italia si svolse dal 3 al 9 maggio 1938. Il viaggio fu sapientemente organizzato dalla macchina del regime che avrebbe portato il capo nazista a visitare tre fondamentali città: Firenze, Napoli e, ovviamente, Roma. Un impegno importante, anche perché pochi mesi prima, nel settembre del 1937, Mussolini era stato accolto dal dittatore tedesco con tutti gli onori in Germania, un omaggio che il Duce per orgoglio non poteva non replicare.
Immagine. Qui a Roma. Sul palco in prima fila da sinistra: Benito Mussolini, Adolf Hitler, Vittorio Emanuele III, Elena del Montenegro; in seconda fila, da sinistra: Joachim von Ribbentrop, Mafalda di Savoia, Joseph Goebbels, Rudolf Heß, Heinrich Himmler (foto e didascalia da Wikipedia).

Sul sito, per la serie “La storia raccontata dai film”, a proposito dell’evento, è stato più volte citato il film Una giornata particolare di Ettore Scola (1977) – I due protagonisti – Antonietta, Sophia Loren e Gabriele, Marcello Mastroianni – si conoscono appunto nella giornata del 6 maggio 1938, data della storica visita di Adolf Hitler a Roma

 

 

2 Comments

2 Comments

  1. Gianni Sarro

    5 Maggio 2022 at 14:06

    Ciao Fabio, un racconto interessantissimo. E divertente. Conferma che la Storia non passa solo per le grandi battaglie e i grandi eventi. Non sapevo, tra l’altro, del ricevimento svolto al castello di Santa Marinella nel maggio del 1938.
    Un caro saluto.

  2. Fabio Lambertucci

    7 Maggio 2022 at 16:35

    Ringrazio tanto Gianni Sarro. Colgo l’occasione per riferire altri dettagli “divertenti” delle esercitazioni militari e del banchetto dell’8 maggio: le manovre erano previste per il 7 (come è riportato nella pubblicazione ufficiale del Ministero della Guerra) ma vennero rinviate al giorno dopo a causa del maltempo. Scrive Livio Spinelli: “I cartografi militari nella relazione della mappa commisero il grave errore di confondere il fosso delle Buche (“fosso” nel gergo locale sono i torrenti) col fosso Punton del Castrato, distante circa 3 km cosa che se invece di una esercitazione militare si fosse trattata d’una operazione di guerra, avrebbe messo a grave rischio la vita di molti nostri soldati”. Nonostante ciò: “Il Duce, Ministro delle Forze Armate, ha diramato all’Esercito il seguente ordine del giorno: L’esercitazione a fuoco di Santa Marinella ha avuto magnifico svolgimento. I reparti che vi hanno partecipato hanno dato brillante prova del loro alto addestramento e mostrato fiero sprezzo del pericolo. Li encomio! Mussolini”.
    Al pranzo al castello di Santa Marinella parteciparono anche la regina Elena, Ciano, Graziani, Ribbentrop e Pietro Cucco di 6 anni, alunno di Santa Marinella (diventerà poi pescatore al porticciolo) che, dopo aver donato un mazzo di fiori al Duce recitò una poesia ad Hitler. Venne premiato con la scelta di un dolce sulla tavola e lui racconta di aver scelto una crema gialla che si rivelò essere invece maionese!
    Le foto a colori sono del secondo fotografo personale di Hitler, Hugo Jaeger di Monaco di Baviera. Alcune vennero pubblicate all’epoca sulla rivista statunitense “Life”, altre sono state rinvenute qualche anno fa negli archivi del fotografo che, dopo la guerra, le aveva nascoste in barattoli di vetro sotterrati nei parchi di Monaco.
    Un caro saluto,
    Fabio

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