Attualità

Acque agitate intorno alla Kambusa

la Redazione

E’ del 22 aprile 2022 l’ordinanza di cui si parla in questi giorni, la n. 11 a firma del Responsabile del Servizio Urbanistica arch. Donatello Cardarelli e del Responsabile del Servizio FF della Segreteria Generale dr. Raffaele Allocca

L’oggetto è il ripristino dello stato dei luoghi per alterazioni eseguite in assenza di permesso di costruire, o in totale difformità del medesimo o con variazioni essenziali su suolo dello Stato”.

Corposo l’oggetto come corposa è l’ordinanza che consta di 7 pagine
Interessata è la storica struttura del Ristorante La Kambusa di Settimio realizzata – come si legge nell’ordinanza – nel mancato o parziale rispetto di tutta una serie di norme che riguardano i vincoli paesaggistici ed ambientali, le concessioni demaniali, l’agibilità dei locali, la tipologia dei materiali utilizzati.
Ed è proprio quest’ultimo punto ad essere oggetto di particolare rilevanza e ad aver determinato l’emissione dell’ordinanza.
L’utilizzo di suolo demaniale è di norma consentito per la realizzazione di strutture che abbiano le caratteristiche dell’amovibilità e della temporaneità, caratteristiche non presenti nella Kambusa, e quindi in netto contrasto con la vigente disciplina urbanistica.
Di conseguenza è stato ordinato, a cura e spese dei titolari, il ripristino dello stato dei luoghi concedendo alla parte il termine di 90 giorni per effettuarlo (praticamente entro la fine del prossimo mese di luglio)

Sicuramente si aprirà un contenzioso, lungo o breve non lo sappiamo, a cominciare dal ricorso al TAR consentito entro il termine di 60 giorni dalla notifica dell’ordinanza.

Questi i fatti, ma una domanda è d’obbligo.
Visto che la Kambusa è lì da oltre 50 anni, c’è da chiedersi come mai in tutti questi anni le irregolarità oggi emerse, seppure formatesi nel tempo, non siano mai state messe sufficientemente a fuoco e passate per una lente d’ingrandimento?
Ai posteri l’ardua sentenza!

In formato .pdf: Ordinanza_112022_Signed_220423_224407

2 Comments

2 Comments

  1. Piero Vigorelli

    26 Aprile 2022 at 10:22

    Non c’è bisogno di ricorrere ai “posteri” per un’ardua sentenza, perché i “viventi” possono chiarire subito.
    Vero, la vicenda è annosa, come anche l’ordinanza n. 11/2022 in parte ricostruisce.
    Per quanto si riferisce all’Amministrazione che ho guidato, che aveva il faro del ripristino della legalità, segnalo che in data 25 febbraio 2013 avevamo proceduto al diniego del proseguimento dell’attività della Kambusa, ma in data 4 febbraio 2014 il TAR ci ha dato torto.
    In data 24 giugno 2016, il Settore Urbanistica ha redatto una corposa nota riepilogativa della vicenda, concludendo che le opere non erano di facile rimozione, che era presente l’amianto e che non c’erano state le autorizzazioni paesaggistiche. La nota è stata inoltrata a tutti gli Enti interessati, per ottenere i necessari pareri.
    Come si può leggere al punto 7) della pag. 3 dell’odierna ordinanza n. 11/2022, questa si fonda proprio sulle risultanze della relazione del giugno 2016.
    Certo, essendo trascorsi ben sei anni, si può solo notare, con il Maestro Manzi, che “Non è mai troppo tardi” per l’amministrazione comunale per fortuna uscente.
    Tuttavia, non sarà questo tardivo barlume di legalità a cancellare cinque anni di obbrobri.

  2. Luigi Maria Dies

    26 Aprile 2022 at 23:16

    Settimio è un amico. Lo scrivo ben in chiaro, da subito, altrimenti mi dicono che dico quello che penso solo perché è mio amico. E sì, questo paradosso è inattaccabile. Se hai un amico che è una brava persona, non ne puoi parlare bene.
    Scusami Settimio, ma a me di parlare bene degli amici non me ne può fregare di meno. Io mi scelgo amici che non hanno bisogno che io ne parli bene; ho amici che sanno difendersi con i fatti. Voglio dire.
    Sicuramente Settimio, che si rompe la schiena da “straniero” a Ponza, essendo tra l’altro uno di quelli operatori “storici” che ha dato all’isola il suo grande contributo in fatto di accoglienza e servizio, non è venuto di notte a tirare su il suo grattacielo di cemento, in barba a tutte le leggi degli ultimi cinquanta anni.
    Diversi quintali di leggi, scritte in numero sempre maggiore alla affannosa ricerca di come contare i peli e spiegare che quelli da contare erano a volte i bianchi, a volte i neri, mai i verdi, e solo la domenica e le feste comandate i blu e i gialli.

    Caro Settimio io non credo che tu abbia bisogno di essere difeso. Sarebbero altrimenti da difendere tutti gli operatori italiani che da decenni hanno dovuto cercare di portare avanti la loro attività negli scampoli di tempo tra un ricorso ed un sopralluogo. No. Non mi preme la difesa di un tartassato operatore o di centinaia di tartassati operatori di fatto messi nell’impossibilità di lavorare, impelagati in tutte le normative scritte in un contorto rincorrersi di puntuali e sovrapposte norme contraddittorie ostrogote e fatte per essere inattuabili.
    Salvo, una volta che si riesce ad adempiere, onerosamente, agli obblighi, vederli modificati e vieppiù inaspriti.
    Non è l’operatore da difendere. Vogliamo fare lavorare chi almeno ha ancora voglia di farlo?
    Vi voglio fare una semplice domanda. Ma vedere che una struttura compare e scompare come per magia all’ inizio e alla fine del periodo lavorativo, ha un senso e una logica? Come norma addirittura potrebbe sembrare sadica. Che significa che deve essere fatta di alcuni materiali e non di altri? Ma perché, volendo, il cemento non è amovibile? Proprio in questo momento in Ucraina stanno rimuovendo interi quartieri di cemento con grande facilità.
    E comunque stiamo parlando di tanto legno, che io sappia. Mi dite dove lo vedete questo bunker inscalfibile?
    Vedo tutto alla luce del sole. Non vedo palmeti a camuffare.

    Se non fosse che queste norme hanno un poco la parvenza della comica, quasi mi verrebbe da dire che sono fatte per angariare. Se c’è giusto motivo di revocare una concessione perché deve passare la metropolitana, mi sembra giustissimo che sia fatto e pure di corsa.
    Invece… Non è che qualcuno pensa di avere qualche supremo potere, o si sveglia con lo sghiribizzo di liberare la scarpa dal classico sassolino, oppure con il terrore di prestare il fianco a qualche, sempre in agguato, stupida accusa di inadempienza per incapacità o connivenza?
    Beh, io che sto alla finestra e la cosa non mi tange, mi metto a ridere. Ma mi metto a ridere molto incazzato. Non aggiungo altro, anche perché per quel poco da capire che c’è, basta molto meno.

    Chiedo scusa, dimenticavo la “legalità”! Sette pagine di illegalità! Ma per quello basterebbero leggi più semplici ed agili da essere rispettate. No sarebbe forse tanto faticoso e oneroso infatti, a quel punto, farle rispettare. Comunque gli oligarchi in arrivo hanno stuoli di legali che renderanno loro agile ogni percorso.

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