Ambiente e Natura

Un’altra primavera

di Sandro Russo

Avevo visto una pianta in fiore, qualche giorno fa, davanti alla Feltrinelli a Roma. Vista e desiderata; identificata (1), cercata e infine comprata, ier mattina al vivaio di amici, vicino casa.
Ho anche trovato il posto dove metterla. Intorno al laghetto fatto con un vecchio e glorioso gommone Zodiac ‘Astral’ 3,40, compagno d’avventure in tempi ormai lontani; “aperto come una cozza” e messo a impermeabilizzare l’invaso scavato per le piante acquatiche.
È anche l’occasione per rimettere le mani in terra, dopo il lungo abbandono invernale.

Ma volevo dire della strana sensazione – mai provata prima d’ora e sicuramente in rapporto con il bombardamento di notizie e di immagini della guerra in corso.
Una sensazione di inutilità, irrilevanza, quasi un cupio dissolvi, nel cercare il posto migliore per mettere a dimora una nuova pianta, nell’affondare le mani nella terra.
La primavera stessa, che associavo ad un abbraccio tiepido e fiducioso, si insinua nella mia sera con dita di ghiaccio.

Sensazioni indistinte, ma potenti… Perché cercare la bellezza, perché propagare la vita quando vale così poco, in spregio a qualsiasi cosa possiamo aver pensato in passato? Come guardare i bambini giocare, i gatti dormire, senza una insostenibile sensazione di angoscia e di impotenza.
La bellezza ci salverà? Ma quando mai? Ci fa ancora più male, invece!

(1) La pianta era – è – Loropetalum chinense var. rubrum, Fam. Hamamelidaceae (l’amamelide, una delle poche piante a fioritura invernale, insieme al calicanto (Calycanthus vernalis, Fam. Calycanthaceae e all’Edgeworthia chrysantha (Fam. Thymelaceae).
La pianta che ho trovato è piccola e un po’ sparuta, ma si farà.
Nel sito: Con le piante attraverso l’inverno (1), del 4 dic. 2015, e Questi giorni… (2). Le mimose, del 7 gennaio 2017.

1 Comment

1 Comment

  1. Patrizia Maccotta

    4 Aprile 2022 at 19:47

    Ho letto ‘Un’altra primavera”. Eppure sono sicura, Sandro, che mentre mettevi a dimora la tua pianta, ti sei sentito unito alla terra e al mondo vegetale che non recano dolore. E hai avuto un istante, seppure breve, di felicità, di adesione alla vita. Sono questi momenti, più della bellezza, che ci salvano.

    Sandro risponde
    Non saprei… Ho registrato solo la sensazione. Non ero felice come al solito. C’era un dolore sottile, dentro quell’atto.

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