Editoriale

Epicrisi 364. Col fiato sospeso, sperando in un futuro migliore

di Silverio Lamonica

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Le notizie che giungono dalle varie parti del mondo e quelle che riguardano la nostra isola, in gran parte mi rattristano, tenendomi col fiato sospeso. Nello stesso tempo cerco rifugio in qualche sprazzo di luce che appare qua e là.

Durante questa settimana non cessano di soffiare venti di guerra. Anche su questo sito si susseguono numerosi articoli al riguardo e purtroppo, non v’è che l’imbarazzo della scelta:

– Proposto da Sandro Russo, un articolo di Paolo Rumiz in cui si evidenzia che per ben otto anni la rivolta nelle regioni ucraine del Donbass, vero e proprio focolaio di guerra, è stata incredibilmente ignorata. Come irresponsabilmente ignorati sono i tanti e tanti focolai di guerra che divampano in tutto il mondo.

– Enzo di Fazio, nel presentarci l’articolo su la Repubblica: Storie di guerra. La mamma che non ce l’’ha fatta a firma di Enrico Franceschini , ci invita a riflettere su questa crudele e feroce guerra che non risparmia dalla distruzione nulla, nemmeno gli ospedali pediatrici!

– Forse saranno proprio le donne a “vincere” la guerra , come immagina Giuseppe Mazzella di Rurillo attraverso le parole di Jacques Prevert che così definisce la guerra – …quelle connerie la guerre! -: una “coglioneria” 

– Mario Giro ne l’Europa avvelenata afferma che al di là delle ragioni e dei torti, niente giustifica distruzione e morte. Anche questa guerra, come tante altre, avvelena l’ Europa. A nulla valgono gli appelli e le preghiere di papa Francesco, vox clamantis in deserto.

– Tano Pirrone non può fare a meno di sottolineare, giustamente, alcune inesattezze che giornalisti dei canali RAI e della carta stampata ci propinano. Oltre a riportare un illuminante monologo di Michele Serra sul “collezionismo delle bombe atomiche” a cura di grandi (e piccole) potenze mondiali.

– Articoli che infondono una profonda angoscia, data la loro cruda drammaticità, ivi compreso: Gli animali alla guerra. Cani, gatti ed altri animaletti d’affezione vengono amorevolmente allontanati dalla guerra dagli umani che, anche in questa tragica e drammatica circostanza, non riescono a separarsene. Ben diverso dall’atteggiamento di certi vacanzieri che, nell’anelito di raggiungere le agognate mete turistiche, se ne disfano abbandonandoli con spietato cinismo ai bordi delle strade.

Mi permetto di fare un’altra considerazione su questa dannata guerra. A me sembra un vero e proprio atto di bullismo perpetrato – come di consueto –  da parte del più forte ai danni del più debole, con conseguenze inevitabilmente gravi e spesso irreparabili, come ci testimonia Una canzone per la domenica, proposta questa settimana da Luciana Figini.

Ma, in sostanza, si poteva evitare questa tragica calamità? Secondo Emilio Iodice, ex diplomatico statunitense, docente universitario di Leadership e profondo conoscitore delle dinamiche politiche di questo secolo, sì, a patto che l’Ucraina, negli anni ’90 del secolo scorso, fosse entrata nella NATO come aveva chiesto, però allora Francia, Italia e Germania si opposero, per “non far torto” alla Russia. Perché “è storicamente provato che sono le dittature ad attaccare le democrazie”.

Fa quasi da contraltare a quanto affermato da Iodice, l’articolo di Michele Zanzucchi in cui l’autore riferisce alcune dichiarazioni dell’ex premier italiano Romano Prodi, a proposito dei vantaggi negli scambi commerciali tra l’Occidente, l’Italia e la Russia. L’Occidente non è stato esente da provocazioni nei confronti di Putin con le basi NATO vicino ai confini. Cosicché  la grande potenza diretta da Putin, invece di fare da “ponte” tra l’Occidente e l’Oriente, Cina in primis, rischia di rivolgersi unicamente a Cina ed altri paesi orientali, come l’India.

Col fiato sospeso ci tiene ancora il Covid e anche se – a detta di numerosi virologi ed epidemiologici  – questa “variante Omicron 2” sembra che sia meno pericolosa, tuttavia la “curva epidemica” stenta a decrescere, anzi. Nonostante ciò, il Governo ha programmato un allentamento nelle misure anti-Covid a partire dalla prossima fine di marzo.
Può sembrare strano che molti contagi si verifichino pure a Ponza come ci avvisa l’ex sindaco Vigorelli. Eppure mai come in questo periodo Ponza appare deserta e “priva di residenti” come mestamente ci ricorda Franco De Luca.

Lo stesso Franco, percorrendo le vie solitarie, non disdegna di raggiungere i vari negozi per “approvvigionarsi” e ci descrive, alla sua maniera molto accattivante, alcuni sprazzi di vita isolana, pur nella “eccezionalità tragica del momento epocale”.  

Ma per l’amico Franco e per tutti noi, sarà sempre più difficile passeggiare e sedersi negli angoli più suggestivi delle nostra isola, dato che  “I ponzesi hanno perso Sant’Antonio?” . Dovrebbe seguire, a questo punto, un chiarimento da parte del sindaco, anche per rassicurare i concittadini che, già in passato, come afferma in un commento l’amico Vito Favata, si son visti privare di altri angoli suggestivi tra cui Chiaia di Luna; sul cui mancato utilizzo s’è pronunciata di recente la Corte dei Conti.

Anche se in un momento del genere non sembra che sia lasciato margine alla poesia e all’amore, come amaramente e in modo molto puntuale, constata sempre l’amico Franco.

Ma noi come comunità ponzese non possiamo rinunciare alle nostre ataviche tradizioni e a proposito di questa simpatica Festa “di quartiere”, permettetemi di ricordare un mio caro concittadino e amico, Silvio Andreani, scomparso di recente   anche perché a metà degli anni ’60 – entrambi molto giovani – facevamo parte del Comitato festeggiamenti di San Giuseppe e per almeno due anni consecutivi – in coppia – facevamo il giro per la questua, tra le famiglie di Ponza, a raggranellare soldi per la buona riuscita della festa. Ultimamente lo incontravo lungo il corso Pisacane o a Sant’Antonio, reggendosi col bastone e affabilmente scambiavamo quattro chiacchiere. A me e a tutti mancherà la sua grande affabilità. Un forte abbraccio ai familiari.


Come rinnovo sentite condoglianze e un forte abbraccio a Sandro Vitiello e famiglia per la scomparsa della sorella Silvia.  Sentite condoglianze anche ai familiari di Giovanni Vitiello, per la scomparsa del loro caro congiunto. Come ricorda Sandro, “la sua esistenza… è stata parte del nostro piccolo mondo”.

Inoltre, non possiamo rinunciare a porre la dovuta attenzione ai problemi dell’isola, soprattutto dal punto di vista ecologico e ambientale, ove l’amico Tonino Impagliazzo ci fa riflettere sull’importanza del riuso delle acque reflue, soprattutto nelle attività agricole.

Pur tra una notizia drammatica e un’altra sui tragici avvenimenti in corso, sarebbe un peccato non rinfrancare la ment, di tanto in tanto, con novità e avvenimenti culturali, quali il romanzo storico su Teodora e Antonina, di Liliana Madeo, in cui si parla dell’alleanza tra due donne che ebbe conseguenze nefaste su persone a loro invise, tra cui in nostro Papa Silverio. Altri articoli sul medesimo argomento, sono reperibili su questo sito.
Citiamo anche Il Premio Lucia Mastrodomenico, riservato agli studenti delle superiori e presentatoci da Rosanna Conte.
Non dimentichiamo di votare e fare il tifo per Ventotene, in gara per diventare Il Borgo dei Borghi a livello nazionale!

Un augurio di cuore per ulteriori 130 anni a “Il Mattino” di Napoli. Un organo di stampa prezioso.
E auguri di lunga vita – al pari del famoso quotidiano napoletano -, e in perfetta salute e prosperità, al tenerissimo Salvatore Zirilli, con l’impegno per noi adulti a creare per lui e i suoi coetanei, un universo di pace, un mondo davvero migliore.

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